Antonio Pietrangeli

regista italiano (1919-1968) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Antonio Pietrangeli

Antonio Pietrangeli (Roma, 19 gennaio 1919Gaeta, 12 luglio 1968) è stato un regista, sceneggiatore e critico cinematografico italiano.

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Antonio Pietrangeli

Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Nato a Roma nel 1919 in una famiglia originaria di Magliano de' Marsi (in provincia dell'Aquila)[1], inizia la sua carriera come critico cinematografico, scrivendo su Bianco e Nero e Cinema. Insegnante presso il Centro sperimentale di cinematografia, tra il 1941 e il 1942 è assistente alla regia quando nei teatri di posa del Centro sperimentale si realizza Via delle Cinque Lune di Luigi Chiarini. Sempre nel 1942, figura tra gli sceneggiatori di Ossessione di Luchino Visconti.

Nel dopoguerra, partecipa alla stesura di diverse sceneggiature, tra cui: Gioventù perduta di Pietro Germi, Fabiola di Alessandro Blasetti, Europa '51 di Roberto Rossellini e La lupa di Alberto Lattuada. È il primo presidente nazionale della Federazione italiana dei circoli del cinema, costituita nel 1947. Debutta alla regia con il film Il sole negli occhi (1953), che si segnala per l'acuta analisi della psicologia di una donna, seguito da un episodio del film collettivo Amori di mezzo secolo (1953).

Sceglie la strada della commedia all'italiana con il film Lo scapolo (1955), con Alberto Sordi e Nino Manfredi, per poi concentrarsi su soggetti a tema femminile con i successivi Nata di marzo (1957), con Jacqueline Sassard e Gabriele Ferzetti, e soprattutto Adua e le compagne (1960), notevole affresco sull'emarginazione di un gruppo di ex-prostitute a seguito dell'approvazione della legge Merlin.

Con la parentesi della pellicola satirico-fantastica Fantasmi a Roma (1961), girato con un cast stellare composto da Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo, Tino Buazzelli, Vittorio Gassman e Sandra Milo, Pietrangeli prosegue i suoi ritratti femminili in chiaro-scuro con La parmigiana, con Catherine Spaak, e La visita, con Sandra Milo e François Périer, entrambi del 1963, e nel suo capolavoro Io la conoscevo bene (1965), con una giovanissima Stefania Sandrelli affiancata da un cast corale di cui spiccano Jean-Claude Brialy, Enrico Maria Salerno, Nino Manfredi e Ugo Tognazzi, quest'ultimo anche protagonista del precedente Il magnifico cornuto (1964), in cui si divideva la scena con Claudia Cardinale.

Autore nel 1966 di un episodio del film collettivo Le fate, nuovamente con Sordi, affiancato questa volta da Capucine, muore accidentalmente per annegamento durante le riprese di Come, quando, perché, che verrà ultimato da Valerio Zurlini. È sepolto presso il cimitero del Verano di Roma.

Vita privata

Era il padre del regista e cantautore Paolo Pietrangeli e di Carlo Pietrangeli.

Filmografia

Regista

Sceneggiatore

Riconoscimenti

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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