Monteodorisio

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Monteodorisio (Mundrìsce o Mundrèisce in abruzzese[4]) è un comune italiano di 2 341 abitanti[1] della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Medio Vastese.

Fatti in breve Monteodorisio comune, Localizzazione ...
Monteodorisio
comune
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Monteodorisio – Bandiera
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Monteodorisio – Veduta
Castello di Monteodorisio
Localizzazione
Stato Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoCatia Di Fabio (Lista civica Nuovo Agire) dal 26-5-2019 (2º mandato dal 9-6-2024)
Territorio
Coordinate42°05′N 14°39′E
Altitudine315 m s.l.m.
Superficie25,21 km²
Abitanti2 341[1] (31-12-2024)
Densità92,86 ab./km²
Comuni confinantiCupello, Furci, Gissi, Pollutri, Scerni, Vasto
Altre informazioni
Cod. postale66050
Prefisso0873
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069055
Cod. catastaleF582
TargaCH
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 708 GG[3]
Nome abitantimonteodorisiani
Patronosan Marcellino
Giorno festivoseconda domenica di maggio
Cartografia
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Monteodorisio
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Monteodorisio – Mappa
Posizione del comune di Monteodorisio all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale
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Storia

Le prime testimonianze della Contea di Monteodorisio risalgono al 993 quando il feudo passò nelle mani di Oderisio, conte dei Marsi, dal quale prende il nome il paese.[senza fonte]

Nel Catalogus Baronum, al periodo di Guglielmo II d'Altavilla, risulta però citato con il nome di Mons Odorisius o Monterisi.[5] Nel 1348 fu concessa ai Camponeschi dell'Aquila che ne ebbero il titolo di contea. In seguito seguì le vicende del Regno di Napoli, quindi, nel XV secolo, passò ai marchesi D'Avalos.[5]

Alle porte del paese venne edificato il santuario della Madonna delle Grazie in seguito a presunti eventi miracolosi iniziati nel 1886.

La chiesa di San Giovanni Battista conserva dell'originario impianto trecentesco i muri di fondazione e la torre campanaria. La parte più alta della rocca è occupata dal castello, che ospita il museo per l'Economia tra l'Antichità ed il Rinascimento e il centro di documentazione dell'ordine francescano in Abruzzo e Molise.

Monumenti e luoghi d'interesse

Riepilogo
Prospettiva

Architetture religiose

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Santuario della Madonna delle Grazie
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Ruderi del Convento di San Bernardino
Chiesa di San Giovanni Battista

Sita in Via Duca degli Abruzzi. È in stile neoclassico.

Ruderi del Convento di San Francesco d'Assisi

Sono siti in Via Vittorio Emanuele III. L'impianto originario è precedente il 1334. La chiesa fu distrutta per erigere il Municipio mentre il monastero fu distrutto dopo la soppressione dell'ordine dei Frati Regolari Conventuali.[6]

Ruderi del Convento di San Bernardino

Sono siti in località San Bernardino. Risale al 1442, L'impianto del convento è scomparso, rimane solamente una cappella a navata unica. L'abside è a volta mentre nella navata è a capriate.[7]

Santuario della Madonna delle Grazie

Il santuario è sito in Via Madonna delle Grazie e risale al XIX secolo.[8]

Castello D'Avalos

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Monteodorisio.
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Veduta del Castello

La struttura fu costruita dai Normanni come fortino difensivo, successivamente passò alla famiglia dei conti dei Marsi, per poi nel XV secolo essere ceduta ai D'Avalos. Si conservano di originale le cortine e tre delle quattro torri. La torre occidentale è impreziosita da beccatelli, con un fregio in rilievo. Il castello oggi ha un aspetto di palazzo gentilizio fortificato, dove è ospitata la sede del Museo del Costume Locale.

Architetture civili

Il borgo fortificato con il castello e l'annesso Museo per l'economia tra l'antichità ed il Rinascimento.

Palazzo Suriani

Il palazzo Suriani si eleva di tre piani fuori terra conclusi dal sottotetto con copertura a falde inclinate. Il disegno, redatto nel 1840 dall'architetto Michelangelo Romano, è l'espressione tipica della casa signorile realizzata su impianto rettangolare con rigida distribuzione degli ambienti intorno ad un asse di simmetria che, perpendicolare alla facciata principale, attraversa l'androne, il cortile e la scala. Il fulcro dell'organismo è costituito dal cortile, nella funzione appunto di elemento centrale del palazzo che esprime le regole architettoniche diffuse nell'età industriale, basate su parametri di convenienza e di solidità. L'organismo deve essere infatti solido nelle strutture, salubre per l'esposizione dei vani e comodo per le forme degli ambienti regolari e simmetrici. All'ampio androne d'ingresso segue il cortile con porticato, scandito da pilastri, antistante alla scala tre rampe su pilastri, da cui si accede agli appartamenti dei piani superiori composti da vani distribuiti sulle quattro facciate. Soltanto alcuni ambienti di servizio hanno l'affaccio sul cortile. Costruito in muratura di mattoni a vista, presente la fronte dell'ingresso esaltata da due registri, che si dipartono dalla parete basamentale listata a fasce orizzontali, scanditi da sei paraste che inquadrano le finestre del primo livello ed i balconi del piano secondo. Il portale archivolato, a lieve aggetto rispetto alla parete, è coperto da balcone su mensole con apertura corrispondente al salone di rappresentanza, ambiente questo che, come alcuni altri dell'edificio, è finemente decorato, sulle pareti e sulle volte a padiglione, da affreschi eseguiti dal pittore campano Nicola Biondi.[9]

Palazzo Fanghella

Il palazzo Fanghella (ora Fanghella - De Cristofaro) fu costruito nel 1880; presenta la fronte principale a fondale di uno slargo dove si raccordano tre strade: via Roma, via dei Rinforzi e la salita di Palazzo. Gli altri prospetti sono orientati verso il vallone dove scorre il fiume Sinello. L'edificio, che si sviluppa su due piani oltre quello semi interrato, denota caratteristiche strutturali, distributive e formali aderenti ad un impianto di tipo rigorosamente geometrico rispetto ad un asse di simmetria che attraversa l'androne, il cortile ed il vano scala. La parete delle scale sul cortile è traforata da tre archi a pieno centro su pilastri che anticipano quelli strutturali della scala a tre rampe. La fabbrica si sviluppa quindi intorno al cortile con vani disposti intorno ad esso determinando all'esterno una sequenza ritmica di aperture scandite dalle paraste bugnate ricavate dall'uso sapiente del mattone a faccia vista, di cui è costituita peraltro la struttura dell'edificio. Gli ambienti sono tutti coperti da volte del tipo a padiglione, a vela o a botte. Il prospetto principale è spartito in tre corpi, dei quali i laterali sono avanzati lievemente rispetto alla parte centrale di più ampia estensione su cui è il portale archivoltato tra semicolonne con capitello pseudo-dorico e architrave da cui sporge un balcone con ringhiera in ghisa. I prospetti laterali dell'edificio, anch'essi nel rispetto del rigoroso disegno distributivo dei vani, sono esaltati da paraste bugnate ad intervalli eguali. Con il colore caldo reso dal mattone, lasciato a faccia vista, il palazzo acquista un carattere di calibrata sobrietà peraltro aderente alle espressioni compositive dell'epoca.[10]

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[11]

Cultura

Musei

Cucina

Prodotti tipici

  • Ventricina: insaccato preparato con carne di suino, peperoncino, sale e semi di finocchio.
  • Sagne a pezzate: pasta fatta in casa preparata con semola di grano duro, sale e acqua, condita generalmente con pomodoro fresco.
  • Ndernappe: pasta fatta in casa preparata con farina bianca, crusca, acqua e sale, condita con sugo di ventricina leggermente piccante.
  • Pallotte casce e ove: si tratta di polpette di formaggio, uova e pane raffermo, fritte e poi ripassate in un sugo di pomodoro.
  • Lu Purciullate (Il Porcellato) [lat. tardo buccellatum]: pane cotto con ingredienti dolci: è un dolce semplice, nato sulla nobilitazione del pane, simile ad una pagnotta rotonda di circa un chilo, di colore scuro, che al centro si apre come un fiore, assumendo una tonalità più chiara. I pani vengono depositati nella chiesa parrocchiale dove vengono benedetti e portati in processione. A conclusione della cerimonia vengono venduti ai fedeli. La ricetta è tenuta in gran segreto e coloro che si cimentano nella sua realizzazione non riescono mai a riprodurne il sapore originale. Il pane viene consumato anche intinto nel vino cotto, soprattutto dai più anziani, che tendono a conservare la tradizione.
  • Scrippelle: è un dolce preparato con farina, lievito ed acqua fritto in olio di semi e ricoperto successivamente da zucchero semolato.
  • Celli ripieni: è un dolce preparato con farina, olio di oliva e zucchero, prodotto in due varianti: la prima con uova e la seconda con vino bianco. Il dolce viene modellato a ferro di cavallo, farcito con mostarda d'uva e successivamente cotto al forno.
  • Calzonetti (Caggìnette): è un dolce preparato con farina, uova, zucchero e olio. Il dolce può essere farcito in tre modi: con crema di ceci, con mandorle e miele oppure con mostarda d'uva. Successivamente i calzonetti vengono fritti in olio di semi.

Amministrazione

Ulteriori informazioni Periodo, Primo cittadino ...
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
13 giugno 2004 25 maggio 2014 Ernesto Sciascia Lista civica Monteodorisio Democratica Sindaco [12][13]
26 maggio 2014 28 maggio 2019 Saverio Di Giacomo Lista civica Monteodorisio Ripartiamo Sindaco [14]
29 maggio 2019 9 giugno 2024 Catia Di Fabio Lista civica Nuovo Agire Sindaco [15]
9 giugno 2024 in carica Catia Di Fabio Lista civica Nuovo Agire Sindaco [15]
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Sport

Calcio

La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Odorisiana Calcio che milita nel campionato abruzzese di 1ª Categoria.

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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