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filosofa italiana (1972-2018) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Monia Andreani (Perugia, 12 dicembre 1972 – Fano, 27 maggio 2018) è stata una filosofa e saggista italiana.
Ricercatrice per alcuni anni in Filosofia Politica presso l'Università per Stranieri di Perugia, è stata docente di Teorie dei Diritti Umani presso lo stesso istituto e di Bioetica presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".
La sua ricerca filosofica ha inizialmente abbracciato il pensiero francese contemporaneo e la filosofia delle differenza, su questa è da ricordare l'opera, del 2008, Il terzo incluso. Filosofia delle differenza e rovesciamento del platonismo.[1]
I suoi interessi si sono poi concentrati sulle dinamiche della differenza e in particolare della differenza di genere, anche nella dimensione del multiculturalismo, a ciò si è dedicata a partire dal suo insegnamento di Teorie dei Diritti Umani, improntando anche la ricerca filosofica sul campo con Quando la differenza conta. Democrazia, multiculturalismo e questioni di genere, con saggi del 2011 e 2012, contribuendo così al pensiero femminista italiano in questo campo.
La sua ricerca degli ultimi anni è sfociata in pubblicazioni su vulnerabilità e cura, a partire da La bioetica con i caregiver. Alleanza terapeutica e qualità della vita, un progetto sperimentale di bioetica e di etica della comunicazione svolto partendo dallo studio della relazione tra pazienti, caregiver, famiglie, assistenza domiciliare e medici. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nel 2015.[2] Il suo lavoro è proseguito in ambito pediatrico con un progetto che ha coinvolto una popolazione selezionata di caregiver e piccoli pazienti considerati inguaribili. Con Questioni etiche nel caregiving. Contesto biopolitico e relazione di cura ha iniziato un'attività di formazione e divulgazione.
Monia Andreani ha svolto un'intensa attività di divulgazione del pensiero filosofico suo proprio sulle tematiche della differenza di genere, della vulnerabilità e della cura.[3] Oltre ad interventi a convegni ed iniziative politiche, ha svolto un'intensa attività divulgativa per Popsophia, festival del contemporaneo[4] sin dagli esordi di questo festival sulla scena culturale italiana.[5]
La filosofa è stata inoltre attivista per i diritti LGBT[6], collaboratrice al blog di cultura femminista Femminismi[7] e componente della segreteria della Federazione dei comunisti anarchici.[8] La sua spinta libertaria l'ha avvicinata nel suo impegno sociale al suo concittadino Aldo Capitini, fondatore della Marcia per la pace Perugia - Assisi, nella convinzione che la trasformazione della società dovesse essere non-violenta e che fosse possibile accomunare le persone, di differente credo, ceto sociale ed opinione politica, in battaglie ed attività comuni.[9]
Monia Andreani ha affrontato i temi della differenza e della vulnerabilità, portando riflessioni originali sulla scena filosofica italiana, unendo cioè la filosofia teoretica alla ricerca sul campo. Con Twilight. Filosofia della vulnerabilità, edito dalla editrice EV nel 2011, esamina il tema della vulnerabilità umana con un viaggio nel mondo adolescenziale dell'omonima saga.[10][11]
Con Peppa Pig e la filosofia (2015) si dedica all'indagine sulla differenza di genere e la genitorialità. Con lo studio Biologico, collettivo, solidale. Dalla filiera agricola alle azioni mutualistiche (2016) pubblicato per le edizioni AltraEconomia[12], lavoro già giunto alla terza edizione, rinnova il pensiero ecologista anarchico e libertario sulla possibilità di forme organizzative orizzontali nel mondo del lavoro e nella società.[13]
Tra le attività di bioeticista improntate alla critica sociale, il suo saggio sul consenso informato del paziente in condizioni di detenzione alla raccolta Lo stato irresponsabile. Il caso Cucchi, edito da Aracne nel 2017, a cura del Gruppo di ricerca su potere, istituzioni e forme di controllo sociale dell'Università di Urbino "Carlo Bo".
Muore improvvisamente all'età di 45 anni a causa di aneurisma cerebrale[14]. Dopo la sua morte si sono svolti due commiati, uno a Fano, per amiche, amici e colleghi marchigiani[15], ed uno a Perugia presso il cimitero monumentale.[16][17] Dopo la sua morte verrà celebrata dalla filosofa Rada Iveković (con la quale aveva collaborato per Sconfinare, Differenze di genere e di culture nell'Europa di oggi, 2012[18]), dal coordinatore della Marcia della Pace Flavio Lotti[19], dalla scrittrice Lucia Tancredi[20] e dalla filosofa Lucrezia Ercoli.[20] Nel 2020 esce, dedicato alla filosofa, il volume "Rifugiati nella rete. Dall'accoglienza alla cura", progetto del quale Andreani era stata promotrice ma che non aveva potuto completare, gli altri autori le dedicano perciò una postfazione. È inoltre stato pubblicato un fascicolo monografico sul suo lavoro e la sua personalità, curato dalla redazione della rivista di analisi economica e sociale "Prisma" (Ires Marche), nel maggio 2020, "A Monia: percorsi umani, sociali, filosofici".
Dal 2021 l'Università degli studi di Urbino bandisce un Premio "in memoria di Monia Andreani per una tesi di laurea magistrale conseguita presso l'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo avente ad oggetto le tematiche di interesse del CUG (Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni)." [21]
Nello stesso anno è stata dedicata alla filosofa una Borsa per la Scuola estiva della società italiana delle storiche (SIS).[22]
L'aula studenti della Palazzina Valitutti dell'Università per Stranieri di Perugia è stata rinominata per volontà degli studenti Aula studenti Monia Andreani e, nel maggio 2022, si è tenuta una commemorazione presso il roseto della compresenza nel giardino di San Matteo degli Armeni.[23][24]
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