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sito archeologico in Veneto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Mondevàl (IPA: /monde'val/, Mondoal [1]o Mandoal [2]in cadorino) è una vallata alpina compresa nel gruppo dolomitico Croda da Lago - Cernèra. Si sviluppa in due contesti, entrambi in territorio delle Regole di San Vito di Cadore e quasi interamente compresi nel medesimo Comune (una piccola parte rimane in Comune di Selva di Cadore) in provincia di Belluno.
Mondeval | |
---|---|
Epoca | mesolitico |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | San Vito di Cadore |
Altitudine | 2,150 m s.l.m. |
Scavi | |
Data scoperta | 1985 |
Date scavi | 1986 |
Organizzazione | Università di Ferrara |
Archeologo | Antonio Guerreschi |
Mappa di localizzazione | |
Mondevàl de Sora è un ampio pianoro ondulato, situato all'incirca tra i 2150 e i 2350 m di altitudine, racchiuso tra le potenti bastionate dei Lastoi de Formin, il monte Corvo Alto, il Becco di Mezzodì e il Col Duro. Mondevàl de Sote (o de Sota, in parlata selvana) è la vallata che scaturisce dal primo altopiano e seguendo il corso del Rio Cordón scende verso la Val Fiorentina fino alla quota di 1750 m circa, circoscritta dalle pendici del Piz del Corvo (Spiz a Corf) e del Col del Termen.
Si tratta di un luogo notevole dal punto di vista paesaggistico e naturalistico ed è frequentata meta turistica in tutte le stagioni, specie naturalmente in quella estiva lungo l'asse dell'Alta via n. 1. Ancor oggi, tuttavia, permangono le tradizionali attività ed è sfruttato come alpeggio per la pastorizia (principalmente ovini).
L'importanza di Mondeval è legata ad un sito archeologico preistorico. Si tratta di una scoperta eccezionale: è la sepoltura di un cacciatore di epoca mesolitica, perfettamente conservato col suo corredo funerario.
Il sito archeologico fu rinvenuto nel 1985[3], sotto un masso erratico di dolomia, da Vittorino Cazzetta da Pescul di Selva di Cadore, un appassionato della sua terra sia dal punto di vista geologico che storico. Cazzetta aveva notato alcuni reperti, in particolare manufatti litici e resti di pasto, nel terriccio accumulato da una marmotta impegnata nello scavo della propria tana. Gli scavi sono avvenuti sotto la direzione del prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell'Università di Ferrara, interessato a condurre delle indagini approfondite su quel sito; dal 1986 al 2000, il docente ha portato a termine quindici campagne di scavo e con l'aiuto di studiosi e di studenti ha trovato importantissime testimonianze sulla frequentazione umana risalenti ad oltre 80 secoli fa[4].
Il ritrovamento più rilevante del sito di Mondeval è stato la sepoltura del cacciatore preistorico che costituisce per diversi motivi una scoperta importantissima, essendo, ad oggi, l'unica sepoltura mesolitica situata ad alta quota (2.150 m circa). Inoltre, è da ricordare la straordinaria conservazione del corredo funerario collocato attorno allo scheletro, con reperti organici (in particolare resti di pasto e resine con propoli) che hanno ampliato notevolmente le conoscenze paleontologiche.
Oggi lo scheletro del cacciatore del mesolitico è conservato nel nuovo museo di Selva di Cadore, mentre a San Vito di Cadore si può ammirare un calco identico all'originale, messo a disposizione dal prof. Guerreschi per la mostra sulle testimonianze lasciate dall'archeologia in territorio sanvitese.
Sempre in territorio sanvitese, vicino al lago delle Baste (de la Bastes in cadorino), nel 1999 fu ritrovata una lasta d'arenaria con un'iscrizione venetica, la parte superstite della quale è stata interpretata come la parte finale di un antroponimo. Nell'impossibilità di definirne il contesto, si ipotizza che si tratti di un'iscrizione di tipo funerario ma più verosimilmente un'iscrizione di carattere confinario.
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