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poeta giapponese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Minamoto no Yorimasa[1] (源 頼政?; 1104 – 20 giugno 1180) è stato un militare e poeta giapponese membro del clan Minamoto, conosciuto anche con il nome di Genzanmi (源三位?) per la sua appartenenza al rango ju san-mi.
È noto per aver guidato l'esercito nipponico durante la guerra Genpei (1180-1185), che vide contrapposti il clan Minamoto e il clan Taira. Fu il primo di cui si abbia traccia a mettere in pratica il rituale del seppuku[2], il suicidio praticato dai samurai per sfuggire ad una morte disonorevole per mano dei nemici.
Yorimasa era discendente di Minamoto no Yorimitsu e apparteneva al gruppo Settsu Genji. Era un samurai che operava alla Corte Imperiale; era vicino ai Sekkan-ke che lo appoggiavano nelle sue attività nelle ex-province denominate Kinnai e avanzava di carriera col passare del tempo. Operava a Watanabe nella provincia di Setsu (attuale quartiere Chūō-ku di Osaka) come Ōchi Shōgo (guardia imperiale) presso la famiglia Watanabe, appartenente al gruppo Saga Genji. Minamoto no Yorimitsu, antenato di Yorimasa, era stato un illustre poeta che spesso interagiva con i Kuge (nobili). Anche i suoi figli furono coinvolti nella composizione dei waka. Yorimasa era uno di loro e più tardi pure lui sarebbe stato riconosciuto come celebre poeta.
I documenti storici riguardanti l'adolescenza di Yorimasa sono scarsi. Si sa che accompagnò il padre Nakamasa nel nuovo posto di lavoro quando fu nominato Governatore di Shimōsa, e che gli successe come capofamiglia durante l'era Hōen (1135–1140). Successivamente ottenne la carica di rokui no kurōdo (ciambellano imperiale) nel secondo anno dell'era Hōen (1136). Nello stesso anno gli venne assegnato il titolo di ju go-i no ge (uno dei ranghi della nobiltà).
Yorimasa servì l'Imperatore Toba e la consorte di questi, Fujiwara no Nariko, conosciuta anche col nome di Bifukumon-in.
Nel 1142 l'imperatore Toba, prima di ritirarsi, costrinse il figlio regnante Sutoku (1123-1142) ad abdicare in favore di Konoe, nono figlio avuto da una diversa consorte. Alla morte di Konoe nel 1155, Sutoku sperò venisse nominato successore il proprio figlio, ma l'anno seguente, alla morte dell'imperatore Toba, dovette scontrarsi con la pari ambizione del fratellastro Masahito, quartogenito di Toba. La disputa fra le due fazioni, conosciuta come Ribellione di Hōgen, non riguardò solo il possesso del trono, ma anche la presenza del governo del chiostro, una particolare forma di governo tipica in Giappone, grazie alla quale l'imperatore continuava a regnare e a mantenere inalterato il proprio potere, pur avendo abdicato.
Dalla ribellione di Hōgen uscì vincitore Masahito che divenne imperatore il 23 agosto 1155 con il nome di Go-Shirakawa. Il 5 settembre 1158, Go-Shirakawa abdicò in favore del figlio Nijō, ma di fatto continuò a detenere il potere effettivo attraverso il governo del chiostro fino alla morte, avvenuta nel 1192. In questo periodo si alternarono gli imperatori (nominali) Nijō, Rokujō, Takakura, Antoku, e Go-Toba.
Alla fine degli anni cinquanta, durante il regno dell'imperatore Nijō (1143-1165), la situazione politica divenne estremamente confusa a causa di un nuovo conflitto che oppose i sostenitori dell'imperatore in carica, guidati dal principale dei consiglieri di Nijō, Fujiwara no Michinori, conosciuto anche come Shinzei, e quelli del padre di questi, Go-Shirakawa, guidati da Fujiwara no Nobuyori. Nel 1159 avvenne un colpo di stato, guidato da Taira no Kiyomori in opposizione al regime di Shinzei. Quest'ultimo venne ucciso e dopo la cosiddetta ribellione di Heiji (1159-1160) che vide opporsi i clan Taiga e dei Minamoto, salì al potere Taira no Kiyomori, un leader militare noto per aver stabilito il primo governo militare samuraico nella storia del Giappone.
Minamoto no Yorimasa, alleato dell'imperatrice consorte Bifukumon-in (moglie di Toba e madre di Konoe) aveva partecipato al colpo di stato sostenendo Taira no Kiyomori, inizialmente sostenitore di Nijō. Anche Minamoto no Mitsuyasu, consigliere dell'Imperatore Nijō, si schierò con Kiyomori. Quando Nijio fu sconfitto e costretto a fuggire dalla Residenza Imperiale per stabilirsi a Rokuhara, Kyoto, Yorimasa perse i privilegi di cui aveva goduto fino a quel momento.[3]
Nell’anno precedente alla rivolta, il secondo anno dell’Era Kyūju (1155), Yorimasa adottò Minamoto no Nakaie (fratello maggiore di Kiso Yoshinaka), figlio maggiore di Minamoto no Yoshikata, che fu ucciso nella battaglia di Okura. L’anno successivo alla ribellione di Hōgen, nel 1157, il fratello più giovane di Yorimasa, Yoriyuki, venne improvvisamente accusato ed esiliato e, per questo motivo, si suicidò. In seguito, Yorimasa prese con sé Muneyori, Masatsuna, e Kanetsuna, figli di Yoriyuki.
Yorimasa era rimasto nella politica sotto l'amministrazione dei Taira e aveva occupato la posizione di Decano dei Genji (clan Minamoto). Nel 1167, secondo anno dell'era Nin'an, venne promosso a ju shi-i no ge. Lavorò come Ōchi Shōgo (guardia imperiale) con Nakatsuna per tre generazioni: Imperatore Nijō, Imperatore Rokujō e Imperatore Takakura e, pure, per le forze armate di Go-Shirakawa. Nel 1177, terzo anno dell’Era Angen, quando una grande folla di gente dell'Enryaku-ji si oppose a Saikō, vassallo imperiale, Yorimasa intervenne insieme a Taira no Shigemori mobilitando le guardie del Palazzo Imperiale[4].
Yorimasa era un eccellente poeta e aveva legami con personaggi illustri nel mondo della letteratura come Fujiwara no Shunzei, Shun'e e Inpumon'in no Tayū. 59 delle sue più famose poesie furono raccolte nella collezione imperiale “Shika Wakashū”. Nei suoi ultimi anni compose molte poesie riguardanti il sistema ufficiale dei ranghi. Nel 1178, secondo anno dell’Era Jishō, fu promosso dal rango shō shi-i ge a quello di ju san-mi grazie alla raccomandazione di Kiyomori.
Secondo l’”Heike monogatari”, Kiyomori aveva completamente dimenticato che il rango di Yorimasa era stato per molto tempo quello di shō shi-i ge. Quando Yorimasa scrisse questa poesia:
«Non vi è alcuna possibilità per me di salire sull'albero. Allora, ci cammino intorno e raccolgo le dolci ghiande.»
Kiyomori si accorse del suo forte desiderio di essere elevato a ju san-mi e così lo promosse all’ambito rango. Kiyomori aveva fiducia in Yorimasa perché nel corso degli anni ebbe diversi riconoscimenti.
Anche nei documenti storici veri e propri, la sua promozione a ju san-mi era senza precedenti e, infatti, Kujō Kanezane ne parlò nel suo diario "Gyokuyō":' fatto del tutto insolito'. A quel tempo aveva 74 anni.
Nel novembre del 1179, terzo anno dell’Era Jishō, Yorimasa divenne un prete buddhista lasciando la tenuta e la famiglia al figlio Nakatsuna.
In questo periodo scoppiò un conflitto tra il regime dei Taira e il governo esercitato da Go-Shirakawa. Nel 1177, primo anno dell’Era Jishō, ebbe luogo la “Cospirazione Shishigatani” e di ciò fu sospettato Go-Shirakawa, imperatore che abdicò aderendo ad un ordine buddhista, ritenuto coinvolto nella ribellione. Poi, nel novembre del 1179, terzo anno dell’Era Jishō, Taira no Kiyomori, in disaccordo con l’imperatore abdicante, trasferì il suo esercito da Fukuhara-kyō a Kyoto, organizzò un colpo di stato, interruppe il regime di Go-Shirakawa e lo fece incarcerare. In seguito, nel febbraio del 1180, quarto anno dell’Era Jishō, Kiyomori costrinse l’Imperatore Takakura ad abdicare e a far salire al trono un bambino di tre anni, l’Imperatore Antoku, figlio dell'Imperatore Takakura e di Taira no Tokuko, figlia di Taira no Kiyomori.
Fu il Principe Mochihito (conosciuto col nome di Principe Takakura e Minamoto Mochimitsu), terzo figlio dell’Imperatore Go-Shirakawa, a non accettare molto volentieri le azioni di Kiyomori. Fu così che divenne il figlio adottivo di Hachijoin Akiko, sorella dell’imperatore abdicante (Go-Shirakawa), come unica possibilità di ottenere la corona, ma l’ascesa al trono dell’Imperatore Antoku vanificò tutte le sue speranze. Yorimasa, allora, studiò un piano per far rovesciare i Taira con l'aiuto del Principe Mochihito.
Secondo l'Heike monogatari, Yorimasa decise di schierarsi contro Kiyomori perché Taira no Munemori, terzo figlio di Kiyomori, lo aveva insultato riguardo a uno dei cavalli del figlio primogenito Nakatsuna. Per la sua forte determinazione di guerriero decise di ribellarsi contro i Taira e una notte fece visita al Principe Mochihito nella sua residenza per incoraggiarlo ad opporsi a Kiyomori. Esiste un’altra teoria che afferma che Yorimasa, il quale servì l'Imperatore Konoe e l'Imperatore Nijō, entrambi consanguinei dell'Imperatore Toba, come Ōchi Shōgo (guardia imperiale) per diverse generazioni, non accettò di buon grado come sovrano Takakura e Antoku, che non erano in linea diretta per l'ascesa al trono, e si oppose loro[5]. Inoltre, sempre nell'opera letteraria Heike monogatari, in cui vengono chiarite le cause del piano di ribellione di Yorimasa insieme al Principe Mochihito, è scritto che, per il fatto di essersi ribellato il 21 maggio, si fece monaco buddhista al Tempio Mii-dera, che fosse terrorizzato dall'essere catturato dai Taira e che Mochihito cercò di fuggire[6].
Nell'aprile dello stesso anno, Yorimasa e il Principe Mochihito scrissero un messaggio a tutti i samurai del clan Minamoto e ai principali santuari religiosi e templi di tutto il paese per dichiarare guerra al clan Taira. Il messaggio fu inviato da Minamoto no Yukiie (decimo figlio di Minamoto no Tameyoshi). Però già nel mese di giugno, il loro piano di insorgere fu scoperto dai Taira che ordinarono ai Kebiishi (polizia imperiale) di arrestare Mochihito, ma loro non si accorsero che tra i poliziotti c’era pure Kanetsuna, figlio di Yorimasa. Ciò indicava che non si erano resi conto che Yorimasa era ancora coinvolto nella rivolta. Mochihito si rifugiò nel Tempio Mii-dera, formalmente chiamato Onjō-ji. Il 21 maggio il clan Taira assaltò il Tempio Onjō-ji. Nell'attacco era coinvolto anche il team di Yorimasa. Quella notte, Yorimasa dette fuoco alla sua stessa abitazione ed entrò nel Tempio Onjō-ji insieme ai suoi familiari, includendo Nakatsuna e Kanetsuna, per unirsi a Mochihito. Rivelarono chiaramente le loro intenzioni di opporsi ai Taira.
Il loro piano di insorgere prevedeva anche il coinvolgimento dei templi Enryaku-ji e Kōfuku-ji, oltre che quello di Onjō-ji. Tuttavia, l’Enryaku-ji prese una posizione neutrale. Nella notte del 25, allorché le forze ribelli sentirono il pericolo perfino nel Tempio Onjō-ji, Yorimasa si diresse verso il Kōfuku-ji, Nara, insieme al Principe Mochihito, ma quest’ultimo cadde da cavallo durante la ritirata finendo per fermarsi al Byōdō-in per riposare, che era lungo la strada. Fu lì che il grande esercito dei Taira attaccò.
Il giorno seguente la battaglia iniziò. Nonostante i monaci che vivevano nel tempio avessero distrutto il ponte che consentiva l'ingresso alla struttura, le forze del clan Taira riuscirono comunque a conquistarlo. Allora Yorimasa e i suoi guerrieri si barricarono nel Tempio Byōdō-in per contrastare gli attacchi del nemico in modo da permettere al Principe Mochihito di scappare, ma le milizie dei Taira erano di gran lunga più numerose di quelle di Minamoto no Yorimasa. Come risultato quest'ultimo perse la maggior parte dei suoi comandanti e soldati e alcuni dei suoi figli, tra cui Nakatsuna, Munetsuna e Kanetsuna, che morirono nel conflitto o si suicidarono. Alla fine Yorimasa si tolse la vita pure lui con la tecnica del seppuku, in quello che molti storici considerano il secondo caso registrato di suicidio di un samurai di fronte alla sconfitta, con l’assistenza di Watanabe no Tonau lasciandoci la sua “poesia della morte”. Aveva 77 anni. La suddetta poesia è la seguente:
«Come un vecchio albero
da cui si non raccolgono i fiori
triste è stata la mia vita
destinata a non portare alcun frutto[7]»
Mochihito, che era riuscito a scappare, venne raggiunto e ucciso. L'alleanza tra Mochihito e Yorimasa fu un fallimento su tutti i fronti, le conseguenze del messaggio, scritto dal principe, suscitarono un grande scalpore. Infatti, Minamoto no Yoritomo, Minamoto no Yoshinaka e altri membri del clan Minamoto, insieme a molti templi, si unirono alla rivolta, che portò alla Guerra Genpei e alla successiva sconfitta e distruzione del clan Taira.
Minamoto no Hirotsuna, il figlio più giovane di Yorimasa, e Minamoto no Aritsuna e Minamoto no Naritsuna, figli di Nakatsuna, sopravvissero alla serie di scontri perché si trovavano nella provincia di Izu e si unirono all’esercito di Minamoto no Yoritomo che si scontrò con i Taira a Izu.
※ Calendario basato su quello giapponese antico.
Romanzo: Heike monogatari
Nell’opera classica “Heike monogatari” è stata scritta una storia su un mostro chiamato Nue. Secondo questo racconto, l’Imperatore Konoe aveva incubi ogni notte che lo portarono ad ammalarsi. Per guarirlo, Minamoto no Yoshiie, nonché Minamoto no Yorimasa, capo del clan Genji, il quale portava con sé un arco, appena fuori dal palazzo imperiale gridò con tutta la potenza della sua voce: “Minamoto no Yoshiie, governatore di Mustu!”.
In attesa dell’arrivo di un valoroso samurai, fu scelto, all'interno del suo stesso clan, Yorimasa, guerriero dalle eroiche gesta militari. Nel cuore della notte proprio mentre Yorimasa proteggeva il giardino imperiale, da nord-est giunsero nuvoloni neri che portarono con sé il demone Nue, il cui aspetto era composto da diversi parti di animali: la testa di una scimmia, il corpo di un cane procione, le zampe di una tigre e la coda di un serpente. Yorimasa scagliando una freccia col suo arco, e con l’aiuto della katana del suo seguace Ino Hayata, fece cadere dal cielo il mostro. Una volta sconfitto, Yorimasa prese il suo corpo, lo fece in tanti pezzi, li ripose poi in una barca fatta di bambù e li gettò infine nel Mar del Giappone. In seguito a quel fatto l’imperatore si ristabilì in breve tempo.
La leggenda sostiene inoltre che a Yorimasa fu data dalla Corte Imperiale la “Shishiou”, una tachi, offertagli come ricompensa del suo coraggio per aver ucciso il mostro.
Il luogo di sepoltura più conosciuto è situato nel Tempio Byōdō-in nella città di Uji (prefettura di Kyoto). Il 26 maggio, giorno della commemorazione di Yorimasa, si celebra la relativa cerimonia religiosa buddhista.
Ve ne sono altri come il Tempio Rengeji (Seki, prefettura di Gifu), dove è stata tramandata le leggenda di Ino Hayata, vassallo di Minamoto no Yorimasa, che seppellì la testa di Yorimasa nelle terre di Minamoto no Kuninao, suo zio. C’è anche il Tempio Yorimasa, situato a Koga nella prefettura di Ibaraki, dove è collocato il suo tumulo (altra leggenda riguardante il luogo dove possa essere sepolta la sua testa); è tradizione credere che il suo servitore, facente parte del clan Shimokobe, onori il padrone. Altra tomba di Yorimasa è posta a Kameoka nella prefettura di Kyoto. Inoltre, non è chiara la relazione stretta tra Yorimasa e la sua tomba collocata nel Tempio Choumyou-ji a Nishiwaki nella prefettura di Hyōgo.
Ci sono diversi templi nelle province vicine a quella del Kantō. In generale sono dedicati a Minamoto no Yorimasa, come antenato del clan Ōkouchi (ex signore feudale).
Pronipote di Minamoto no Yorimitsu, figlio primogenito di Minamoto no Nakamasa (secondo figlio di Minamoto no Yoritsuna, discendente del clan Minamoto). Appartenente alla ramificazione Tada, successione di Tada no Shō, e a quella di Settsu, prendendo in considerazione il rango, la carica di ufficiale e il fatto di essere il primogenito della famiglia.
Su Yorimasa si conoscono varie informazioni riguardanti i suoi vassalli. In una di queste si afferma che Yorimasa ebbe come quartiere generale un’area vicino a Watanabe nella provincia di Settsu (zone nei pressi dell’attuale Osaka, prefettura di Osaka), mentre la famiglia dello zio di Yorimasa ereditò il territorio di Tada no shō, il centro del ramo Settsu. Inoltre, è noto il fatto che il clan Watanabe, gruppo di samurai che si formarono nella stessa zona, a Watanabe, servì Minamoto no Yorimasa come la più importante famiglia di vassalli. Si è venuti a conoscenza altresì che il clan Shimokobe, che costruì la residenza Shimokobe-no-sho nel feudo Hachijo-in, nella provincia di Shimōsa, servì pure Yorimasa con la stessa qualifica.
Riguardo ai suoi rapporti con il clan Shimokobe, definito come una famiglia di samurai proveniente dalla parte orientale del Giappone, si ritiene che la relazione tra padrone e servitore fosse iniziata dalla fondazione di Shimokobe-no-sho dopo che Yorimasa si era recato nella provincia di Shimōsa insieme al padre Nakamasa nominato Shimōsa no Kami (Governatore della provincia di Shimōsa).
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