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Michele Boccassini (Bologna, 14 ottobre 1917 – Unione Sovietica, 26 agosto 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].
Michele Boccassini | |
---|---|
Nascita | Bologna, 14 ottobre 1917 |
Morte | Unione Sovietica, 26 agosto 1942 |
Cause della morte | morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1940 - 1942 |
Grado | Sottotenente di complemento |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia Campagna italiana di Russia |
Battaglie | Prima battaglia difensiva del Don |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Aeronautica di Fanteria e Cavalleria di Modena |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Nacque a Bologna il 14 ottobre 1917, figlio di Attilio e Carmela Gagliard.[2] Suo padre era un noto professionista stabilitosi in Inghilterra, a Londra, titolare di un avviato studio commerciale[3] e disperso in mare nel luglio 1940 nell’affondamento della nave Arandora Star colpita da un siluro lanciato da un sommergibile tedesco e affondata al largo di Liverpool.[3] Studente del secondo anno di giurisprudenza nell'università di Roma, rimasto solo con la madre, avrebbe potuto usufruire del congedo riservato ai figli di vedove di guerra, ma il 1 settembre 1940 interruppe gli studi per arruolarsi volontario nel Regio Esercito come aspirante allievo ufficiale di complemento, presso la scuola ufficiali di Avellino.[3] Nominato sottotenente nel marzo 1941 venne assegnato in servizio al 208º Reggimento fanteria "Taro", prestando servizio sul fronte greco-albanese fino all'aprile dello stesso anno.[1] Rientrato in Patria a causa di una ferita riportata in combattimento è trasferito al deposito dell'81º Reggimento fanteria della 52ª Divisione fanteria "Torino", ad Oriolo Romano[N 1] (provincia di Viterbo) ottenne di essere destinato in zona di operazione e nel giugno 1942 raggiungeva il reggimento mobilitato sul fronte russo.[1] Assegnato in un primo tempo al comando della Divisione, gli venne poi affidato il comando della 3ª Compagnia fucilieri del I Battaglione.[1]
Al ritorno in azione viene ferito alla gamba durante una battaglia. Nonostante la ferita, rimane al suo reparto e ritorna a combattere.[3] Il 26 agosto 1942, nei pressi del villaggio di Werk Wodianschj, durante un assalto a postazioni nemiche, viene nuovamente ferito, e rifiuta le cure mediche preferendo condurre l'assalto coi suoi soldati.[3] Cadde colpito a morte da un proiettile alla tempia sinistra, e gli fu poi conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Le sue spoglie mortali sono rientrate in Italia il 15 settembre 1993, e tumulate nel Sacrario Militare di Cargnacco (Udine).[3]
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