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celebrazione eucaristica con la quale il pontefice della Chiesa cattolica inizia ufficialmente il suo ministero Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La messa di inizio del pontificato, chiamata anche messa inaugurale del pontificato, o messa d'intronizzazione, o ancora messa di inizio del ministero petrino, o formalmente Santa messa con imposizione del pallio e consegna dell'anello del pescatore per l'inizio del ministero petrino del vescovo di Roma[1], è la liturgia con la quale, da papa Giovanni Paolo I in poi, il neoeletto pontefice della Chiesa cattolica inizia ufficialmente il suo ministero. All'interno della celebrazione, celebrata secondo il rito romano, sono presenti elementi di rito bizantino. Da papa Luciani in poi l'inaugurazione del ministero petrino ha preso il posto della cerimonia dell'incoronazione papale, praticata per secoli. La messa d'inizio del ministero petrino, con o senza incoronazione, ha solo un significato simbolico, in quanto il papa entra in carica e inizia il suo ministero di papa e vescovo di Roma immediatamente dopo aver accettato la propria elezione.
Nell'XI secolo l'inaugurazione del ministero petrino prese la forma di un'incoronazione.[2] L'incoronazione era parte integrante dell'intronizzazione del papa, che consisteva essenzialmente nell'imposizione del triregno sul capo del pontefice da parte del decano dell'Ordine dei diaconi.[3] Papa Paolo VI fu l'ultimo papa ad essere incoronato e l'ultimo ad indossare la tiara papale, in quanto ne abbandonò l'uso durante una celebrazione liturgica officiata nella Basilica Vaticana. Infatti, iI 13 novembre 1964, festa di san Giovanni Crisostomo, al termine della messa, il Segretario generale del Concilio, mons. Pericle Felici, dopo aver ricordato che la Chiesa, seguendo l'esempio di Cristo Redentore, sempre è stata madre dei poveri, annunciò che «il papa donava a loro[4] la sua tiara».[5][6] Paolo VI, sceso dal trono, si recò all'altare e vi depose la sua tiara. La tiara gli era stata donata dall'arcidiocesi di Milano. II gesto commovente suscitò una grande sorpresa. La tiara fu poi venduta per volere del Pontefice e il ricavato fu donato in beneficenza. Oggi la tiara è conservata nella basilica del santuario nazionale dell'Immacolata Concezione a Washington.[5][7][8]
Sebbene Paolo VI avesse deciso di non indossare più il triregno, la costituzione apostolica del 1975 Romano Pontifici Eligendo, emanata dal medesimo pontefice, continuava a prevedere una cerimonia di incoronazione per i suoi successori.[9] Tuttavia, papa Giovanni Paolo I, eletto nel conclave dell'agosto 1978, volle che la cerimonia d'intronizzazione fosse più semplice, e incaricò mons. Virgilio Noè, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, di organizzare una cerimonia di inizio del ministero petrino che non prevedesse l'utilizzo della tiara. Avvenuta nel contesto di una messa di inaugurazione, la cerimonia fu caratterizzata dalla sola imposizione del pallio sulle spalle del nuovo papa, l'imposizione dell'anello del pescatore e il ricevimento dell'obbedienza dei cardinali.
Il suo successore, papa Giovanni Paolo II, ne seguì l'esempio, anche se apportò alcune piccole modifiche al cerimoniale. La messa di inaugurazione del pontificato venne celebrata non la sera, come accadde per Giovanni Paolo I, ma la mattina. Nell'omelia di inizio pontificato, Giovanni Paolo II, riferendosi all'incoronazione papale, disse quanto segue:[10]
«Il papa Giovanni Paolo I, il cui ricordo è così vivo nei nostri cuori, non ha voluto il triregno e oggi non lo vuole il suo successore. Non è il tempo, infatti, di tornare ad un rito e a quello che, forse ingiustamente, è stato considerato come simbolo del potere temporale dei papi.»
Nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis del 1996, papa Giovanni Paolo II stabilì che:[11]
«Il Pontefice, dopo la solenne cerimonia di inaugurazione del pontificato ed entro un tempo conveniente, prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto»
ma non ne precisò la forma, lasciando libera decisione ai futuri pontefici. Nella sopracitata costituzione apostolica Giovanni Paolo II tolse ogni riferimento all'incoronazione papale, sostituendo il termine con il termine inaugurazione.
Finora quattro papi moderni hanno rifiutato l'incoronazione, preferendo una cerimonia d'intronizzazione più semplice: papa Giovanni Paolo I, papa Giovanni Paolo II (entrambi eletti nel 1978), papa Benedetto XVI (2005) e papa Francesco (2013).
La moderna inaugurazione del ministero petrino, sviluppata e modificata a partire dalla forma utilizzata per Giovanni Paolo I, avviene durante una celebrazione eucaristica (solitamente celebrata in piazza San Pietro, che, secondo la tradizione, è il luogo del martirio di San Pietro, di cui il papa è successore[12]) e prevede la formale imposizione del pallio, simbolo della giurisdizione universale del papa, al neoeletto pontefice da parte del cardinale protodiacono, la recita dell'orazione pro pontifice da parte del cardinale protopresbitero e l'imposizione dell'anello del pescatore da parte del cardinale decano.
La cerimonia non include il presunto giuramento papale che alcuni cattolici tradizionalisti affermano, senza prove, essere stato prestato dai papi prima di Giovanni Paolo I. Ne criticano l'assenza e alcuni gruppi sedevacantisti rifiutano di accettare la legittimità dei papi moderni a causa dell'assenza sia del presunto giuramento che della tiara.
Rituali ad hoc sono stati utilizzati per le inaugurazioni dei pontificati di papa Giovanni Paolo I e papa Giovanni Paolo II. Il 20 aprile 2005 papa Benedetto XVI ha approvato un rito permanente, di cui una bozza era stata preparata dall'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Questo è stato pubblicato come libro liturgico ufficiale della Chiesa con il nome Ordo Rituum pro Ministerii Petrini Initio Romae Episcopi (Ordine dei riti per l'inaugurazione del ministero petrino del vescovo di Roma). L'arcivescovo Piero Marini, cerimoniere pontificio, lo ha descritto come parte dell'applicazione ai riti pontifici delle riforme liturgiche successive al Concilio Vaticano II.
L'Ordo contiene non solo il rito della messa dell'inaugurazione, ma anche quello della messa in occasione della presa di possesso della cathedra romana, la cattedra del vescovo di Roma, in San Giovanni in Laterano. Solitamente i papi prendono possesso della Basilica Lateranense entro pochi giorni dall'inaugurazione del pontificato. Questo rito, conosciuto in latino come incathedratio, è l'ultimo dei riti inaugurali del sommo pontefice.
Il 18 febbraio 2013, poco prima delle sue dimissioni, papa Benedetto XVI introdusse alcune modifiche all'Ordo pubblicato nel 2005: le cerimonie strettamente non sacramentali si svolgono prima o al di fuori della messa; è prevista una scelta musicale più ampia; le visite alle due basiliche papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore potranno essere compiute quando il neoeletto pontefice riterrà più opportuno, anche a distanza di tempo dall'elezione, e nella forma che giudicherà più adatta, sia essa una messa, la celebrazione della Liturgia delle Ore o un atto liturgico particolare come quello attualmente prescritto; viene ripristinato l'atto di omaggio individuale di ciascun cardinale al nuovo pontefice (anche se papa Francesco, successore di Benedetto XVI, non ha ricevuto l'omaggo di tutto il collegio cardinalizio, ma solo di una rappresentanza).[13]
Papa Benedetto XVI, eletto il 19 aprile 2005, celebrò la messa d'inizio del ministero petrino il 24 dello stesso mese. Il neoeletto pontefice approvò e rettificò la liturgia con le nuove procedure già il 20 aprile 2005, il giorno dopo la sua elezione. La cerimonia ebbe inizio con la prestazione dell'omaggio da parte di papa Ratzinger e dei cardinali alla tomba di San Pietro, situata sotto l'altare maggiore della basilica di San Pietro. Dopo aver reso omaggio al principe degli apostoli, il pontefice, insieme ai cardinali, si recò in processione verso il sagrato di piazza San Pietro, luogo dove, già da papa Luciani, si svolge tradizionalmente la messa d'inizio pontificato. Durante la processione, furono intonate le Laudes Regiae, con le quali si invoca l'aiuto per il nuovo papa.[1]
Dopo la liturgia della parola, il cardinale Jorge Medina, cardinale protodiacono, rivolto verso il papa, pronunciò questa preghiera in latino:[14]
«Deus pacis, qui eduxit de mortuis pastorem magnum ovium Dominum nostrum Iesum Christum, Ipse tibi Pallium donet quod ab apostoli Petri Confessione sumpsimus.
Illi Pastor bonus suos agnos suasque oves pascere præcepit tu, hodie Petro succedis in Episcopatu huius Ecclesiæ quam ille, cum apostolo Paulo, fidei genuit.
Spiritus veritatis, qui ex Patre procedit, uberem inspirationem et eloquium tuo ministerio fratres in fidei unitate confirmandi largiatur.»
«Il Dio della Pace, che ha fatto risorgere dai morti il Pastore grande delle pecore il Signore nostro Gesù Cristo, ti doni egli stesso il Pallio preso dalla Confessione dell'apostolo Pietro.
A lui il buon Pastore ha comandato di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle e a lui oggi tu succedi nell'Episcopato di questa Chiesa che egli ha generata alla fede assieme all'apostolo Paolo.
Lo Spirito di Verità, che procede dal Padre, doni abbondante ispirazione e discernimento al tuo ministero per confermare i fratelli nell'unità della fede.»
Dopo aver pronunciato la preghiera, il cardinale Medina impose sulle spalle del pontefice il pallio. Il pallio scelto da Benedetto XVI era diverso da quello usato dai papi precedenti: la forma anteriore rievoca l'antico omophorion (ancora oggi utilizzato dai vescovi orientali); più largo del pallio arcivescovile standard, sebbene non largo come il moderno omophorion; era lungo 2,4 metri e realizzato in lana con punte di seta nera. Aveva cinque croci di seta rossa ricamate invece delle sei nere del normale pallio arcivescovile. Papa Benedetto, più tardi nel suo pontificato, userà un pallio simile a quello dei suoi immediati predecessori, ma con un taglio più lungo e più largo e sei croci rosse.
Dopo la consegna del pallio e prima della consegna dell'anello del pescatore, il cardinale Stephen Kim Sou-hwan, in qualità di cardinale protopresbitero, pronunciò la preghiera formale in latino per il nuovo papa:[14]
«Oremus. Deus, qui adesse non dedignaris ubi recto corde devotaque mente invocaris supplicationibus Ecclesiæ tuæ quæsumus adesto: super famulum tuum et Papam Benedictum, quem officio servitutis nostræ in culmine apostolico constituisti, dexteræ tuæ Benedictionem effunde et ipse roboretur Dono Spiritus tui ut tantum ministerium ita digne ferat sicut tantæ dignitatis charismate augetur. Per Christum Dominum nostrum.»
«Preghiamo. O Dio che non deludi chi ti invoca con cuore retto e fedele, ascolta le suppliche della tua Chiesa: al tuo servo, il nostro Papa Benedetto, che hai posto al vertice del ministero apostolico, per mezzo del nostro umile servizio concedi la tua Benedizione e rafforzalo con il Dono del tuo Spirito perché il suo alto ministero corrisponda alla grandezza del carisma che tu gli hai conferito. Per Cristo nostro Signore.»
Il cardinale Angelo Sodano, in qualità di decano del collegio cardinalizio, prima di consegnare l'anello al pontefice, disse in latino:[14]
«Beatissime Pater, Episcopus et Pastor animarum nostrarum Christus, Filius Dei vivi, qui super petram Ecclesiam suam ædificavit, Ipse tibi donet Anulum sigillum Petri Piscatoris, qui suam spem in mari Galilææ expertus est, cui Dominus Iesus cælorum Regni claves commisit. Beato apostolo Petro tu hodie succedis in Episcopatu huius Ecclesiæ, quæ caritatis unitati præsidet ut beatus apostolus Paulus docuit; Spiritus caritatis, in corda nostra effusus, vim et suavitatem largiatur tuo ministerio omnes in Christum credentes in unitatis communione servandi.»
«Beatissimo Padre, lo stesso Cristo, Figlio del Dio vivente, Pastore e Vescovo delle nostre anime, che ha edificato la sua Chiesa sulla roccia, ti doni l'Anello, sigillo di Pietro il Pescatore, che ha vissuto la sua speranza sul mare di Tiberiade e al quale il Signore Gesù ha consegnato le chiavi del Regno dei cieli. Oggi tu succedi al Beato Pietro nell'Episcopato di questa Chiesa, che presiede alla comunione dell'unità secondo l'insegnamento del Beato apostolo Paolo. Lo Spirito dell'amore effuso nei nostri cuori ti pervada di forza e mitezza per custodire con il tuo ministero i credenti in Cristo nell'unità della comunione.»
Invece di far inginocchiare individualmente davanti al papa ciascuno degli oltre cento cardinali per rendergli omaggio, come rappresentanza lo fecero dodici persone: il cardinale Angelo Sodano, il cardinale Stephen Kim Sou-hwan, il cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, il vescovo Andrea Erba, (vescovo della diocesi suburbicaria di Velletri-Segni, della quale papa Benedetto era titolare), padre Enrico Pomili (parroco dell'ex chiesa di cui era titolare Benedetto XVI prima di diventare papa: Santa Maria Consolatrice al Tiburtino), un diacono, un religioso, una suora benedettina, una coppia di coniugi coreani, una giovane donna dello Sri Lanka e un giovane della Repubblica Democratica del Congo (entrambi cresimati recentemente).
Dopo l'omaggio, la celebrazione è proseguita con l'omelia del pontefice e successivamente con la liturgia eucaristica.
Al termine della messa, papa Benedetto salutò all'interno della basilica di San Pietro, davanti all'altare della confessione, varie delegazioni presenti alla celebrazione. Nei giorni seguenti visitò le altre basiliche maggiori di Roma. Il 25 aprile 2005, il giorno dopo la messa d'inizio del ministero, ha reso omaggio a San Paolo visitando San Paolo fuori le Mura. Il 7 maggio prese possesso della basilica di San Giovanni in Laterano. Più tardi quella sera venerò l'icona di Maria Salus Populi Romani nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013, celebrò la messa d'inizio del pontificato il 19 dello stesso mese, solennità di San Giuseppe.[15] Per la celebrazione preferì usare una delle prime mitrie che era solito indossare da vescovo ausiliare, e poi da arcivescovo, di Buenos Aires; decise di portare la ferula di Benedetto XVI.
Francesco, prima della celebrazione, si recò, proprio come fece il suo predecessore, assieme ai patriarchi e agli arcivescovi maggiori delle Chiese orientali cattoliche, presso la tomba di San Pietro nella basilica di San Pietro. Dopo una breve momento di preghiera, il papa e tutto il clero presente si recarono processionalmente verso piazza San Pietro; durante il tragitto, vennero intonate le Laudes Regiae.[15]
Seguendo le modifiche apportate da Benedetto XVI all'Ordo Rituum pro Ministerii Petrini initio Romae Episcopi,[13] subito dopo l’introito e il saluto, il cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, impose sulle spalle del papa il pallio; prima che fosse consegnato l'anello del pescatore al neoeletto pontefice, il secondo cardinale nell'ordine presbiterale, Godfried Danneels, recitò, al posto del cardinale protopresbitero Paulo Evaristo Arns, assente quel giorno, la preghiera per il papa;[16] subito dopo il decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano, impose al pontefice il suo anello in argento dorato.[17][15][18] Sei cardinali, due per ogni ordine, hanno poi professato la loro obbedienza a papa Francesco a nome del collegio cardinalizio.[19] I sei cardinali erano: Giovanni Battista Re e Tarcisio Bertone in rappresentanza dei cardinali vescovi, Joachim Meisner e Jozef Tomko in rappresentanza dei cardinali presbiteri, e Renato Raffaele Martino e Francesco Marchisano in rappresentanza dei cardinali diaconi.
La celebrazione è proseguita nel modo consueto. Al termine della messa, papa Francesco salutò all'interno della basilica di San Pietro, davanti all'altare della confessione, varie delegazioni presenti alla celebrazione.[12]
Pontefice | Data | Luogo della celebrazione |
---|---|---|
Giovanni Paolo I | Domenica, 3 settembre 1978 | Piazza San Pietro, Città del Vaticano |
Giovanni Paolo II | Domenica, 22 ottobre 1978 | Piazza San Pietro, Città del Vaticano |
Benedetto XVI | Domenica, 24 aprile 2005 | Piazza San Pietro, Città del Vaticano |
Francesco | Martedì, 19 marzo 2013 | Piazza San Pietro, Città del Vaticano |
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