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semiologo e sociologo italiano (1947-1996) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Mauro Wolf (Trento, 26 ottobre 1947 – Cagiallo, 14 luglio 1996) è stato un semiologo e sociologo italiano.
Era il secondogenito dell'insegnante di musica Cesara Proclemer, diplomata in pianoforte al Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi (Milano) e di Remo Wolf, docente di disegno e storia dell'arte e noto pittore e incisore.
Collega di Umberto Eco[1], era considerato uno dei più eminenti sociologi[2] ed esperti di comunicazione italiani[3].
Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo classico "G. Prati" e il diploma in pianoforte al Conservatorio di Musica "F. A. Bonporti" a Trento, ed essersi laureato all'Università degli Studi di Firenze nel 1970[3], iniziò la carriera accademica all'Università degli Studi di Urbino nel 1974[3]. L'anno successivo passò all'Università di Bologna[3], della cui scuola di semiologia fu considerato uno degli esponenti più illustri[1]. Ebbe anche importanti mansioni di docenza nei Corsi di Dottorato delle Università di Barcellona, di Grenoble[3] e di San Sebastian.[4]
Negli anni novanta del XX secolo fu uno dei personaggi cardine nella costituzione della neonata Facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università della Svizzera italiana[4] dove fece rinascere il corso di giornalismo[3] e ne assunse la direzione[5]. Sua l'idea originale di organizzare a Lugano una manifestazione di prodotti multimediali dell'area linguistica italiana, poi promossa nel 1996 dalla Radiotelevisione della Svizzera italiana e dalla città di Lugano: il Premio Möbius.[6]
A Massagno (Canton Ticino) convolò a nozze il 27 aprile 1973 con Caterina, cittadina ticinese,[4] e visse gli ultimi anni tra Cagiallo dov’era domiciliato, Lugano e Bologna dove insegnava, facendo settimanalmente il pendolare.[3][7][8]
Per la sua statura scientifica, per la peculiarità e l'ampiezza dei suoi studi sulla comunicazione, Mauro Wolf fu e resta un indiscusso punto di riferimento per la comunità scientifica.[3][9]
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