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Marie Dubois, pseudonimo di Claudine Lucie Pauline Huzé (Parigi, 12 gennaio 1937 – Lescar, 15 ottobre 2014), è stata un'attrice francese.
Dopo gli studi di recitazione iniziò a lavorare per la televisione, dove venne notata dal regista François Truffaut, che le offrì il suo primo ruolo cinematografico e la battezzò con il suo nome d'arte, omaggiando l'eroina di un romanzo di Jacques Audiberti. Interprete discreta ed elegante, attraversò tutta la stagione d'oro della Nouvelle Vague, in ruoli spesso secondari[1]. Debuttò con un breve ruolo non accreditato nel film Il segno del leone (1959), pellicola d'esordio del regista Éric Rohmer, e successivamente fu diretta da François Truffaut in Tirate sul pianista (1960) e Jules e Jim (1961), e da Jean-Luc Godard in La donna è donna (1961)[1].
Nonostante le prime avvisaglie della sclerosi a placche, non rinunciò alle richieste dei registi della Nouvelle Vague, ma anche a pellicole meno impegnate e più popolari che la fecero conoscere ed apprezzare dal grande pubblico, in particolare Tre uomini in fuga, film campione di incassi nel 1966 e imbattuto per trent'anni. Fu inoltre diretta da Roger Vadim in Il piacere e l'amore (1964) e da Louis Malle in Il ladro di Parigi (1966), accanto a Jean-Paul Belmondo[1].
Tra le sue interpretazioni di rilievo durante gli anni settanta, da ricordare quelle nei film Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre (1974) di Claude Sautet, e L'innocente (1976) di Luchino Visconti[1]. Nel 1978, grazie al film La minaccia, ottenne il Premio César per la migliore attrice non protagonista, ma la malattia si manifestò più forte e questa volta l'attrice decise di sacrificare la propria carriera. Diradò le apparizioni sul grande e sul piccolo schermo ma si impegnò pubblicamente come testimonial per la lotta contro la malattia.
Nel 2007 rimase vedova di Serge Rousseau, agente e attore cinematografico, con cui era sposata dal 1961. Morì nel 2014 in una casa di riposo di Lescar.
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