Manaslu
Ottomila e l'ottava montagna più alta del mondo situata in Nepal Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Manaslu (मनास्लु, conosciuto anche come Kutang) è un massiccio montuoso situato nel Nepal centrale (a circa 64 chilometri in linea d’aria dall’Annapurna), nella catena montuosa dell'Himalaya, la cui vetta più alta raggiunge i 8.163 m s.l.m., rappresentando l'ottava montagna più alta del mondo. Si trova nel Mansiri Himal, parte dell'Himalaya nepalese, nel Nepal centro-occidentale.
Manaslu | |
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Alba sul versante orientale | |
Stato | Nepal |
Provincia | Regione di Sviluppo Occidentale |
Altezza | 8 163 m s.l.m. |
Prominenza | 3 092 m |
Isolamento | 106 km |
Catena | Himalaya |
Coordinate | 28°33′N 84°34′E |
Altri nomi e significati | Kutang, Montagna dello spirito |
Data prima ascensione | 9 maggio, 1956 |
Autore/i prima ascensione | Toshio Imanishi e Gyalzen Norbu, membri di una spedizione giapponese. |
Mappa di localizzazione | |
Presenta due vette secondarie, il Pinnacolo est (7.992 m) e la cima nord (7.157 m).
Il nome Manaslu deriva dal sanscrito manasa, che si può tradurre come "montagna dello spirito".
La prima ascensione fu compiuta il 9 maggio 1956 dal giapponese Toshio Imanishi e dal nepalese Gyalzen Norbu, facenti parte di una spedizione giapponese guidata da Yuko Maki, lungo il versante nord-est, per l'attuale via normale. Due giorni dopo raggiunsero la vetta anche Kiichiro Kato e Minoru Higeta.[1] La vetta non sarà più salita fino al 1971.
La prima ascensione femminile fu compiuta da una spedizione giapponese, guidata da Kyoto Sato. Il 4 maggio 1974 raggiunsero la vetta le alpiniste Naoko Nakaseko, Masako Uchida e Mieko Mori, insieme a Jambu Sherpa, lungo la via normale. Avevano tentato in precedenza la salita per la cresta est. Sadako Suzuki, facente parte di un secondo team per la vetta, perse la vita il 5 maggio in seguito ad una caduta tra i campi 4 e 5.[2][3]
Quella del Manaslu rappresentò anche la prima ascensione femminile di un ottomila, seguita l'anno successivo dall'Everest e dal Gasherbrum II.
La prima ascensione invernale fu compiuta il 14 gennaio 1984 dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski lungo la via normale.[4]
Il 10 aprile 1972 una valanga travolse il campo alto di una spedizione coreana provocando quindici morti, di cui dieci sherpa, quattro alpinisti e il leader della spedizione Kim Jung-Sup.[14][15] Il numero di morti in quella stagione, diciassette, fu il più alto nella storia di un Ottomila (le vittime furono 4 coreani, 1 giapponese, 10 nepalesi sherpa, 2 austriaci)[16]
Il 23 settembre 2012 una valanga, provocata dal distacco di un seracco, ha travolto nella notte le tende degli alpinisti del campo 3 (circa 7.000 m) della via normale sul versante nord-est, causando tredici morti, tra i quali l'italiano Alberto Magliano.[17]
La prima discesa in snowboard è stata compiuta da Marco Galliano il 4 ottobre 2011. Carlo Alberto Cimenti nella stessa occasione ha realizzato la prima discesa italiana con gli sci.[18]
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