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pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Maestro di San Torpè (... – XIV secolo) è stato un pittore italiano attivo dal 1290 al 1320 circa, in particolare a Pisa e dintorni, dove fu il più eminente tra la morte di Cimabue (1301) e l'arrivo di Simone Martini (1320)[1][2].
Numerosi storici[3][2] stimano che il maestro di San Torpè fosse presente nel cantiere di Assisi, a fianco di Cimabue, e Luciano Bellosi gli ha anche attribuito un angelo sul muro di fondo del transetto sinistro della basilica superiore[3]. Le sue opere giovanili sono comunque caratterizzate da un forte espressionismo, molto vicino a quello di Cimabue, come ad esempio nel Cristo benedicente di Avignone.
Anche se a volte mostra il suo attaccamento alla tradizione del XIII secolo, le sue opere successive testimoniano l'assimilazione dell'arte di Duccio di Buoninsegna e Giotto[3]: così l'Angelo nell'affresco della chiesa di San Michele in Borgo, che “pur essendo influenzato da Cimabue, presenta già un chiaroscuro strutturato da una fonte di luce proveniente da sinistra; la lezione di Cimabue non sarebbe stata sufficiente per raggiungere questo risultato"[3].
Intorno al 1300, eseguì un imponente affresco, Madonna col Bambino, per il Duomo di Pisa, un'opera che diede inizio alla sua maturità. Secondo un articolo di Roberto Longhi pubblicato nel 1962[1], avrebbe quindi svolto un ruolo di primo piano a Pisa, e la sua bottega avrebbe ottenuto molteplici ordini (in particolare la Vergine col Bambino eponima di San Torpé, il polittico Cinquini e altre). Questo giudizio spiega in gran parte il numero di opere pisane, a partire dall'inizio del XIV secolo, che, quasi per impostazione predefinita, gli erano state attribuite, rendendo nel tempo il suo corpus altamente eterogeneo.
Gli storici dell'arte hanno quindi recentemente avviato un'opera di rivalutazione, che ha avuto come primi risultati quelli di escludere pezzi famosi e attribuiti all'inizio al Maestro di San Torpè come il polittico[4], una Vergine con Cardellino nel Museo Nazionale San Matteo di Pisa e San Giovanni Evangelista nel museo Lindenau di Altenburg, polittico ora attribuito a Memmo di Filipuccio[5]. Due gruppi di opere furono infine distinti: il primo comprende la Madonna con Bambino del duomo di Pisa, quella del Seminario di Pisa, quella della chiesa di Casciana Terme, nonché il Crocifisso del Belvedere di Crespina. Il secondo si combina con l'omonima Vergine col Bambino, del museo di San Matteo, di Campiglia Marittima, Morrona, Seattle e infine Digione.
Nel 1974, Enzo Carli[6] propose di identificare il Maestro di San Torpè con Vanni di Bindo (anche noto con il nome di Vanni di Piastra o Pistoia), pittore e scultore di scuola pisana, documentato dal 1303 al 1318[7], identificazione ripetuta più volte da Mariagiulia Burresi e Antonino Caleca nel 2003[8] e 2005[9]. Linda Pisani[10] non esclude questa identificazione.
Gli sono anche attribuiti manoscritti miniati come i due corali francescani (m. 190; m. 528) della Biblioteca dell'Università di Pisa[11].
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