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istituto religioso femminile della Chiesa Cattolica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le Maestre pie Filippini sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla M.P.F.[1]
La congregazione sorse all'interno di quella delle maestre pie, fondate da Rosa Venerini su mandato del cardinale Marcantonio Barbarigo, vescovo di Montefiascone, per l'educazione delle fanciulle del popolo: il prelato non desiderava che le religiose si espandessero fuori dalla sua diocesi, ma nel 1707 una maestra pia, Lucia Filippini (1672-1732), con l'aiuto dell'elemosiniere pontificio Alessandro Bonaventura e dei Pii Operai che reggevano la parrocchia di San Lorenzo ai Monti, aprì una scuola a Roma dando origine a un ramo indipendente dell'istituto della Venerini.[2]
Accusata di quietismo insieme ai Pii operai, la Filippini fu costretta a chiudere la sua scuola, ma nel 1708 ne fondò un'altra presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina: alla sua morte le sue Maestre gestivano circa quaranta scuole (a Roma, nel Lazio e nel granducato di Toscana, dove erano state chiamate da Cosimo III de' Medici). La congregazione nel 1828 venne posta da papa Leone XII alle dipendenze all'elemosineria apostolica e vi rimase soggetta fino al 1963, quando passò sotto il controllo della Congregazione per i Religiosi.[2]
La fondatrice, beatificata nel 1926, fu proclamata santa da papa Pio XI il 22 giugno 1930.[3]
Le Maestre pie Filippini si dedicano all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù.[2]
Oltre che in Italia, sono presenti in Albania, Brasile, Eritrea, Etiopia, India, Irlanda, Regno Unito e Stati Uniti d'America:[4] la sede generalizia è a Roma.[1]
Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 750 religiose in 110 case.[1]
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