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specie di serpente Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il colubro dal cappuccio (Macroprotodon cucullatus, (Geoffroy de St-Hilaire, 1827)) è un serpente appartenente alla famiglia Colubridae[2].
Colubro dal cappuccio | |
---|---|
Macroprotodon cucullatus | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Reptilia |
Ordine | Squamata |
Sottordine | Serpentes |
Infraordine | Alethinophidia |
Superfamiglia | Xenophidia |
Famiglia | Colubridae |
Genere | Macroprotodon |
Specie | M. cucullatus |
Nomenclatura binomiale | |
Macroprotodon cucullatus Geoffroy de St-Hilaire, 1827 |
È diffuso in Africa, dall'Egitto all'Algeria, ma si trova anche in Israele e a Lampedusa; è stato introdotto nelle Baleari[1]. Si trova facilmente sui muretti a secco, nella macchia mediterranea e nelle zone più aride[1].
È una specie di dimensioni non particolarmente elevate[3]: di solito non supera i 50 cm di lunghezza. È elegante, sia per la sua livrea, che per la sua conformazione longilinea e scattante; ha la testa piccola e ben tracciata, il capo appiattito e due piccoli occhi con pupilla ovale. Presenta una livrea dai toni grigio bruni e nel tipo italico un disegno a macchie o barre sul dorso ed una striscia scura su ambo i lati del muso[3], come a voler congiungere le narici all'occhio. La parte ventrale è colorata con tonalità dal giallo al rosso e può avere delle striature o macchie nere.
II colubro dal cappuccio è un predatore notturno, (inizia la caccia al tramonto, mentre di giorno si rintana, salvo brevi esposizioni elioterapiche), di piccoli vertebrati (in prevalenza gechi e lucertole)[3]. È un colubride opistoglifo che sopprime le prede iniettando un blando veleno da piccole zanne inoculatorie situate nella parte retro mascellare[3].
È agile e lesto, difficilmente si fa catturare, ma durante le prime ore del mattino è più vulnerabile; qualora catturato, sfodera una inaspettata combattività e mordacità, ma a causa della conformazione buccale e la bassa tossicità del veleno, il suo morso si rivela quasi sempre innocuo per l'uomo che può cavarsela con un arrossamento della cute.[senza fonte]
La riproduzione è osservabile ogni due anni: la femmina depone da due a sei uova, dalla forma oblunga e con guscio cartapecora.
Alla schiusa, i rettili neonati raggiungono a malapena i 16 cm.
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