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Luigi Galimberti (liutaio)
liutaio italiano (1888-1957) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Luigi Galimberti (Seveso, 29 ottobre 1888 – Milano, 19 ottobre 1957) è stato un liutaio italiano.

Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Figlio di Adolfo e Sala Lodovica, Luigi nacque a Seveso, piccolo borgo della Brianza dove la lavorazione del legno era attività diffusa già all'epoca: intaglio, intarsio e mobili costituivano le principali lavorazioni di piccole botteghe artigiane. Cominciò quindi l'apprendistato come intagliatore del legno, affiancando la pratica ai corsi di ornato e intaglio della locale scuola di ebanisteria[1].
Successivamente rivolse la sua attività alla liuteria. Dopo un periodo di perfezionamento a Parigi, iniziò a lavorare sugli strumenti ad arco con Romeo Antoniazzi nel 1915, adottandone lo stile e formandosi sui modelli della scuola cremonese.[2]
L'esperienza acquisita gli consentì di aprire la propria bottega, dapprima ubicata in un piccolo locale a Seveso - suo paese natale - successivamente a Milano, in Piazza Borromeo 7, poi in Via Dolomiti 17.[1]

Dal 1 gennaio 1928 al 19 luglio 1930 fu assunto con la qualifica di "operaio" presso la Casa Musicale milanese "Monzino e Garlandini"[3], sotto la guida di Innocente Rottola dei fratelli Riccardo e Romeo Antoniazzi.[4]
Affiancato dal figlio Adolfo Lodovico (1914 - 1970) fu produttore di apprezzati strumenti ad arco e a pizzico. Oltre alla produzione personale, si occupò della riparazione di strumenti antichi. In un testo manoscritto d'archivio risultano citati: violini di Nicolas Lupot (1813); Ferdinando Gagliano (1769); Mattia Albani (1699); Pietro Antonio Landolfi (1755); Romedio Muncher (1930); Ceruti (1862).[5]
Negli Anni Venti e Trenta consolidò la professione di liutaio, presentando le sue opere a numerosi e prestigiosi concorsi di rilevanza nazionale.
Rimasto solo nel periodo bellico per la partenza al fronte del figlio, continuò comunque l'attività, pur nelle severe condizioni del tempo: il 20 settembre 1944 il laboratorio di Via Dolomiti subì gravi danni a causa di un bombardamento aereo alleato, nel quale andarono distrutti strumenti in lavorazione e molte attrezzature.[6]
Nel dopoguerra, ripresa l'attività, espanse la sua rete di vendita collaborando con i negozi Messaggerie Musicali e Ricordi di Milano. Concentrò la sua produzione sulle chitarre acustiche e semiacustiche elettriche, destinate soprattutto a orchestre e gruppi jazz che animavano la vita notturna dei locali milanesi.
Morì a Milano nel 1957, lasciando l'attività all'unico figlio Adolfo Lodovico, che proseguì la produzione di soli strumenti a pizzico[7].
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Produzione e tecnica
Riepilogo
Prospettiva

Strumenti ad arco


Galimberti fu un produttore molto prolifico di strumenti ad arco: sono a lui attribuiti violini, viole, violoncelli e contrabbassi. Ha eseguito anche un violino intagliato con decori e figure, di pregevole fattura e rappresentativo delle sue capacità tecniche.

Gli strumenti per forme e dimensioni si rifanno ai modelli classici della scuola cremonese, con alcune caratteristiche della scuola di Antoniazzi[2], soprattutto nelle punte, nella sguscia, nel capotasto. Le teste hanno la voluta e il dorso molto intagliati[8]. I legni sono generalmente molto belli e curati, anche negli strumenti "da studio". Le vernici variano dal colore arancio-giallo al bruno-arancio.
Ha usato diversi stili di etichette personali, tutte in stampa con diverse diciture: "LUIGI GALIMBERTI/fece a Seveso l'anno 192.."; "LUIGI GALIMBERTI/fece a Milano l'anno 193.." con l'ultima cifra dell'anno manoscritta a penna. La firma in calce è sempre olografa. Alcuni strumenti con cartiglio della Ditta Monzino prodotti da Galimberti presentano la sua firma olografa in calce.
Gli strumenti hanno generalmente anche una marca a fuoco con le sue iniziali "LG" inscritte in un cerchio sormontato da un piccolo giglio stilizzato: lo utilizzò principalmente per la marcatura interna, ma in alcuni strumenti è presente anche esternamente sulla parte superiore del fondo, sotto la nocetta.
Strumenti a pizzico

L'ecletticità tecnica di Galimberti gli permise di cimentarsi anche nella produzione di innumerevoli tipi di strumenti a pizzico. Assecondando le esigenze della clientela e le richieste delle Case Musicali realizzò chitarre classiche, mandolini, chitarre arpa, mandolini arpa. Con il diffondersi della musica di intrattenimento nel dopoguerra, si affermò come produttore di chitarre jazz elettriche a doppi rivelatori (con comandi sullo strumento o sulla scatola attaccacorde[9]) e mandolini elettrici.


I corpi delle chitarre classiche presentano pregevoli materiali e finiture raffinate; intagli e decorazioni sono utilizzati negli strumenti più inusuali come le chitarre arpa.
I cartigli di questi strumenti differiscono a volte da quelli utilizzati nei violini, soprattutto nel dopoguerra, con etichette più ampie e richiami alle Case Musicali: "L. GALIMBERTI/RINOMATO LIUTAIO/FECE L'ANNO 19../MILANO/VIA DOLOMITI, 17"; "L. Galimberti/RINOMATO LIUTAIO - MILANO/ fecit anno 19...../ESCLUSIVITÀ DI VENDITA:/MESSAGGERIE MUSICALI - Milano". Le ultime cifre dell'anno sono manoscritte, con firma olografa.
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Concorsi e riconoscimenti
- Medaglia d'argento categoria violini, V Concorso nazionale di Liuteria, Reale Accademia Filarmonica Romana, Roma 1931
- Medaglia d'oro per quartetto d'archi al II Concorso Nazionale di Liuteria, Padova 1931
- 3º Premio categoria violini, VI Concorso nazionale di Liuteria, Reale Accademia Filarmonica Romana, Roma 1933
- Medaglia d'argento per una viola al Concorso Nazionale di Liuteria, Firenze 1935[5]
- Diploma d'onore e medaglia del Comune di Milano per strumenti a corda, Concorso per l'artigianato artistico lombardo, Milano 1946
- Diploma d'onore e medaglia d'oro XXI, Mostra Mercato Internazionale dell'Artigianato, Firenze 1957
Prese parte con quattro violini e una viola alla storica Mostra Nazionale di Liuteria Moderna del 1937, organizzata a Cremona per celebrare il bicentenario della morte di Antonio Stradivari.[2]
Musicisti
Testimonianze della diffusione e dell'apprezzamento dei suoi strumenti sono riscontrabili nelle fotografie con dedica e attestazioni di stima di musicisti dell'epoca (Rolando Balzaretti; Manlio Biagi; Renzo Chiodi; Gaspare De Lama; Cosimo Di Ceglie; Federico Galimberti; Ercole Galli; Alighiero Noschese; Bruno Policenti; Angelo Servida; Ettore Tolotti; Valerio Vancheri; Luciano Zuccheri).
Collezioni
- Museo Civico degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco (Milano)[10] - violino, 1939 (non esposto)[8]
- Collezione MONZINO[11] - Museo Civico degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco (Milano) - chitarra arpa; due mandolini arpa. (non esposti)
- Museo del Violino (Cremona)[12]- violino, 1934 (Cremona, Comune di Cremona)
- The Miner Museum of Vintage, Exotic & Just Plain Unusual Musical Instruments (Tarzana, CA - USA)[13]- chitarra arpa, 1932 (Collezione privata Gregg Miner)[14]
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Galleria d'immagini
- Strumenti ad arco
- Violino
- Violino
- Quartetto d'archi
- Violino 1930
- Violino 1939
- Violino intagliato
- Strumenti a pizzico
- Chitarra "modello Stradivari"
- Chitarra "modello spagnolo"
- Chitarra "modello spagnolo da concerto"
- Chitarra Torres 1951, abete
- Chitarra Torres 1951, abete
- Mandolino arpa
- Chitarra arpa 1932
- Chitarra arpa
- Chitarra jazz
- Chitarra semiacustica
- Chitarra semiacustica
- Chitarra semiacustica
- Chitarra semiacustica
- Chitarra semiacustica
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- Mandolino elettrico
- dediche di musicisti a Luigi Galimberti
- Rolando Balzaretti
- Rolando Balzaretti
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- Cosimo Di Ceglie
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- Federico Galimberti
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- Luciano Zuccheri
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Note
Bibliografia
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