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giornalista e saggista italiano (1936-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Luciano Garibaldi (Roma, 28 settembre 1936) è un giornalista e saggista italiano.
Allievo, dalla prima alla terza media, dei Padri Scolopi dell'Istituto Calasanzio di Cornigliano (quartiere di Genova); studiò al Liceo classico «Andrea D'Oria». A 14 anni si iscrisse all'Azione Cattolica e poi alla Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI). Avviò gli studi universitari ma sacrificò la laurea per la passione verso il giornalismo[1].
Giornalista professionista dal 1957, dal 1958 al 1968 è stato collaboratore del settimanale Tempo e redattore al Corriere Mercantile di Genova, curando anche la corrispondenza per il Roma di Napoli. Nel 1964 ha pubblicato a puntate, su diversi quotidiani nazionali, una ricostruzione storica del fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, realizzata intervistando i superstiti di quell'evento.
Nel 1968 ha seguito gli eventi accaduti in Cecoslovacchia in seguito all'invasione sovietica. Dal 1969 è stato inviato speciale del settimanale Gente. Nel 1974 è stato assunto dal Giornale di Indro Montanelli. Divenuto caporedattore centrale di Gente nel 1976, nel 1984 ha ricoperto lo stesso ruolo nel quotidiano La Notte. Dal 1986 al 1994 ha collaborato alla terza pagina di Avvenire; tra il 1992 e il 1995 è stato editorialista de L'Indipendente e poi de Il Giornale.
In un articolo pubblicato dalla rivista Il Timone nell'aprile 2006, avanza dei dubbi sulla regolarità del referendum istituzionale del 1946 sostenendo che Palmiro Togliatti abbia truccato i voti tramite il Ministero della Giustizia, all'epoca controllato da lui[2]. Oltre a quella sopracitata, collabora con le testate Studi Cattolici, Il Sussidiario e Riscossa Cristiana.
Luciano Garibaldi ha all'attivo oltre 40 libri di storia, prevalentemente centrati su fascismo, nazismo e seconda guerra mondiale. Un secolo di guerre, scritto nel 2001 per la White Star, è stato tradotto in otto lingue, tra cui il cinese. Per Enigma Books di New York ha scritto Mussolini: the secrets of his death, che approfondisce l'ipotesi già sostenuta ne La pista inglese (Ares, Milano 2002) su chi abbia veramente ucciso Mussolini e Claretta Petacci: non i partigiani del CLNAI, ma un commando del Special Operations Executive (SOE) britannico per ordine di Churchill che intendeva porre una pietra tombale sui suoi rapporti col duce in funzione antisovietica.
La pista inglese viene sostenuta anche nei diari postumi (pubblicati a fine 2014) di Vanni Teodorani, nipote acquisito del duce e suo stretto collaboratore. La pubblicazione è stata decisa dai figli di Teodorani a 50 anni dalla sua morte. Teodorani fece parte di una missione del «Counter Intelligence Corp» americano, diretta dal colonnello Snowden, che aveva lo scopo di portare Mussolini in Sardegna onde sottrarlo all'esecuzione capitale ad opera dei partigiani. Ma il piano fu vanificato dagli inglesi, che ingannarono i loro alleati d'oltreoceano.
Nel 2011 Garibaldi ha pubblicato O la Croce o la Svastica (Lindau) sull'azione di Papa Pio XII volta a contrastare i crimini nazisti; l'anno seguente è uscito Gli eroi di Montecassino (Mondadori, Oscar Storia) dedicato ai polacchi che liberarono l'Italia; nel 2014 ha pubblicato Adolf Hitler. Il tempo della svastica (White Star, Gruppo DeAgostini), scritto assieme alla figlia Simonetta Garibaldi e pubblicato anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Da due suoi libri sugli anni di piombo, dedicati al giudice Mario Sossi, rapito dalle Brigate Rosse, e al commissario Luigi Calabresi, assassinato da Lotta Continua, sono state tratte le fiction televisive Gli anni spezzati, sceneggiate e dirette dal regista Graziano Diana e andate in onda in prima serata su RaiUno nel gennaio 2014.
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