Lex Manilia
Plebiscito del 66 a.C. sulla concessione di poteri a Pompeo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Lex Manilia, proposta dal tribuno della plebe Gaio Manilio, fu una legge romana approvata nel 66 a.C.,
Legge Manilia | |
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![]() Senato di Roma | |
Tipo | Plebiscito |
Nome latino | Lex Manilia de impero Cn. Pompei |
Autore | Gaio Manilio |
Anno | 66 a.C. |
Leggi romane |
Disposizioni
La lex Manilia riuscì ad essere promulgata soprattutto per l'aiuto politico di Cesare e Cicerone.[1] Questa legge diede a Pompeo Magno il potere supremo per condurre la terza fase della guerra contro re Mitridate VI del Ponto, portata avanti fino a quel momento da Lucio Licinio Lucullo. Approvata un anno dopo la lex Gabinia, che aveva concesso ampi poteri a Pompeo per spazzare via i pirati dal Mediterraneo, questa nuova legge fece inferocire molti aristocratici, umiliati per la seconda volta dalla plebe. Alla fine però, le vicende diedero ragione a chi aveva votato la Lex Manilia: nel 63 a.C., ormai sconfitto, Mitridate si suicidò.[2] Roma si liberò così definitivamente di un altro acerrimo nemico, che per decenni le aveva creato problemi in Asia Minore.[3]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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