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scrittore e giornalista italiana (1925-2018) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Leopoldo Paciscopi (Cavriglia, 2 ottobre 1925 – Fiesole, 14 maggio 2018[1]) è stato uno scrittore, giornalista e storico del cinema muto italiano.
Il padre Dario, attore del cinema muto, lo introduce fin da bambino nel mondo letterario e artistico che fa capo al caffè delle Giubbe Rosse, nella Piazza Vittorio (oggi della Repubblica) a Firenze[2]. Lì, dal 1941 al 1944 stringe rapporti di amicizia con Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Eugenio Montale, Romano Bilenchi, Alfonso Gatto. Partecipa in ruoli di responsabilità alle vicende che portano al ritorno della democrazia in Italia.
Dal 1946 al 1952 è stato caporedattore responsabile del settimanale Toscana Nuova di Firenze, dal 1952 al 1956 redattore e critico cinematografico del quotidiano Nuovo Corriere di Firenze, dal 1956 al 1977 inviato speciale del quotidiano La Nazione e de Il Resto del Carlino di Bologna. Dal 1995 è collaboratore della rivista della Fondazione Giovanni Spadolini, Nuova Antologia di Firenze.[3]
Dal 1995 ha fatto parte del comitato scientifico della Fondazione Primo Conti a Fiesole e dal 2009 del comitato scientifico della Fondazione Ardengo Soffici a Poggio a Caiano. Attivo pittore, è stato tra i fondatori nel 1946 a Firenze del gruppo d'avanguardia Arte d'Oggi.
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