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Leopold von Sacher-Masoch

scrittore e giornalista austriaco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Leopold von Sacher-Masoch
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Il barone Leopold von Sacher-Masoch (Leopoli, 27 gennaio 1836Lindheim, 9 marzo 1895 oppure Mannheim, 1905) è stato uno scrittore e giornalista austriaco di origini ucraine. Il termine "masochismo" deriva dal suo nome. La sua opera più celebre è Venere in pelliccia.

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Leopold von Sacher-Masoch

Biografia

Riepilogo
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Nacque da Leopold Johann Nepomuk Ritter von Sacher, direttore della polizia di Leopoli, e di Caroline Edle von Masoch, ultima discendente di un' antica famiglia slava. Suo nonno, Johann Nepomuk Stephan von Sacher, era direttore della miniera di sale di Wieliczka, ed ottenne nel 1817 il titolo di Croce di Cavaliere dell'Ordine di Leopoldo, e l'elevazione al Cavalierato Nobiliare.

Laureato in giurisprudenza, fu anche narratore e autore di romanzi realistici di ambiente galiziano ed ebraico (L'ultimo re dei Magiari, 1867; Racconti galiziani, 1876; Storie di ebrei polacchi, 1886).

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Ritratto di Sacher-Masoch

Sacher-Masoch deve la sua fama ai romanzi erotici (Venere in pelliccia, 1870; Le messaline di Vienna, 1874; Falso ermellino, 1873-1879; Donne crudeli, 1907 postumo), nei quali viene descritta la parafilia che gli fu tipica fino da adolescente[1], e che lo psichiatra Richard von Krafft-Ebing chiamò successivamente masochismo. Unita al sadismo (dal marchese de Sade, 1740-1814), ha dato origine alla parola sadomasochismo. Egli cercò sempre, più che donne sadiche, donne che accettassero di impersonare il ruolo.

Infine cominciò a dare segni di forte squilibrio mentale e aggressività, oltre al suo solito masochismo, e venne ricoverato dalla seconda moglie Hilda Meister nel manicomio di Lindheim nel 1895, anno in cui viene annunciata la sua morte (altra coincidenza biografica con la vita di Sade, che morì in manicomio). Secondo alcuni studiosi, Leopold sarebbe invece deceduto nel manicomio di Mannheim dieci anni più tardi (1905).[2]

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Aurora von Rümelin
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Sacher-Masoch insieme a Fanny Pistor; la loro relazione durò sei mesi nel 1869.

La sua vita privata cominciò a essere conosciuta solo dopo la morte, quando Aurora "Wanda" von Rümelin (che sposò nel 1873 e che fu sua moglie per una decina d'anni) pubblicò (nel 1905) le proprie memorie sotto lo pseudonimo di Wanda von Sacher-Masoch (il nome Wanda con cui Masoch la soprannominava è quello della protagonista di Venere in pelliccia, personaggio ispirato sia da Aurora che da un'amante precedente, la scrittrice Fanny Pistor); sono state tradotte da Adelphi col titolo Le mie confessioni.

Sacher-Masoch era pro-prozio della cantante e attrice britannica Marianne Faithfull, tramite sua madre, la baronessa austriaca Eva von Sacher-Masoch, coniugata Erisso, discendente del fratello dello scrittore.[3]

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