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dramma giocoso di Joseph Haydn Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La vera costanza Hob. 28/8, è un dramma giocoso di Joseph Haydn. Il libretto costituisce una versione abbreviata dell'omonimo testo di Francesco Puttini, messo in musica a Roma nel 1776 da Pasquale Anfossi. La storia esplora i problemi di una eroina sentimentale abbandonata da un amante pazzo.[1]
La vera costanza | |
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Lingua originale | italiano |
Genere | Dramma giocoso |
Musica | Franz Joseph Haydn |
Libretto | Francesco Puttini |
Atti | tre |
Prima rappr. | 25 aprile 1779 |
Teatro | Teatro di Eszterháza, a Fertőd |
Personaggi | |
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L'opera fu scritta per la corte degli Eszterházy e rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1779. Fu ripresa nell'aprile 1785, quando Haydn apparentemente dovette ricreare gran parte dell'opera a memoria, essendo lo spartito originale andato in gran parte perduto. L'opera venne rappresentata a Presburgo (Bratislava) (nel 1786 come Der flatterhafte Liebhaber oder Der Sieg der Beständigkeit), Budapest, Vienna (nel 1790 al Burgtheater) e Brno tra il 1786 e il 1792 con il titolo Der flatterhafte Liebhaber e a Parigi nel 1791 con il titolo Laurette.
Nel 1976 avviene la prima nel Curtain Theatre di Londra e venne registrata nello stesso anno dalla Philips con la Radio della Suisse Romande e l'Unione europea di radiodiffusione e nel settembre 1990 dalla Brilliant Classics (Brilliant 93782/50-51). Dal 1980 è stata rappresentata a Lione (1980), Assisi (1982) Vienna (1982) Amsterdam (1990) e più recentemente a Reggio Emilia (2010) e a Londra (2012). [2] La Bampton Classical Opera l'ha messa in scena nel 2004 in lingua inglese.
Ruolo | Voce | Cast della prima: 25 aprile 1779 (Direttore d'orchestra: – ) |
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Conte Errico, marito segreto di Rosina | tenore | Andrea Totti |
Rosina, una pescatrice | soprano | Barbara Ripamonti |
Baronessa Irene, zia del conte Errico | soprano | Catharina Poschva |
Lisetta, cameriera della baronessa | soprano | Marianna (Anna) Zannini |
Il marchese Ernesto, amico di Errico | tenore | Vito Ungricht |
Masino, pescatore, fratello di Rosina | tenore | Leopold Dichtler |
Villotto, un uomo ricco e sciocco | basso | Benedetto Bianchi |
L'orchestra è costituita da uno (o due) flauti, due oboe, due fagotti, due corni, timpani, archi e basso continuo.
Primo atto
Un villaggio in riva al mare
Una piccola barca giunge a stento a riva durante una tempesta, e gli abitanti del villaggio di pescatori aiutano i quattro passeggeri a scendere a terra.
La baronessa Irene, la sua cameriera Lisetta, il proprietario terriero locale, il marchese Ernesto (che spera di sposare la baronessa) e un ricco bellimbusto, Villotto, offrono ai naufraghi un rifugio nel cottage di Masino, capo pescatore, e di sua sorella Rosina.
La baronessa ha sentito voci di uno sconveniente intreccio amoroso tra Rosina e suo nipote Errico. Per evitare questo legame decide che Rosina debba immediatamente sposare lo sciocco Villotto. Spiega perciò a Rosina i vantaggi di un ricco matrimonio del genere. L'imbarazzo e la riluttanza di Rosina vengono intesi, dalla baronessa, come segno di modestia, ma Rosina è in realtà già segretamente sposata con il conte che l'ha abbandonata, e dal quale ha avuto un figlio.
Villotto è deliziato dall'idea di sposare Rosina, ma il fratello Masino cerca di convincerlo che non ha alcuna possibilità di realizzare il suo sogno.
Arriva il conte Errico e minaccia di sparare a Villotto a meno che questi non abbandoni Rosina. Masino viene minacciato da Ernesto; la baronessa ha detto che non lo sposerà finché suo nipote è sposato, quindi è nel suo interesse che Rosina accetti immediatamente di sposare Villotto.
Villotto, dopo le minacce di Errico, diventa più riluttanti, con grande scorno della baronessa. Lisetta aumenta la confusione di Masino, dichiarandogli il suo amore e Errico decide di testare la costanza di Rosina.
Lui le parla con disprezzo e la offre a Villotto, che ha deciso di fuggire dalla sua situazione cercando fortuna in guerra. Il conte gli consiglia che l'amore e la guerra richiedono simile audacia.
Rosina racconta a Lisetta della sua disgrazia, che cinque anni prima aveva incontrato e sposato il conte. Villotto, ispirato dal discorso bellicoso del conte rivolge nuovamente le sue attenzioni verso Rosina. Rosina parla alla baronessa dicendole che preferirebbe morire piuttosto che sposare forzatamente Villotto, Masino aggiunge la sua voce, ma la baronessa intima ad entrambi di tacere. Un litigio tra Villotto e Masino è scongiurato da Lisetta, che li avverte che il conte Ernesto è sulla loro strada. Quando Rosina implora la morte, il conte la abbraccia; sorpreso dalla baronessa al conte viene mostrato un ritratto della donna alla quale lei lo vuole far sposare. Quando lui lo osserva, Rosina teme di aver perso il suo amore.
Secondo atto
Scena I - Castello della baronessa
Masino e Villotto sono entrambi sconcertati dalle circostanze. Ernesto supplica Rosina di accettare Villotto, spiegando che così sarà in grado di sposare la baronessa. Ciò viene frainteso dalla baronessa e dal conte, che si rivolgono a Rosina. Villotto e Lisetta la respingono e Rosina dichiara che la morte sarebbe la benvenuta se non fosse per il figlio, e decide di fuggire.
Il Conte infuriato per la sua apparente infedeltà, ordina a Villotto di inseguire e uccidere lei e il fratello.
Lisetta capisce l'equivoco in cui tutti sono caduti quanto Ernesto disse a Rosina, e si reca dal Conte per dirgli che Rosina è davvero fedele a lui e lo ama. Il conte, inorridito al pensiero degli ordini omicidi che ha dato a Villotto, immaginando di essere Orfeo in cerca della moglie, si precipita a cercarla.
Scena II - La capanna di Rosina e le rovine di una torre
Disperata, Rosina si nasconde nella torre con il suo giovane figlio. Masino, esaurito dagli sforzi compiuti per cercarla, si addormenta.
Villotto lo trova, trae la sua spada per ucciderlo, ma viene fermato da Lisetta, che poi incontra la baronessa e Ernesto. Lei cerca di spiegare l'innocenza di Rosina, ma loro non riescono a capire e vanno in cerca di Rosina. Il Conte entra, vede un bambino che piange (suo figlio) e il ragazzo lo accompagna da Rosina. Il conte si pente e li abbraccia entrambi in presenza di tutti gli altri, decidendo di sfidare la rabbia della baronessa e di Ernesto.
Terzo atto
Per far separare Rosina e il conte, la baronessa ha inviato ad entrambi una falsa lettera (presumibilmente scritta da l'altro) per rompere il rapporto. Anche se in un primo momento entrambi ci credono, presto scoprono l'inganno e si giurano amore reciproco. Il Conte presenta la moglie e il figlio alla baronessa e ad Ernesto e Rosina chiede perdono alla baronessa, che accetta la sconfitta e promette di sposare Ernesto. Tutti cantano lodi alla costanza e alla virtù.
L'ouverture conduce direttamente all'apertura con il sestetto del naufragio. I finali di Haydn per degli atti I e II aspirano all'ideale mozartiano nella loro attenzione ai dettagli della struttura testuale, la caratterizzazione, la posizione e gli eventi teatrali, puntualizzando la tecnica drammatica di Haydn. Altri punti salienti sono l'aria del conte, in quattro parti con corni e timpani, "A trionfar t'invita", i lamenti di Rosina "Dove fuggo" e " care spiagge". [3]
Antal Doráti registrò l'opera con la Lausanne Chamber Orchestra e Jessye Norman, Helen Donath, Claes-Håkan Ahnsjö e Domenico Trimarchi nel 1976.
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