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farmaco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il ketoprofene è un farmaco antinfiammatorio non steorideo (FANS), derivato dell'acido propionico e simile all'ibuprofene, con azione analgesica, antipiretica e di antiaggregazione piastrinica.[2] È usato nel trattamento di artriti reumatoidi e osteoartriti. La molecola è spesso commercializzata sotto forma di sale di lisina, chimicamente più stabile e più facilmente conservabile nel tempo.
Ketoprofene | |
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Nome IUPAC | |
(RS)- acido 2-[3-(benzoil)fenil]propanoico | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C16H14O3 |
Massa molecolare (u) | 254,281 g/mol |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 244-759-8 |
Codice ATC | M01 |
PubChem | 3825 |
DrugBank | DBDB01009 |
SMILES | CC(C1=CC=CC(=C1)C(=O)C2=CC=CC=C2)C(=O)O |
Dati farmacocinetici | |
Legame proteico | 95-99% |
Emivita | 2-2,5 ore |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 301 - 315 - 319 - 335 |
Consigli P | 261 - 301+310 - 305+351+338 [1] |
La molecola fu ottenuta per sintesi in Francia nei laboratori di Rhône-Poulenc nel 1967, tre anni dopo l'ibuprofene.[2]
Il primo rapporto sull'impiego terapeutico del ketoprofene risale al 1972.[3] Nel 1973 il ketoprofene cominciò a essere utilizzato in Francia e nel Regno Unito come antinfiammatorio.
Oggi il farmaco è disponibile in circa 80 paesi[4]
In Italia viene commercializzato come Ketodol, Fastum Gel, Lasonil, Orudis e Oki ed è disponibile come medicinale equivalente.
Ketoprofene agisce attraverso l'inibizione della sintesi delle prostaglandine. L'inibizione avviene attraverso il blocco reversibile dell'enzima prostaglandina-endoperossido sintasi, noto anche come cicloossigenasi: viene così impedita la produzione di mediatori dell'infiammazione (e del dolore) come le prostacicline e le prostaglandine. Il farmaco sarebbe anche dotato di attività di stabilizzazione della membrana lisosomiale.
Dopo somministrazione orale, il farmaco è rapidamente e ampiamente assorbito dal tratto gastrointestinale. La concentrazione plasmatica massima (Cmax) è raggiunta entro un'ora dalla somministrazione. Quand'è somministrato per via intramuscolare i picchi plasmatici sono raggiunti entro 30 minuti. A livello del liquido sinoviale le concentrazioni raggiunte sono inferiori a quelle ematiche, ma tendono a persistere più a lungo, con benefici effetti sui dolori articolari. A questo livello si ha un effetto cumulativo delle dosi somministrate.[5][6] Il legame con le proteine plasmatiche è variabile fra il 95% e il 99%. Ketoprofene attraversa con facilità la barriera ematoencefalica già entro 15 minuti dalla somministrazione del farmaco per via intramuscolare. La molecola è ampiamente metabolizzata ed eliminata in prevalenza per via urinaria, per oltre la metà sotto forma di metaboliti, e in misura minima tramite le feci (1% circa).[7]
Il farmaco trova indicazione nei soggetti affetti da artrite reumatoide,[8][9][10] spondilite anchilosante,[11][12][13] osteoartrosi e gotta acuta.[14][15][16] È inoltre utilizzato per il controllo del dolore in caso di borsiti, tendiniti, sinoviti, contusioni, distorsioni, lussazioni e distrazioni muscolari.[17] Cerotti medicati per uso topico, contenenti il principio attivo ketoprofene, sono utilizzati per il trattamento del dolore muscolo-scheletrico, dell'indolenzimento, delle artralgie e del comune mal di schiena.
Ketoprofene è controindicato nei soggetti con ipersensibilità nota verso il principio attivo oppure uno qualsiasi degli eccipienti della formulazione farmaceutica. È inoltre controindicato in soggetti affetti da insufficienza cardiaca grave, ulcera peptica in atto o storia clinica di emorragia gastrointestinale, diatesi emorragica, leucopenia e piastrinopenia e insufficienza epatica e renale grave. Il trattamento con anticoagulanti rappresenta una possibile controindicazione: è possibile che ketoprofene ne potenzi l'attività.
Tipi di reazioni | Comuni (>1/100, <1/10) | Non comuni (>1/1.000, <1/100) | Rare (>1/10.000, <1/1.000) | Molto rare (<1/10.000) | Frequenza non nota |
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Disturbi del sangue e del sistema linfatico |
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Disturbi del sistema nervoso |
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Disturbi psichiatrici |
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Disturbi cardiaci e vascolari | |||||
Disturbi dell'udito e apparato vestibolare | |||||
Disturbi dell'apparato respiratorio |
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Disturbi gastrointestinali |
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L'uso del ketoprofene al termine della gravidanza può determinare il ritardo del parto e provocare alterazioni dell'emodinamica del piccolo circolo del nascituro con gravi conseguenze per la respirazione. L'inibizione della sintesi di prostaglandine può alterare la normale evoluzione della gravidanza e/o dello sviluppo embrio/fetale.
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