Kangchenjunga
La terza montagna più alta della Terra, situata in Nepal e India Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La terza montagna più alta della Terra, situata in Nepal e India Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Kangchenjunga è la terza montagna più elevata della Terra con i suoi 8586 m s.l.m. Situata al confine fra il Nepal e lo Stato indiano del Sikkim, è la cima più alta dell'India, il più orientale degli ottomila dell'Himalaya e, dal 1838 al 1849, ritenuta la vetta più elevata del pianeta, fino a quando rilevamenti britannici appurarono che Everest e K2 erano più elevati.
Kangchenjunga | |
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Da sinistra, il Kangchenjunga Sud e il Kangchenjunga, visti da Gangtok, a sud-est | |
Stati | Nepal India |
Altezza | 8 586 m s.l.m. |
Prominenza | 3 922 m |
Isolamento | 124 km |
Catena | Himalaya |
Coordinate | 27°42′11″N 88°08′52″E |
Altri nomi e significati | Kanchenjonga, Kangchen Dzö-nga, Khangchendzonga, Kanchenjanga, Kanchenjunga, Kachendzonga, Kangchanfanga |
Data prima ascensione | 25 maggio 1955 |
Autore/i prima ascensione | George Band e Joe Brown |
Mappa di localizzazione | |
L'origine del termine Kangchenjunga è incerta e controversa, ma una delle versioni più diffuse è quella che attribuisce alla parola la traduzione "cinque forzieri della grande neve" con riferimento ai cinque picchi di cui è composto il massiccio.
Il Kangchenjunga è costituito da cinque cime:[1]
Il Kangchenjunga ha una forma piramidale, con due facce trapezoidali e due triangolari opposte. La cresta sommitale è lunga circa 1,5 km, da nord-ovest a sud-est. È delimitata a nord dalla cima principale, a sud dalla cima sud e a metà vi si trova la cima centrale. Dalla cima principale a nord si dipartono due creste:
Dalla cima sud si dipartono le altre due creste:
La linea di confine tra Nepal e India passa per la cresta nord, la cresta sommitale e la cresta sud-ovest.
Anche le pareti, come le creste, sono quattro:[3][4]
Nel 1899 l'alpinista inglese Douglas William Freshfield effettuò il primo periplo documentato del Kangchenjunga. Con lui erano, tra gli altri, Edmund Johnston Garwood, il fotografo Vittorio Sella col fratello Emilio e l'assistente Erminio Botta,[5] la guida Angelo Maquignaz e il paṇḍit Rinzin Namgyal. Il gruppo partì il 5 settembre da Darjeeling, il 6 ottobre attraversò il passo Jongsong La e il 25 ottobre fece ritorno a Darjeeling. Durante il viaggio Garwood realizzò la prima carta geografica moderna della regione e Sella ne fotografò le montagne.[6][7]
Il primo tentativo di scalata avvenne nel 1905 da parte di una spedizione internazionale guidata da Aleister Crowley e composta da Jules Jacot-Guillarmod, Charles Reymond, Alexis Pache, un ufficiale dell'esercito e l'italiano Alcesti C. Rigo de Righi. Partirono da Darjeeling l'8 agosto e tentarono la salita per il versante sud-ovest. Il 1º settembre raggiunsero quota 6.500 metri. Durante una discesa dal ghiacciaio persero la vita Pache e tre portatori e la spedizione fu conclusa.[8]
Tra il 1929 e il 1931 tre spedizioni tentarono il Kangchenjunga, questa volta da nord. Nel 1929 e 1931 due spedizioni guidate da Paul Bauer provarono dalla cresta nord, tramite lo sperone est indiano. Nel 1930 una spedizione internazionale guidata da Günter Dyhrenfurth tentò sempre dalla cresta nord, ma raggiungendola dal versante ovest nepalese.[1]
La prima ascensione della cima principale fu compiuta il 25 maggio 1955 da George Band e Joe Brown, facenti parti di una spedizione inglese guidata da Charles Evans, per la parete sud-ovest. Il giorno successivo raggiunsero la vetta anche gli alpinisti Norman Hardie e Tony Streather.[9] Le restanti quattro vette, di altezza minore, furono scalate per la prima volta tra il 1973 e il 1978 da giapponesi e polacchi.
La prima ascensione della cima ovest, detta Yalung Kang, fu compiuta il 14 maggio 1973 da Takeo Matsuda and Yutaka Ageta, facenti parte di una spedizione giapponese. Entrambi gli alpinisti persero la vita durante la discesa.[1] Il Kangbachen fu scalato per la prima volta il 26 maggio 1974 da W. Branski, W. Klaput, M. Malatynski, K. Olech e Z. Rubinowski, facenti parti di una spedizione polacca.[10][11]
Nel 1978 una nuova spedizione polacca realizzò ancora le prime ascensioni delle cime sud e centrale. Il 19 maggio raggiunsero la vetta della cima sud Eugeniusz Chrobak e Wojciech Wroz. Il 22 maggio fu la volta della cima centrale per gli alpinisti Wojciech Branski, Andrzej Heinrich e Kazimierz Olech.[12] La prima ascensione italiana fu compiuta il 2 maggio 1982 da Innocenzo Menabreaz e Oreste Squinobal, insieme al portatore sherpa Nga Temba, facenti parte di una spedizione italiana guidata da Franco Garda. La salita avvenne per la via normale.[13]
La prima ascensione femminile fu effettuata dalla britannica Ginette Harrison il 18 maggio 1998, per la parete nord-ovest.[14]
La prima ascensione invernale fu compiuta l'11 gennaio 1986 da Jerzy Kukuczka e Krzysztof Wielicki, per la via normale sulla parete sud-ovest. Durante la salita l'alpinista polacco Andrzej Czok perse la vita in seguito ad un edema polmonare.[15][16]
Nel seguente elenco alcuni degli incidenti alpinistici più noti[non chiaro].
La via normale alla cima principale del Kangchenjunga è considerata quella del 1955 dei primi salitori, lungo la parete sud-ovest. Dal Great Shelf la via sale per il couloir detto Gangway fino a raggiungere la cresta ovest, in corrispondenza del colle tra la cima ovest e la principale. La cresta viene quindi costeggiata fino alla vetta.
Le seguenti vie sono tutte alla cima principale.
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