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filosofo tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Josef Pieper (Rheine, 4 maggio 1904 – Münster, 6 novembre 1997) è stato un filosofo tedesco.
È considerato come uno dei massimi esponenti del neotomismo del XX secolo.
Pieper studiò filosofia, diritto e sociologia nelle università di Berlino e Münster. Dopo aver lavorato come scrittore free-lance e sociologo, divenne professore ordinario di antropologia filosofica all'Università di Münster, dove insegnò dal 1950 al 1976. Come professore emerito continuò a tenere lezioni fino al 1996. Con sua moglie Hildegard tradusse in tedesco il saggio di Clive Staples Lewis Il problema della sofferenza cui aggiunse una postfazione "Sulla semplicità del linguaggio in filosofia". Nel maggio del 1994 a Münster si tenne un convegno per celebrare i suoi 90 anni.
Joseph Ratzinger conobbe Pieper nei suoi tre anni di permanenza a Münster, dal 1963 al 1966[1], dove un anno dopo il Concilio Vaticano II fu nominato professore di teologia dogmatica.[2] Nel 2008 presso la facoltà teologica di Paderborn è stato inaugurato un centro studi sulla vita e le opere di Pieper, il Josef Pieper Arbeitsstelle[3], coordinato dal rettore Berthold Wald, che è anche il curatore dell'edizione critica del filosofo tedesco.[4] In relazione a tale evento, il Papa indirizzò una lettera all'Arcivescovo Hans-Josef Becker nella quale definì Pieper suo amico e Maestro[3], membro di un circolo di intellettuali del quale fecero parte anche von Balthasar, de Lubac, Guardini e Gottlieb Söhngen.[1]
Nel 2010 a Paderborn si è tenuto un convegno sulla "Visione dell'uomo di Josef Pieper e C. S. Lewis".
La sua filosofia si radica principalmente nella Scolastica di Tommaso d'Aquino e negli insegnamenti di Platone. In sessant'anni di attività come filosofo e scrittore, Pieper ha divulgato il pensiero occidentale con un linguaggio chiaro, sottolineandone la sua perdurante attualità.
Pieper influenzò profondamente il pensiero del futuro pontefice, in particolar modo riguardo allo studio delle tre virtù teologali (fede, speranza e carità).[5] La sua ultima pubblicazione prima dell'elezione al soglio pontificio, dal titolo The Yes of Jesus Christ: Spiritual Exercises in Faith, Hope and Love, fu dedicata a Pieper in occasione del suo 85º compleanno. In occasione del Natale 2011, menzionò Pieper con riferimento al viaggio apostolico di Madrid:
«Come ultima caratteristica da non trascurare nella spiritualità delle Giornate Mondiali della Gioventù vorrei menzionare la gioia. Da dove viene? Come la si spiega? Sicuramente sono molti i fattori che agiscono insieme. Ma quello decisivo è, secondo il mio parere, la certezza proveniente dalla fede: io sono voluto. Ho un compito nella storia. Sono accettato, sono amato. Josef Pieper, nel suo libro sull'amore, ha mostrato che l'uomo può accettare se stesso solo se è accettato da qualcun altro. Ha bisogno dell'esserci dell'altro che gli dice, non soltanto a parole: è bene che tu ci sia. Solo a partire da un "tu", l'"io" può trovare se stesso. Solo se è accettato, l'"io" può accettare se stesso. Chi non è amato non può neppure amare se stesso.»
Con Joseph Ratzinger e padre Bernard Lonergan, Pieper fu maestro di padre Matthew Lamb, teologo statunitense, membro dell'American Academy of Religion e del direttivo editoriale della rivista teologica Communio[7].
Nel 1981 Pieper ha ricevuto il Premio Balzan per la filosofia, nel 1987 è stato insignito del Premio dello Stato della Renania Settentrionale-Vestfalia e nel 1990 dell'Anello d'Onore della Società Görres per la promozione della scienza.
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