Jamiano
frazione di Doberdò del Lago Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Jamiano[1][2][3], o Iamiano[4][5], (Jamlje[3] in sloveno) è una frazione del comune sparso di Doberdò del Lago (GO), nel Friuli-Venezia Giulia, abitato prevalentemente da una popolazione di lingua slovena. Alla frazione, che confina con la Slovenia nei pressi della frazione di Clarici (Klariči) del comune di Comeno, afferiscono le località di Comarie (Komarji) e Sablici (Sabliči).
Jamiano frazione | |
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(IT) Jamiano, (SL) Jamlje | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | Gorizia |
Comune | Doberdò del Lago |
Territorio | |
Coordinate | 45°49′10.2″N 13°34′51.6″E |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 34070 |
Prefisso | 0481 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | GO |
Patrono | Sant'Antonio da Padova |
Cartografia | |
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, e la parentesi del Regno ostrogoto, a seguito della Guerra gotica (553) promossa dall'imperatore Giustiniano I il suo territorio entrò a far parte dei domini bizantini. Dopo la calata, nel 568, attraverso la Valle del Vipacco nell'Italia settentrionale dei Longobardi, seguiti poi da popolazioni slave, entrò a far parte del Ducato del Friuli. In seguito alla caduta del regno longobardo e alla sua inclusione nei domini Franchi da parte di Carlo Magno, nel 781 entrò nel Regnum Italicorum affidato da Carlo al figlio Pipino; nell'803 venne istituita la Marchia Austriae et Italiae che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria. Alla morte di Pipino nell'810, il territorio passò in mano al figlio Bernardo[6].
Con la morte di Carlo Magno nell'814, la carica imperiale passò a Ludovico I che affidò il Regno d'Italia al suo primogenito Lotario, il quale già nell'828 (dopo aver deposto Baldrico per non aver saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi) divise la parte orientale del Regno, ossia la Marca Orientale (o del Friuli), in quattro contee: Verona, Friuli, Carniola e Istria (comprendente il Carso e parte della Carniola interna). In seguito al Trattato di Verdun, nell'843, il suo territorio entrò a far parte della Lotaringia[7] in mano a Lotario I e più specificatamente dall'846 della Marca del Friuli, in mano al marchese Eberardo a cui succedettero prima il figlio Urnico e poi l'altro figlio Berengario.
Cessato il dominio franco con la deposizione di Carlo il Grosso, Berengario, divenuto re d'Italia, passò il marchesato aquileiese al suo vassallo Vilfredo che venne poi nell'895 da lui nominato marchese del Friuli e dell'Istria. Nel 951 passò alla Marca di Verona e Aquileia[8]; nel 952 l'imperatore Ottone I obbligò il re d'Italia Berengario II a rinunciare alle contee “Friuli et Istria”, unendole al Impero romano-germanico e subordinandole al Ducato di Baviera tenuto dal suo fratellastro Enrico I a cui successe il figlio Enrico II. Nel 976 passò al Ducato di Carinzia[9] appena costituito dall'imperatore Ottone II.
Dal 1027 il suo territorio, come tutto il Carso[10], fece parte del Patriarcato di Aquileia, che da quell'anno venne proclamato da Corrado II, nella dieta di Verona, “feudo immediato dell'impero”, venendo così tolto dalla dipendenza dei duchi di Carinzia; nel 1077 il Patriarcato venne innalzato (e costituito dall'imperatore Enrico IV) a Principato ecclesiastico di Aquileia, che ebbe influenza, mediante apposito diploma emesso lo stesso anno dall'imperatore, anche sulla marca di Carniola e sulla contea dell'Istria (quest'ultima già dal 1040 avente lo status di Marchia et Comitatus Histriae, e dal 1070 ceduta dall'imperatore a Marquardo III di Eppenstein; Marquardo III, aveva sposato Edvige o Haldemud, figlia di Wilpurga e Variento, duca del Friuli e signore di Gorizia[11], dal quale ereditò le signorie isontine).
La località è menzionata per la prima volta in un documento come Jamloch[12] nel 1297. Dall'XI secolo comparvero sulle coste triestine i Duinati, una stirpe di guerrieri germanici, che si stabilirono nei resti della torre romana di Duino; vassalli del vescovo di Pola alla fine del XII secolo avevano terre e Castelli nel Carso tra i golfi di Trieste e di Fiume; inizialmente i rapporti tra i patriarchi e i cavalieri di Duino (vassalli dei primi) furono cordiali, ma successivamente i Duinati strinsero solidi rapporti con i potenti conti di Gorizia, divenendone capitani generali, che mal tolleravano l'influenza di Aquileia nella regione; specialmente Ugone II fu a fianco del conte Alberto di Gorizia in molte circostanze.
Il rapporto tra Duinati e i conti goriziani durò fino al 1337, quando i Duinati dopo essersi riavvicinati ai patriarchi, si allearono ai duchi d'Austria e cioè alla potente famiglia degli Asburgo; il passaggio di alleanza fu dovuto soprattutto all'esigenza di trovarsi un protettore più potente dalle insidie e dai pericoli rappresentati dalla forte ondata espansionista veneziana nell'Adriatico settentrionale che riprese vigore agli inizi del XIV secolo e che portò la vicina Monfalcone nei domini della Serenissima nel 1420. Duino, divenuta uno dei Capitanati della Contea di Gorizia e Gradisca nel 1512, assieme ad altri feudi del Carso, fu poi ceduta alla Carniola nel 1524[13][14], a sua volta parte del Circolo austriaco del Sacro Romano Impero.
Nel 1783 divenne regia ed imperiale stazione di posta sulla strada del Vallone, tronco importante sulla direttrice Vienna-Trieste[15]. Dopo il Trattato di Campoformido e al successivo Trattato di Lunéville, rimase alla Monarchia asburgica; con il trattato di Schönbrunn (1809) entrò a far parte delle Province Illiriche. Col Congresso di Vienna nel 1815 rientrò in mano austriaca nel Regno d'Illiria nel Distretto di Duino del Circolo d'Istria (1818) poi Circolo di Gorizia (1825)[1], come comune autonomo che comprendeva le località di Comarie (Komarji) e Sablici (Sabliči) dell'attuale comune di Doberdò del Lago e Medeazza con San Giovanni di Duino dell'attuale comune di Duino-Aurisina; passò in seguito sotto il profilo amministrativo al Litorale austriaco nel 1849 venendo assorbito dal comune di Duino[3].
Durante la prima guerra mondiale fu teatro, verso ovest, della Sesta battaglia dell'Isonzo e della Settima battaglia dell'Isonzo (la quota 144, Arupacupa, venne conquistata dai Bersaglieri il 16 settembre del 1916), mentre la stessa Jamiano venne presa temporaneamente dalle truppe italiane il 10 Ottobre 1916 durante l'Ottava battaglia dell'Isonzo[15] e poi stabilmente nel maggio 1917 durante la Decima battaglia dell'Isonzo. Particolare punto di riferimento durante l'evolversi della guerra fu la Grotta dell'Artiglieria, una grotta del sistema carsico utilizzata come punto di fuoco sia dagli austriaci che dagli italiani.
Dopo la prima guerra mondiale fu annesso al Regno d’Italia e venne congiunto nel medesimo comune[2] alla Provincia di Gorizia nel distretto di Monfalcone. In seguito all'abolizione della stessa Provincia nel 1923, passò alla Provincia di Trieste[5] nel Circondario di Trieste, mandamento di Monfalcone, sempre come frazione del comune di Duino; nel 1928 passò al neocostituito comune di Duino-Aurisina. Fu soggetto alla Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK) tra il settembre 1943 e il maggio 1945 e tra il giugno 1945 e il 1947, trovandosi a ovest della Linea Morgan, fece parte della Zona A della Venezia Giulia sotto il controllo Britannico-Americano del Governo Militare Alleato (AMG). A seguito dei trattati di Parigi nel 1947 passò definitivamente alla Repubblica Italiana ed annesso al comune di Doberdò del Lago.
Flondar (Frankišče/Vrh Gnojin), 146,7 m; Arupacupa (Gorjupa Kupa), 144 m; Kremenjak, 235,3 m
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