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(da giugno 2022) dicastero della Curia Romana e successore della Congregazione per la Dottrina della Fede Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Dicastero per la dottrina della fede (in latino Dicasterium pro doctrina fidei), conosciuto dalla fondazione al 1908 come Santa Inquisizione, successivamente come Sant'Uffizio, poi come Congregazione per la dottrina della fede (CDF) e infine come Dicastero per la dottrina della fede, è uno dei 16 dicasteri della Curia romana.
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Aiuta il Romano Pontefice e i Vescovi nell'annuncio del Vangelo in tutto il mondo, promuovendo e tutelando l'integrità della dottrina cattolica sulla fede e la morale, attingendo al deposito della fede e ricercandone anche una sempre più profonda intelligenza di fronte alle nuove questioni (Praedicate evangelium, 69) | |||
Palazzo del Sant'Uffizio, la sede del dicastero. | |||
Eretto | 21 luglio 1542 | ||
Mutato nome | 29 giugno 1908 7 dicembre 1965 5 giugno 2022 | ||
Prefetto | cardinale Víctor Manuel Fernández | ||
Segretario per la sezione dottrinale | presbitero Armando Matteo | ||
Segretario per la sezione disciplinare | arcivescovo John Joseph Kennedy | ||
Segretario aggiunto | arcivescovo Charles Scicluna | ||
Sottosegretario | arcivescovo Philippe Curbelié | ||
Emeriti | cardinale Gerhard Ludwig Müller, cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I. (prefetti emeriti) arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, O.P. (segretario aggiunto emerito) | ||
Sede | Palazzo del Sant'Uffizio, piazza del Sant'Uffizio, 11 - 00193 Roma | ||
Sito ufficiale | www.vatican.va | ||
dati catholic-hierarchy.org | |||
Santa Sede · Chiesa cattolica I dicasteri della Curia romana | |||
Questo dicastero fu istituito nell'anno 1542 da papa Paolo III[1] con la costituzione apostolica Licet ab initio. Inizialmente aveva il nome di "Sacra Congregazione della romana e universale inquisizione", con lo scopo di "mantenere e difendere l'integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine". Questo organismo sostituì l'istituzione ecclesiastica nota nel Medioevo come Inquisizione e, dopo un'iniziale sede a via della Lungara[2], si stabilì a palazzo Pucci, nelle vicinanze del Vaticano.
Il raggio d'azione degli inquisitori romani era tutta la Chiesa cattolica, ma la sua azione, tranne alcuni casi (come il cardinale inglese Reginald Pole), si restrinse quasi solo all'Italia. In breve tempo questo tribunale divenne il più importante all'interno della cattolicità: ad esso potevano appellarsi i condannati da altri tribunali. Inoltre divenne quasi una sorta di supervisore del lavoro dei tribunali locali. Inizialmente la congregazione aveva il compito di controllare anche la conformità con la fede cattolica di tutte le opere a stampa. Dal 1571 questo compito passò alla Congregazione per la riforma dell'Indice dei libri proibiti, organismo appositamente creato da Pio V; questo nuovo dicastero operò per oltre tre secoli fino al 1917, quando fu soppresso e le sue competenze ritornarono al Sant'Uffizio.
Nel 1588 Sisto V riorganizzò la Curia romana fissando in 15 il numero delle Congregazioni cardinalizie permanenti (costituzione apostolica Immensa Aeterni Dei). La Congregazione dell'inquisizione, collocata in testa all'elenco per la sua importanza, ricevette la strutturazione definitiva. Formata, originariamente, da otto-nove cardinali, ad essi era attribuita la giurisdizione, che esercitavano collettivamente. Le decisioni del collegio venivano di volta in volta sottoposte al pontefice, cui spettava l'approvazione finale[3].
In specifici casi l'Inquisizione si serviva della consulenza di professionisti esterni (soprattutto teologi ed esperti di diritto canonico, ma anche scienziati, come nel caso di Galilei). Non tutti i processi per eresia, ateismo e altre devianze dalla fede cattolica furono gestiti dall'Inquisizione. In Francia, ad es., sotto l'ancien régime, atei e bestemmiatori erano processati dai tribunali civili. Tra i nomi celebri inquisiti dall'Inquisizione si citano: Francesco Patrizi, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Gerolamo Cardano, Giovanni Antonio Caracciolo, Galileo Galilei (vedi processo a Galileo Galilei).
Nel 1908 papa Pio X riorganizzò la Congregazione mutandone il nome in quello di "Sacra Congregazione del Sant'Uffizio"[4]. Nel 1917 il Sant'Uffizio ricevette nuovamente la competenza dell'aggiornamento dell'Indice dei libri proibiti, sottraendolo alla Congregazione dell'Indice che fu soppressa.
Il 7 dicembre 1965 papa Paolo VI ridefinì e ampliò le competenze e la struttura della Congregazione e ne mutò l'antico nome di Sant'Uffizio in quello attuale con il motu proprio Integrae servandae. Fino al 1968, il prefetto della Congregazione era il Papa, il quale però raramente esercitava tale funzione, delegando tale compito a un cardinale, con il titolo di segretario. A partire da tale data il titolo di prefetto spetta al cardinale posto a capo del dicastero e il segretario è la seconda carica in ordine di importanza della congregazione.
Papa Paolo VI operò quindi la più recente riforma della Congregazione, cambiandone il nome in quello di "Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede", attualizzando i metodi usati per l'esame delle dottrine, e facendo prevalere il carattere positivo di correzione degli errori su quello punitivo della condanna, partendo dal principio che "la fede si difende meglio promuovendo la dottrina"[5]. In questa logica fu di fatto abolito l'Indice dei libri proibiti la cui ultima edizione era stata pubblicata nel 1948 sotto papa Pio XII.
Nel 1988 con la costituzione apostolica Pastor Bonus, Giovanni Paolo II ne ridefinisce le competenze, precisando la funzione, la competenza e le norme della Congregazione per la dottrina della fede[6].
Il 14 febbraio 2022 papa Francesco riforma la struttura interna attraverso la lettera in forma di motu proprio Fidem servare, suddividendo il lavoro della Congregazione in due sezioni (dottrinale e disciplinare), ciascuna delle quali dispone di un segretario e di un capo ufficio, ciò allo scopo di garantire un'equa distribuzione delle risorse tra le due sezioni.[7]
Con la costituzione apostolica Praedicate evangelium del 19 marzo 2022 ha assunto l'attuale denominazione.
Il 23 settembre 2024 papa Francesco nomina 28 nuovi consultori per il Dicastero per la dottrina della fede.[8]
Nell'organizzazione delineata da Sisto V nel 1588, il papa stesso presiedeva la congregazione con il titolo di Prefetto. Lo assisteva un collegio di cardinali (inizialmente otto-nove, poi saliti a dodici); il pontefice nominava uno di essi Secretarius: questo porporato svolgeva concretamente le funzioni di direttore della congregazione[3].
Come primo dei funzionari lo affiancava un domenicano, con il titolo di Commissarius Sancti Officii, il cui compito era quello di presiedere i processi. La carica era riservata a un frate domenicano, in considerazione dell'importanza avuta da quest'ordine agli inizi dell'Inquisizione nel XIII secolo. Il Commissarius era assistito da due suoi confratelli, denominati "primo e secondo compagno".
A fianco del Commissarius vi era l'Assessor Sancto Officii, che faceva parte del clero secolare. Egli distribuiva le cause da trattare in primo grado. Riferiva del suo operato nelle assemblee plenarie della congregazione.
La congregazione si avvaleva di consultori per ottimizzare il processo decisionale. I consultori erano generalmente teologi e canonisti, nominati dal papa come assistenti (privi del diritto di voto) dei cardinali inquisitori. Il Generale dei Domenicani, il Maestro del sacro palazzo e un frate conventuale francescano erano consultores nati (cioè permanenti) della congregazione[3]. In ordine gerarchico venivano poi il Promotor fiscalis (corrispondente al pubblico ministero), appartenente al clero, e l'Advocatus reorum (corrispondente al difensore d'ufficio). Ad un presbitero notaio era affidata la registrazione di tutti i documenti relativi ai processi.
Un gruppo particolare era quello dei qualificatori. Erano teologi che in prima istanza dovevano, tramite l'esame delle opere scritte o stampate o delle affermazioni orali di qualcuno che era in carcere per offese alla religione, estrarne le proposizioni e qualificarle come eretiche (o prossime all'eresia), o scismatiche, o scandalose. Il giudizio dei qualificatori passava poi ai consultori e quindi agli inquisitori. Tutti i funzionari della Santa Inquisizione erano tenuti con giuramento alla segretezza e tutti ricevevano uno stipendio, tranne i consultori e i qualificatori[9].
Le competenze del Dicastero per la dottrina della fede sono suddivise in due sezioni: dottrinale e disciplinare.
La Sezione dottrinale è organizzata in due uffici: dottrinale e matrimoniale.
L'Ufficio dottrinale si occupa delle materie attinenti alla promozione della dottrina della fede e della morale. Nello specifico quest'ufficio:
L'Ufficio matrimoniale si occupa del privilegium fidei e quindi delle cause di scioglimento di matrimonio in favorem fidei e di altri aspetti del vincolo matrimoniale legati alla validità del Sacramento.
La Sezione disciplinare:
Le adunanze dei Consultori, gruppi di esperti cattolici che coadiuvano il lavoro del Dicastero, si tengono settimanalmente, e i loro pareri o analisi vengono discussi dal Collegio dei cardinali del Dicastero con voto deliberativo. Ogni decisione è sottoposta all'approvazione definitiva del Pontefice in apposita Udienza.
Il dicastero si riunisce in sessione ordinaria mensilmente, e in assemblea plenaria almeno una volta all'anno.
Dal 1542 al 1602 con il titolo di "grande inquisitore", dal 1602 al 1965 con il titolo di segretario (poiché a capo del dicastero vi era il Papa), dal 1965 ad oggi con il titolo di prefetto.
Dal 1965 il prefetto assume la carica svolta in precedenza direttamente dal Papa mentre il compito di segretario passa di norma ad un arcivescovo.
Dal 2022 il Dicastero dispone di due segretari, uno per la Sezione dottrinale, l'altro per la Sezione disciplinare.
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