In caduta libera
album de I Gatti di Vicolo Miracoli del 1975 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
album de I Gatti di Vicolo Miracoli del 1975 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
In caduta libera è il secondo album in studio del gruppo musicale e cabarettistico italiano I Gatti di Vicolo Miracoli, pubblicato nel 1975 da CBS.
In caduta libera album in studio | |
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Artista | I Gatti di Vicolo Miracoli |
Pubblicazione | dicembre 1975 |
Durata | 34:54 |
Dischi | 1 |
Tracce | 11 |
Genere | Pop Cabaret |
Etichetta | CBS |
Produttore | Arturo Zitelli, Achille Manzotti |
Arrangiamenti | Renato Angiolini |
Velocità di rotazione | 33 giri |
Formati | LP |
I Gatti di Vicolo Miracoli - cronologia | |
Singoli | |
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L'album è il primo inciso dalla formazione a quattro che contempla Jerry Calà, Nini Salerno, Franco Oppini, Umberto Smaila, dopo la fuoriuscita di Gianandrea Gazzola e Spray Mallaby. Nell'album appaiono tuttavia ancora nuove tracce scritte da Smaila assieme a Gazzola, unitamente ad altre composte da Smaila e Salerno - che inizia a comparire come autore da questo album in poi - o Arturo Corso e una canzone composta assieme a Franco Califano. Il brano Quanto vale un uomo, qui accreditato a Nini Salerno e Umberto Smaila, è in realtà il brano 2 Milioni di marchi, già pubblicato nel precedente LP I Gatti di Vicolo Miracoli, dove però veniva accreditato a Gazzola e Smaila.
L'album è stato prodotto da Arturo Zitelli e Achille Manzotti, gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra sono di Renato Angiolini, mentre le note di copertina sono state scritte da Maurizio Costanzo.
Il disco, pubblicato da CBS nel 1975 con numero di catalogo 69233, è stato ristampato in edizione economica da Record Bazaar nel 1978 con numero di catalogo RB 190.
Nel 1977 il brano In caduta libera è stato pubblicato come retro del singolo Una città, sigla della trasmissione televisiva Gioco città, che li vedeva ospiti.
«[...] Non vorrei apparire presuntuoso, ma che fossero bravi me ne ero accorto molto tempo fa, quando li avevo casualmente ascoltati mentre ripassavano per proprio divertimento una canzone popolare. Da allora, nel loro repertorio e nella maniera di interpretarlo, sono successe cose importanti: sono diventati più grintosi, quindi più efficaci, e sono andati a colmare quello spazio più latitante della musica leggera, la satira. [...]»
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