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raccolta di racconti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il libro dei morti viventi (Book of the Dead) è un'antologia di racconti del 1989, curata da John Skipp e Craig Spector, con una prefazione di George A. Romero.
Il libro dei morti viventi | |
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Titolo originale | Book of the Dead |
Autore | a cura di John Skipp e Craig Spector |
1ª ed. originale | 1989 |
1ª ed. italiana | 2001 |
Genere | Antologia |
Sottogenere | Letteratura horror |
Lingua originale | inglese |
I racconti sono scritti espressamente per quest'antologia, e mostrano le svariate interpretazioni che gli autori danno al tema dei morti viventi. Alcuni autori si rifanno agli stereotipi della cinematografia horror, altri invece reinterpretano i temi.
Sassofono: rivisitazione del tema dello zombie applicato al conflitto jugoslavo che, all'epoca in cui è stato scritto il racconto, stava esplodendo in tutta la sua atrocità. I "morti che camminano" non sono solo quelli della fantasia horrorifica, ma anche quelli che scatenano guerre e distruggono i più profondi princìpi della convivenza civile umana.
Rischiamorto: feroce e tagliente critica dell'establishment televisivo e più in generale dell'avidità che, secondo l'autore, muove qualsiasi azione umana. Qui gli zombie sono i telespettatori di programmi assurdi che assistono inebetiti alle più turpi ignominie, telespettatori che detengono però quel potere "selettivo" chiamato audience. Quanto in basso si può scendere per accaparrarsi più audience possibile? Non c'è limite. Si giunge a vendere i propri simili, ma soprattutto se stessi, in nome di un'avidità che finirà col ridurci in "morti che camminano".
Vermone e i figli di Jerry: anche se il racconto si lascia spesso andare ad elementi splatter, non mancano tuttavia interessanti spunti. I "morti viventi" come resurrezione della carne, un santone che assiste finalmente all'Armageddon che aveva sempre predicato, quel Giudizio Universale che avrebbe preceduto la discesa di Dio in terra. Ma se fosse un altro tipo di dio quello che scende fra i "non più uomini"? Se fosse un essere spregevole, vivo ma non più umano? Un racconto che ha tutta la forza della bestemmia, il coraggio dell'eresia, soprattutto nel finale, quando alla fine di un immondo banchetto cannibalico, brucia la frase «e videro che era buono».
Mangiami: inquietante, romantico, disgustoso. Sono tutti aggettivi che vanno bene a questo racconto. Una storia d'amore nel "Mondo dei Morti" fuori da qualsiasi schema. L'alternarsi di momenti splatter a momenti di grande romanticismo lascia totalmente disorientati. Quando l'unico modo che hanno i "morti viventi" per esternare i propri sentimenti è mangiare, come fanno due zombie ad esternare il proprio amore?
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