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Gli Honorati sono una delle famiglie nobili marchigiane più importanti, detentrici di numerose e illustri cariche nella Respublica Æsina e nello Stato Pontificio, divenendo una delle più facoltose della città di Jesi e della provincia[1].
Honorati | |
---|---|
Stato | Italia |
Titoli | |
Concessione | 31 agosto 1673 dal re Michele I di Polonia |
Confluita in | Marchesi Trionfi di Ancona |
Etnia | Italiana (originariamente lombarda) |
Di antica origine lombarda, la famiglia si trasferì verso la metà del XVI secolo da Bracchio, verso il Lago Maggiore[1][2] nei Castelli di Jesi, precisamente a Serra de' Conti.
Testimoniata un'agiatezza di vita e costumi, attenti matrimoni le permisero di integrarsi all'oligarchia locale e con Bernardino di Giovanni, di espandere le sue proprietà anche dentro le mura di Jesi[3]. Nel 1591 Lorenzo Honorati (1547-1617) è medico presso il duca di Urbino che in seguito, vista la sede vacante di Jesi, si stabilisce in città[4]. Nel 1609 venne aggregato alla nobiltà locale e nel 1613 venne nominato Priore.
L'ascesa della famiglia non ha arresto per tutto il XVII secolo e quello successivo, tanto che diventeranno la terza famiglia più facoltosa della provincia[1]. Bernardino di Lorenzo (1585-1629) è capostipite del ramo cadetto[4]. Adriano di Lorenzo (1586-1649), capostipite del secondo ramo, risulta Tesoriere generale della Marca d'Ancona verso il 1630[2] almeno fino al 1644[1]. Nel 1633, con la morte senza eredi della contessa Margherita Gabrielli, vedova e usufruttuaria del conte Francesco Amici († 1629), gli Honorati ne acquisiscono l'ingente eredità[4] fra cui il Palazzo Amici. Nel 1636 Onorato Honorati (1596-1683) viene nominato da papa Urbano VIII primo vescovo della nuova diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado[5]. Bernardino (1653-1716) dà il via alla costruzione del palazzo di Via Posterma e risulta terzo contribuente di Jesi[3].
Nel 1648, con il matrimonio fra Giuseppe e la contessa Margherita Nobili, gli Honorati acquisiscono in dote il palazzo Nobili, fra via delle Terme e via Posterma.
Il 31 agosto 1673 Onorato di Adriano viene insignito dal re Michele I di Polonia del titolo ereditario di Marchese dell'Aquila Bianca[2].
Lorenzo di Giuseppe venne nominato Cavaliere dell'Ordine di Santo Stefano papa e martire nel 1750[2]; Bernardino Honorati venne creato cardinale il 23 giugno 1777 da papa Pio VI e il 28 luglio dello stesso anno ricevette il titolo dei Santi Marcellino e Pietro e fu nominato arcivescovo, titolo personale, di Senigallia. Lì diede la cresima al futuro papa Pio IX, il 9 giugno 1799. Nella seconda metà del '700 Antonio Maria risulta secondo contribuente della città[3] possidente un patrimonio grandioso. Nel giugno 1825 Onorato Honorati (1800-1856) sposa Giovanna, figlia di Luciano Bonaparte[1] e nipote di Napoleone, grazie ai amichevoli rapporti che il cardinal Bernardino aveva con il card. Joseph Fesch, affine dei Bonaparte[1]. È l'apogeo della famiglia.
Con le generazioni successive, gli Honorati perderanno man mano prestigio e potere.
Col marchese Giuseppe Erasmo, che non ha avuto eredi maschi, si estingue il ramo cadetto degli Honorati, quello discendente da Bernardino[6]. Infatti, rimasto vedovo della principessa Marianna Bentivoglio d’Aragona dei grandi di Spagna di Venezia, aveva sposato in seconde nozze Angela Rangoni, dalla quale aveva avuto due figlie: Anna (1801-62, senza eredi), una delle fondatrici della Cassa di Risparmio di Jesi nel 1844; e Carolina (1802-1840). Quest'ultima sposò nel 1825 il marchese Luigi Trionfi di Ancona[6][7], cedendo tutte le proprietà, a condizione di conservare il cognome Honorati. Ebbe così inizio il ramo Trionfi-Honorati.
Il secondo ramo, discendente da Adriano di Lorenzo, tesoriere della Marca, è tuttora esistente e si ricordano Ignazio, gonfaloniere di Jesi nel 1824; Tito, presidente della Cassa di Risparmio di Jesi dal 1903 al 1924; Giambattista, presidente della Cassa di Risparmio di Jesi dal 1925 al 1942[8]; Nicola (1880-1959), croce di guerra al merito e cavaliere della Corona d’Italia, ricoprì cariche pubbliche sia a Jesi che nell’amministrazione provinciale, Ranieri (1884-1917), sottotenete dall'Accademia di Modena, medaglia di bronzo al valor militare per la guerra di Libia, e d'argento per la Prima guerra mondiale (Monte Fontanel).
La blasonatura descrive così lo stemma degli Honorati: Di azzurro a tre fasce ondate di argento col capo di azzurro sostenute da una riga d'oro e caricate di un giglio e da tre stelle a 8 raggi, il tutto d'oro.
Durante i secoli, i marchesi Honorati acquisirono e accumularono diverse proprietà, sia per acquisti che per acquisizioni matrimoniali o ereditarie:
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