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poeta iracheno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Hasan Atiya Al Nassar (Dhi Qar, 10 febbraio 1954 – Impruneta, 25 dicembre 2017) è stato un poeta iracheno.
Cresciuto nell'Iraq meridionale, si trasferisce per ragioni di studio a Baghdad, dove pubblica le prime opere di narrativa e poesia, collaborando come giornalista a varie riviste. Nel 1979 è costretto a fuggire dall'Iraq, in quanto oppositore al regime di Saddam Hussein.
Ha vissuto per molti anni a Firenze, dove si è laureato in Lettere e Filosofia.
Ha ottenuto un dottorato di ricerca all'Istituto Universitario Orientale di Napoli.
Per molto tempo ha concentrato quasi esclusivamente la propria attività sulla poesia. Ha scritto in arabo e in italiano.
Tematica fondamentale della sua poetica è il dolore dell'esilio, l'anelito di una terra lontana, ma anche la presa di coscienza della fragilità dell'uomo di fronte al mondo circostante, in una condizione d'esilio che va oltre quella puramente geografica.
Le sue opere sono state pubblicate oltre che in Italia e in Iraq, anche in Siria, Libano, Tunisia, Iran, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Spagna. In Italia ha pubblicato le proprie poesie in riviste specializzate come Eleusis, Varia, D.E.A., Plurale, Si scrive, Le Pagine, Kúmá, Semicerchio e Testimonianze. Ha fatto parte del comitato di redazione di Semicerchio, per cui si è occupato di poesia araba[1]. In Francia ha pubblicato sulla rivista Confluences Poétiques[2] e sul sito CIRCE[3] "Une autre poésie italienne".
L'ultima antologia pubblicata è Il labirinto. In prima edizione per l'associazione La penultima, 2013. Uscito poi in e-book nel 2015 con Matisklo Edizioni. Nel maggio 2018 il libro è stato pubblicato in edizione riveduta e ampliata da Edizioni Ensemble.[4]
Dal 2014 suoi testi sono stati pubblicati sul blog di Bibbia d'Asfalto - Poesia urbana e autostradale, a cura di Edoardo Olmi.[5]
È morto nella notte di Natale del 2017, in una clinica vicino a Firenze.[6]
Hasan Atiya al Nassar ha recitato nella rappresentazione teatrale "Io è un altro", di Barbara Nativi, ispirato alla vita del poeta Arthur Rimbaud.
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