Remove ads
scrittore polacco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gustaw Herling-Grudziński (IPA: [ˈgustaf ˈherlink gruˈdʑiɲskʲi]) (Kielce, 20 maggio 1919 – Napoli, 4 luglio 2000) è stato uno scrittore, giornalista e saggista polacco.
Considerato oggi uno dei più grandi scrittori polacchi della seconda metà del XX secolo, è noto soprattutto per le memorie dei due anni di internamento in un gulag, Inny świat. Zapiski sowieckie, pubblicato in inglese nel 1951, con il titolo A World Apart: a Memoir of the Gulag.
Gustaw Herling-Grudziński nacque a Kielce, in Polonia, il 20 maggio del 1919 in un'agiata famiglia ebraica ashkenazita, figlio di Jakub Herling-Grudziński, un mercante, e di Dorota Bryczkowska[1]. Studiò letteratura polacca presso l'Università di Varsavia, fino a quando l'invasione nazista della Polonia non lo costrinse ad interrompere gli studi. Dopo la spartizione della Polonia tra la Germania nazista e l'Unione Sovietica aderì all'organizzazione partigiana Polska Ludowa Akcja Niepodległościowa. Nel marzo del 1940 fu catturato a Leopoli dall'NKVD e venne internato in un gulag nell'oblast' di Arcangelo. Liberato nel 1942, in seguito entrò a far parte del Secondo Corpo polacco del generale Władysław Anders, col quale prese parte alla Battaglia di Montecassino. Nel marzo del 1944, avvicinatosi frattanto alla fede cattolica, decise di farsi battezzare[2].
Al termine della guerra, impossibilitato a rientrare nella Polonia comunista, si stabilì definitivamente nell'Europa occidentale: dapprima a Roma, poi, nel 1947, a Londra assieme alla moglie, la pittrice Krystyna Domanska (che morí suicida pochi anni più tardi), e, infine, stabilmente a Napoli dal 1955, dove si risposò con Lidia Croce, una delle figlie di Benedetto Croce. Da questo matrimonio ebbe due figli: Andrea Benedetto e Marta. Nel dopoguerra fu tra i fondatori della rivista Kultura, edita in lingua polacca (inizialmente a Roma e poi a Parigi), che si pose come espressione della cultura polacca dissidente in esilio.
La sua produzione letteraria ebbe come tema dominante la denuncia dei crimini commessi dal regime sovietico[2]. Numerosi furono i suoi interventi su varie testate giornalistiche italiane. Herling-Grudziński collaborò a lungo con Tempo presente, rivista culturale fondata da Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone. Suoi scritti apparvero anche sul Mondo di Mario Pannunzio e sui quotidiani Corriere della Sera, diretto da Giovanni Spadolini, e il Giornale di Indro Montanelli. Nonostante ciò, tranne l'amicizia con Chiaromonte e Silone, Herling-Grudziński fu trattato come un emarginato dal mondo culturale italiano. Nel 1965, quando la Rizzoli pubblicò Un mondo a parte, il quotidiano Paese Sera ne invocò addirittura l'espulsione dal territorio nazionale[2][3].
Morì a Napoli il 4 luglio del 2000. Fu sepolto nella Cappella di Benedetto Croce nel «Quadrato degli uomini illustri». La celebrazione del funerale fu accompagnata dal canto corale dell'inno nazionale polacco.
Del periodo di internamento in un gulag, Herling-Grudziński trasse le sue memorie in Inny świat. Zapiski sowieckie. Pubblicato a Londra nel 1951, con il titolo A World Apart: a Memoir of the Gulag e una prefazione affidata a Bertrand Russell,[4] già nel 1953 ne circolò una versione clandestina in polacco, lingua nella quale fu ufficialmente tradotto solo nel 1988, a 35 anni dall'edizione inglese. In Francia non trovò una casa editrice sino al 1985 nonostante per lui si fosse battuto Albert Camus.[5]
La prima edizione italiana, edita da Laterza, risale al 1958[6] con il titolo Un mondo a parte. La casa editrice, la stessa di Benedetto Croce, lo stampò "controvoglia, quasi per un obbligo, diciamo così, familiare"[7] e scelse di "diffonderne pochissime copie".[8] Nel 1965 il libro fu ripubblicato da Rizzoli nella quasi indifferenza generale[9].
Solamente dopo la caduta del Muro di Berlino, una parte del mondo intellettuale di sinistra riuscì ad accettare lo scrittore. Nel 1994 la Feltrinelli ripubblicò Un mondo a parte, contribuendo a far uscire Herling dall'oscurità. Nel 1999 presso lo stesso editore uscì Don Ildebrando: Oreste Pivetta su l'Unità e Nello Ajello sulla Repubblica paragonarono lo scrittore polacco rispettivamente a Primo Levi e a Stendhal.[10]
Nel 1994 ottenne il Premio Viareggio Internazionale.
Nel 2003 vinse il Premio Napoli alla memoria[11].
Il 20 novembre 2012 alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano, e ai suoi omologhi polacco e tedesco, Komorowski e Gauck, è stata scoperta la targa dedicata allo scrittore sulla villa in cui visse a Napoli per quarantacinque anni.[12][13]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.