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trovatore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Guilhem de Montanhagol[1] o Montanhagout (fl. 1233-1268) è stato un trovatore provenzale, molto probabilmente attivo a Tolosa, ma conosciuto nelle corti di Provenza, Tolosa, Castiglia e Aragona[2][3]. Ci ha lasciato sette cansos e sei sirventes,[3] oltre a una tenzone (nello specifico, un partimen) con Sordello (forse facendo trasparire un breve soggiorno in Lombardia) per un totale di quattordici componimenti sopravvissuti.[2][3]
Il significato del nome di Guilhem è stato discusso. "Montanhagol" significa "proveniente da Montanhac", anche se non si sa quale Montanhac possa essere.[4] Per lungo tempo si era pensato che la forma corretta del nome del trovatore fosse semplicemente "Guilhem Montanhagol", poiché la particella preposizionale "de" (di) sarebbe ridondante,[5] ma in alcuni documenti contemporanei, tuttavia, viene usata in modo esplicito.[5]
Guilhem era di umili origini.[2] Secondo la sua vida proveniva dalla Provenza, sebbene alcuni studiosi moderni ne sospettino un'origine tolosana.[2][4] La sua vida spiega che egli era "un buon inventor (trobaire) di poesia e un grande seduttore".[4] La sua amante era una donna chiamata Jauseranda, di Lunel, il cui signore del castello, Raymond Gaucelm V, Guilhem probabilmente conosceva.[4]
Le sue cansos sono "goffe", ed emulano i primi trovatori, elogiando mezura (moderazione) tra tutte le virtù.[2] Egli asseriva che "dall'amore deriva la castità" (d'amor mou castitatz), forse volendo significare che l'amore sia necessario per la fedeltà.[3][6] Viene visto, molto appassionatamente da Cesare de Lollis, come un precursore del Dolce stil novo e come un importante punto di collegamento tra letteratura occitana e italiana attraverso la sua opera con Sordello.[6][7] Egli è accreditato come colui che ha saputo dare un quadro innovativo dell'amor cortese mescolandolo alla moralità cristiana,[6] e in effetti egli si riferisce a un noel dig de maestria ("nuovo detto di maestria"), sebbene ciò probabilmente non venga inteso come un'indicazione di una riforma consapevole.[8]
Il sirventes politico di Guilhem riguarda la politica tolosana e spagnola.[2] Negli scritti del periodo successivo alla crociata albigese che devastò la Linguadoca, Guilhem mostrava di essere un oppositore dell'inquisizione papale, sebbene non della Chiesa di per sé,[2] sollecitando una correzione "morbida" dei catari, ma non la loro violenta soppressione con mezzi da guerra.[3]
Per la morte di Guilhem, il cognato Pons Santolh compose un planh.[3]
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