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Guarigione del paralitico alla piscina di Betzaeta
miracolo compiuto da Gesù, descritto nel Vangelo secondo Giovanni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La guarigione del paralitico alla piscina di Betzaeta è uno dei miracoli di Gesù, ambientato presso la Piscina di Betzaeta, o Betesda, in Gerusalemme, e raccontato esclusivamente dal Vangelo secondo Giovanni (5,1-18[1]). Si ritiene che la fonte originaria di questo miracolo fosse il cosiddetto Vangelo dei segni.[2]

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Racconto evangelico
Riepilogo
Prospettiva
Gesù, trovandosi a Gerusalemme per una festa ebraica, va alla piscina di Betzaeta presso la porta delle pecore:
« V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. » ( Giovanni 5,2-4, su laparola.net.)
Quest'ultimo versetto, relativo all'angelo che agitava l'acqua, non è riportato nei manoscritti più antichi e migliori del Vangelo secondo Giovanni e quindi si ritiene sia un'aggiunta successiva al testo originale[3][4][5]; secondo i curatori de La Sacra Bibbia illustrata CEI[6] "probabilmente si tratta di una glossa[7], che voleva spiegare in maniera popolare le virtù guaritrici dell'acqua.".
Gesù chiede quindi ad uno di questi infermi, che era malato da trentotto anni, se vuole guarire. Ed egli risponde:
« Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me » ( Giovanni 5,7, su laparola.net.)
e Gesù lo guarisce.
Subito dopo nasce la discussione con i Giudei perché Gesù non ha osservato il riposo del sabato compiendo la guarigione.
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Note
Voci correlate
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