Nel 1926 furono posti alle dipendenze dei segretari federali delle Federazioni provinciali fasciste.
Nel 1927, dopo la totalitarizzazione dello Stato, si ebbe una ristrutturazione dei gruppi che ebbero anche un'organizzazione centrale e passarono alle dirette dipendenze del Partito Nazionale Fascista (PNF). Gli aderenti ai GUF non erano inquadrati nelle altre organizzazioni giovanili del partito. Il Partito si dedicherà così con attenzione alla loro organizzazione e all'educazione di questa gioventù che, secondo Benito Mussolini, dovrà rappresentare "la futura classe dirigente" d'Italia.
Infine nel 1931 furono dipendenti direttamente dal segretario del PNF, che divenne anche segretario generale dei GUF.
I Gruppi Universitari Fascisti erano cooptati in nuclei di almeno 25 fascisti universitari, costituiti in ogni città, sotto il comando di un responsabile nominato dal Segretario federale del partito, su proposta del Segretario del GUF. I responsabili di ogni nucleo facevano parte del Direttorio del Fascio di Combattimento locale.
Ogni GUF aveva sezioni di laureati e diplomati, una Sezione Studenti Stranieri (dove ve ne fossero stati) e una Sezione femminile, di cui facevano parte le studentesse universitarie, le laureate e le diplomate fino ai 28 anni.
I GUF erano impegnati in:
attività politico-culturali, con l'obiettivo di preparare e selezionare giovani. Esse erano effettuate tramite la Scuola di Mistica Fascista, che organizzava e coordinava corsi di preparazione politica, Prelittoriali e Littoriali di cultura, arte e lavoro, il Teatro sperimentale del GUF, le sezioni cinematografiche, radiofoniche e di stampa universitaria;
attività sportive, con l'organizzazione di Agonali, Littoriali dello sport, Settimane Alpinistiche e Marinare;
attività assistenziale, effettuata tramite case e mense dello studente e ambulatori medici.
Nel 1932 furono istituiti i Littoriali dello sport, una sorta di campionati nazionali studenteschi, che includevano diverse discipline sportive ed erano organizzati ogni anno in una città diversa. I Littoriali servivano prevalentemente come manifestazione propagandistica ed erano sempre occasione per la celebrazione del culto del Duce. Il Guf vincitore aveva l'onore di potersi qualificare come Guf Littoriale e portare una M d'oro (iniziale di Mussolini) sulla propria casacca[3].
Secondo l'ex Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, questi incontri di confronto tra giovani intellettuali portarono alla nascita dei primi contrasti in seno al Partito Nazionale Fascista. Egli ritiene che il GUF "era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato"[4].
Analoga è pure la testimonianza diretta del regista Turi Vasile secondo il quale, grazie anche alla "indulgenza che allora si riservava, per retorica o per eccessiva sicurezza, alla gioventù", all'interno dei GUF si approfittava di questa situazione "per liberarci di ogni condizionamento ideologico"[5].
Secondo i pochi storici che se ne siano occupati e altri testimoni diretti dei GUF (tra i primi, Mirella Serri e Simone Duranti, tra i secondi, Nino Tripodi, Davide Lajolo), gli aderenti ai GUF erano invece fascisti fanatici - spesso antisemiti - sostenitori dell'ala più estremista del regime, criticandolo per il suo eccessivo moderatismo e la perdita della spinta rivoluzionaria degli albori[1][6][7].
In gioventù, anche numerose personalità di spicco del mondo politico e culturale dell'Italia repubblicana (compresi nomi legati alla storia dell'antifascismo e della Resistenza) fecero parte dei GUF.
Erminio Fonzo, Il nuovo goliardo. I Littoriali dello sport e l'atletismo universitario nella costruzione del totalitarismo fascista, Roma, Aracne, 2020.
nell'articolo pubblicato su "Il Tempo" del 17 novembre 1984, riportato anche in Enzo Giudici, Riflessioni sulla cultura del periodo fascista, Ed. Istituto di Studi Corporativi, Roma, 1989, Turi Vasile parla così della vivace attenzione degli universitari negli anni '40 sulla produzione teatrale contemporanea, sia straniera sia nazionale: "Approfittammo dell'indulgenza che allora si riservava, per retorica o per eccessiva sicurezza, alla gioventù, per liberarci di ogni condizionamento ideologico e applicarci allo studio e alla rappresentazione della produzione contemporanea straniera, dalla quale per precetto di regime avremmo dovuto tenerci lontano" […] «Furono invece meriti dei teatriguf - al di fuori di ogni impostazione politica - la ricerca di un repertorio nazionale "valido sul piano dell'arte", la vivace polemica contro il teatro cosiddetto borghese o d'evasione, la rispettosa messinscena dei testi degli autori già citati [cioè Pirandello, Bontempelli, Rosso di San Secondo, Ugo Betti, Diego Fabbri], e di altri, come Cesare Vico Lodovici e Stefano Landi, e dei giovani di allora, come Siro Angeli, Giovanni Gigliozzi, Enrico Ribulsi, Tullio Pinelli, Ennio De Concini che la successiva involuzione della scena italiana sembra aver scoraggiato per sempre togliendo loro le occasioni per manifestarsi».
Erminio Fonzo, Il nuovo goliardo. I Littoriali dello sport e l'atletismo universitario nella costruzione del totalitarismo fascista, Aracne, Roma, 2020.
Aldo Grandi, I Giovani di Mussolini, Baldini Castoldi Dalai, 2003.