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Il Grande Mazinga
serie televisiva anime Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Grande Mazinga (グレートマジンガー?, Gurēto Majingā), conosciuta anche come Il Grande Mazinger, è una serie televisiva anime di genere mecha ideata da Gō Nagai nel 1974. La serie è il seguito della precedente Mazinga Z che si concludeva con il Grande Mazinga che giungeva in aiuto di Mazinga Z; le due serie sono collegate da un lungometraggio, Mazinga Z contro il Generale Nero. La serie, composta di 56 episodi, si inserisce nello stesso universo narrativo di Mazinga Z e UFO Robot Goldrake.
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Contemporaneamente all'anime, fu realizzato anche il manga da Gosaku Ota che sviluppa meglio il carattere di alcuni personaggi e si rende parzialmente autonomo dalle vicende della serie; in Italia è stato pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Fabbri Editori e, successivamente, negli anni novanta dalla casa editrice Granata Press e poi da d/visual e dalla J-Pop[1].
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Trama
Riepilogo
Prospettiva
La Terra è sotto la minaccia dei Mikenes, ovvero l'antico popolo greco dei Micenei, che un cataclisma aveva costretto a rifugiarsi per millenni nelle viscere del pianeta, affidando la loro sopravvivenza a un Sole artificiale: per questo motivo i loro corpi divennero deboli. In tempi più recenti, alcuni ufficiali guidati dal perfido generale Nero, che hanno convertito i propri corpi in quelli di giganteschi automi, si impadroniscono del regno e ne trasforma la popolazione, parte in soldati robot (tra questi anche il loro ex monarca, principe Kerubinus, che viene imprigionato) e parte in mostri da combattimento, con l'evidente scopo di iniziare una guerra di conquista.[2]
A capo dei Mikenes vi è il malvagio Supremo Imperatore delle Tenebre[3] che risveglia il suo popolo per spingerlo a lasciare il sottosuolo e tornare a vivere sulla Terra.
Riappaiono il Granduca Gorgon e, intorno alla metà della serie, il Dottor Inferno, salvato dall'Imperatore delle Tenebre alla fine della serie precedente; il Dottor Inferno (Hell in originale) ha ora un occhio bendato ed è diventato il cervello di un cyborg, ovvero il Grande Maresciallo del Demonio.
Per contrastare i Mikenes, viene costruito il robot Grande Mazinga da Kenzo Kabuto, figlio di Juzo Kabuto (creatore di Mazinga Z) e padre di Shiro e Koji Kabuto[4], pilota di Mazinga Z. Il Grande Mazinga riprende ed evolve la tecnologia di Mazinga Z, corazzato con una nuova superlega chiamata Nuova Zeta o NZ e meglio armato: può ad esempio lanciare potentissime scariche elettriche e scagliare un boomerang che porta sul petto; possiede, inoltre, la capacità di volare grazie a due ali retrattili.
La nuova base di difesa terrestre viene stabilita nella Fortezza delle Scienze, un complesso sulle rive giapponesi dell'oceano Pacifico, che può anche immergersi e volare; a dirigerla è il dr. Kenzo Kabuto. Creduto morto a seguito di un incidente, Kenzo è in realtà sopravvissuto grazie all'adozione di un corpo meccanico costruito da suo padre. Kabuto, che ha anche cresciuto e addestrato il pilota Tetsuya Tsurugi, cela per molto tempo la sua reale identità a Shiro[5] e riversa parte del suo affetto paterno su Tetsuya.
Al Grande Mazinga viene affiancato un robot dalle sembianze femminili, Venus Ace, che può lanciare potenti laser dagli occhi e scagliare i missili che porta sul petto e sulla dita; Venus è pilotata da Jun Hono, una bellissima e coraggiosa ragazza, figlia di una giapponese e di un uomo di pelle scura. In un episodio, però, Jun entra in crisi per il fatto di essere mulatta e non riesce più a combattere; solo dopo aver ricevuto il conforto di un sacerdote, si riprende. Venus è strutturata in lega NZ analogamente al Grande Mazinga; in un'occasione, su richiesta di Tetsuya, Jun con Venus è in grado di scaricare sul nemico il fulmine del Grande Mazinga, rimasto senza braccia. Ai due si aggiungono, in funzione comica, il pasticcione Boss Robot (già presente in Mazinga Z) e successivamente il Junior Robot[6], un robot costruito da Kenzo per il figlio Shiro, le cui fattezze ricordano un giocatore di baseball.
La personalità complessa di Tetsuya, minata dall'insicurezza a causa del suo essere orfano e dalla preparazione fisica maniacale a cui lo ha abituato il Dottor Kabuto, rende difficile al pilota la collaborazione con gli altri robot, il cui aiuto in realtà spesso gli salva la vita. L'apporto di Boss Robot e di Venus è spesso disprezzato. Il ritorno di Koji con Mazinga Z verrà subito a creare una forte gelosia in Tetsuya. Sia Tetsuya che Jun si mettono ai comandi dei robot uscendo dalla base per passaggi segreti ed entrando nella loro testa con speciali navicelle (il Brain Condor e la Regina delle Stelle). Tetsuya e Jun dispongono anche di auto e di due moto, tra cui una speciale motocicletta armata con pugni a razzo.
I combattimenti vedono generalmente impegnati prima Venus e Boss Robot, che quasi mai riescono a fermare i mostri guerrieri di Mikenes, e quindi arriva l'intervento risolutivo e trionfante del Grande Mazinga. A volte, gli attacchi sono contemporanei o lo schema si inverte, ma è sempre il Grande Mazinga a vincere il nemico principale, mentre gli altri robot hanno un ruolo limitato e assistenziale, eliminando al massimo qualche nemico accessorio.
I Mikenes dispongono di una gigantesca fortezza volante, Mikeros; a dirigere gli attacchi nella prima parte della serie sono sette generali che rappresentano sette classi di mostri (Yuri Caesar per i mostri umani, Lord Rygan per gli altri mammiferi, Drayato per i rettili, Vardallah per gli uccelli, Scarabeth per gli insetti, Anghoras per pesci e anfibi e Hardias per gli spiriti delle tenebre); in posizione più defilata è il ministro Argos che si occupa di missioni di spionaggio.
In un episodio Tetsuya affronta anche il principe Kerubinus, l'ex sovrano dei Mikenes spodestato dal Generale Nero che, dopo averlo tenuto prigioniero per molto tempo, l'ha sottoposto a un pesante processo di robotizzazione e indotto a combattere contro il Grande Mazinga, sotto la falsa promessa di restituirgli il potere. Durante la lotta Kerubinus, che pure è rimasto ferito da Tetsuya, si rende conto che il suo vero nemico è l'Imperatore e, dopo essersi accorto che questi lo ha collegato a un ordigno esplosivo, finisce per lanciarsi in un'azione suicida contro la fortezza Mikeros, danneggiandola seriamente.
Il Grande Mazinga esce vincitore da ogni battaglia e Tetsuya infligge gravi perdite ai nemici abbattendo prima Gorgon e poi lo stesso Generale Nero. Il posto del primo verrà preso dalla Marchesa Yanus, una strega esperta di intrighi, nonché unica tra i Micenei a conservare un corpo umano nonostante la robotizzazione; più avanti, l'imperatore deciderà di risvegliare il dr. Inferno, che diventa il Grande Maresciallo del Demonio, e viene incaricato del comando delle operazioni al posto del Generale Nero; i suoi mostri si rivelano più potenti dei precedenti e arrivano spesso a un passo dalla vittoria finale, senza però riuscirvi.
Usando la nuova base volante Demonica, costruita dopo la distruzione di Mikeros, i nemici sferrano un durissimo attacco alla Fortezza delle Scienze, nel corso del quale lo stesso Kabuto resta ferito. In soccorso arriva il dottor Yumi, il direttore dell'Istituto di ricerca per l'energia foto atomica dove ancora si trova Mazinga Z; Yumi richiama in aiuto Koji Kabuto e la figlia Sayaka dagli Stati Uniti. Koji si rimette ai comandi di Mazinga Z, potenziato e corazzato grazie all'aiuto di Kenzo, e il suo contributo è determinante per respingere i nemici. Lo stato maggiore di Mikenes scende in campo per lo scontro decisivo. Il dottor Kabuto solleva allora la sua fortezza e la scaglia in un attacco suicida contro Demonica, inchiodandola a terra e capovolgendo le sorti della battaglia. Malgrado lo sconcerto di Koji per il gesto del padre, il Grande Mazinga e Mazinga Z reagiscono e cingono d'assedio la fortezza; si aggiungono anche Venus e Diana A; i raggi concentrati di tutti e quattro i robot causano la devastante esplosione di Demonica, che uccide i suoi occupanti e segna la fine della guerra. La sorte dell'Imperatore resta però avvolta nel mistero[7].
Con la fine della guerra, i due Mazinga, Venus A, Diana A e anche Boss Robot vengono esposti in un museo come simboli di pace. Nel mediometraggio UFO Robot Goldrake contro il Grande Mazinga vediamo i due Mazinga effettivamente collocati nel museo che verrà però distrutto dall'attacco del Comandante Barendos.
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Personaggi
- Tetsuya Tsurugi
- Jun Hono
- Professor Kenzo Kabuto
- Shiro Kabuto
- Boss
- Nucke
- Mucha
- Koji Kabuto
- Sayaka Yumi
- Professor Tonda
- Professor Yumi
- Haruna, amichetta di Shiro
- La signorina Mary Ann, insegnante di Shiro
- Imperatore delle Tenebre
- Generale Nero (chiamato anche Gran Signore delle Tenebre o Grande Signore delle Tenebre)
- Ministro Argos
- Grande Maresciallo del Demonio, l'ex Dottor Inferno (Doctor Hell)
- Granduca Gorgon
- Marchesa Yanus
- Yuri Caesar, generale dei robot antropomorfi
- Lord Rygan, generale dei robot mammiferi
- Vardallah, generale dei robot uccelli
- Drayato, generale dei robot rettili
- Anghoras, generale dei robot acquatici
- Scarabeth, generale dei robot insetti
- Hardias, generale dei robot demoniaci
- Agente X
- Principe Kerubinus
- Helena
- Marigera
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Mecha
Grande Mazinga (Great Mazinger)
Il super robot pilotato da Tetsuya e successore di Mazinga Z nella lotta contro Mykene. Progettato dal prof. Kenzo Kabuto, è alimentato da un generatore di energia foto atomica e costruito con la lega Nuova Zeta, una versione potenziata di quella usata per costruire Mazinga Z.
- Altezza: 25 metri[8][9][10];
- Peso: 32 tonnellate;
- Velocità in corsa: 450 km/h;
- Velocità in acqua: 30 nodi;
- Velocità in volo: Mach 4 (Mach 5 con il Great Booster).
Boss Robot (Boss Borot)
Lo sgangherato robot pilotato da Boss e costruito con vari materiali di scarto. Cerca sempre di affrontare le Bestie Combattenti di Mykene con scarso successo anche se a volte si rivelerà di grande aiuto per Mazinga.
- Altezza: 12 metri;
- Peso: 95 tonnellate;
- Velocità in corsa: 120 km/h.
Venus Alfa
Robot dalle sembianze di donna, pilotato da Jun. Può agganciarsi a un razzo che le fornisce le ali per volare, come Mazinga Z. Creata come aiutante di Mazinga, Venus è molto agile e veloce ma molto meno forte rispetto a Mazinga e viene spesso danneggiato dai Mostri Guerrieri.
- Altezza: 20 metri;
- Peso: 23 tonnellate;
- Velocità in corsa: 300 km/h;
- Velocità in volo: mach 4.
Media
Riepilogo
Prospettiva
Anime
L'anime è stato trasmesso su varie TV locali e regionali italiane dal 1979.
Sigle
La serie adotta le sigle Ore wa Gurēto Majingā (おれはグレートマジンガー?) in apertura e Yūsha wa Majingā (勇者はマジンガー?) in chiusura, entrambe interpretate da Ichirō Mizuki e Columbia Yurikago-kai.
Per l'edizione italiana è stata realizzata la sigla Il Grande Mazinger, scritta da Franco Migliacci, composta e arrangiata da Massimo Cantini, e cantata dai Superobots, utilizzata sia in apertura che in chiusura. È lo stesso Migliacci che esclama nella sigla i vari "Maaaazinga!", attribuiti per anni ad un giovane Piero Pelù, leggenda smentita dallo stesso.
Doppiaggio
Il doppiaggio è stato effettuato presso la C.D. Cooperativa Doppiatori sotto la direzione di Enrico Bomba.
Episodi
Manga

Dalla serie televisiva venne realizzato da Gosaku Ota un manga, pubblicato in quattro tankōbon tra il 1974 e il 1975.
Edizioni italiane
Il primo adattamento italiano del manga, effettuato della Fratelli Fabbri Editori, risale al novembre 1979, all'inizio del primo boom mediatico che i cartoni giapponesi stavano avendo nel paese, ed è di fatto il primo manga tradotto in Europa[12]. Il fumetto viene proposto in un formato di dimensioni maggiori dell'originale, ribaltato e colorato, mentre alcune vignette e storie (tra cui il finale) vengono modificate per renderle accettabili dal pubblico italiano più giovane. L'edizione è composta da 25 albi, pubblicati tra il 28 novembre 1979 e il 25 luglio 1980, con i titoli Grande Mazinga (albi 1-7) e Grande Mazinger (albi 8-25), dal costo di 500 lire; le storie sono in parte riproposte nei volumi Io, il Grande Mazinger e Mazinger contro i Mazinger, usciti nell'autunno del 1979.[13][14]
Per avere un adattamento più fedele all'originale occorre attendere il 1993, quando la Granata Press, nella sua collana Manga Classic, pubblica prima il manga di Mazinga Z e a seguire il Grande Mazinga (volumi 12-18 di Manga Classic)[15]. L'edizione della Granata è tuttavia ribaltata[15], per rendere più facile la lettura al pubblico italiano, maggiormente abituato ai fumetti occidentali (pratica comune tra gli editori, il primo manga non ribaltato, Dragon Ball, verrà pubblicato solo nel 1995 ad opera della Star Comics[16]).
Un'ulteriore edizione italiana si ha tra il 2006 e il 2007, con la pubblicazione dell'opera, suddivisa in 4 volumi e non ribaltata, da parte di d/visual[15].
Nel 2011, con la chiusura della branca editoriale italiana di d/visual, i diritti passano alla Jpop, che lo ristampa, sempre non ribaltato, nel 2013.
Il 9 aprile 2016, il giornale sportivo Corriere dello Sport, in collaborazione con Jpop, vara una collana di manga allegati al quotidiano e legati ai personaggi di Go Nagai: tra questi c'è anche il Grande Mazinga di Ota (la versione tradotta è la stessa della versione Jpop, ma cambiano il formato e la carta).
Lungometraggi
- Il Grande Mazinga contro Getta Robot
- Il Grande Mazinga contro Getta Robot G
- UFO Robot Goldrake contro il Grande Mazinga
- Il Grande Mazinga, Getta Robot G, UFO Robot Goldrake contro il Dragosauro: è l'unico che rispetta la cronologia dei Mazinger in cui Tetsuya appare dopo la morte del Dottor Kabuto (e le sue ferite dopo la battaglia finale contro i Mikenes) fino alla pubblicazione di Dynamic Heroes.
- Mazinga Z Infinity: in questo film il ruolo è nettamente in secondo piano rispetto al protagonista Mazinga Z, appare a inizio film per difendere un centro per l'energia fotonica (situato in Texas) da un'invasione di robot di un dottor Hell redivivo, venendo catturato insieme al suo pilota e usato come chiave di attivazione del megarobot Infinity.
OAV
- Mazinkaiser (sette episodi)
- Mazinkaiser contro il Generale Nero (rivisitazione della serie di film degli anni settanta; il ruolo del robot è peraltro limitato (come del resto in Mazinkaiser), dato che viene presto danneggiato in una battaglia nella baia di New York e costretto a lasciare il passo a Mazinkaiser.
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Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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