Gonzalo Rojas
poeta cileno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Gonzalo Rojas Pizarro (Lebu, 20 dicembre 1916 – Santiago del Cile, 25 aprile 2011) è stato un poeta cileno.
Figlio di un minatore (e come minatore ha lavorato egli stesso, insegnando a leggere e a scrivere ai suoi compagni), divenne professore universitario a Concepción, ottenendo anche diversi incarichi diplomatici. In seguito al golpe di Augusto Pinochet si è rifugiato nella Germania Est e, più tardi, ha deciso di risiedere a Caracas, dove ha insegnato fino al rientro in patria, nel 1980.
È stato inserito da storici della letteratura ispano-americana nel gruppo di matrice surrealista “La Mandrágora” e nella cosiddetta “Generación del 38” cilena, assieme a Nicanor Parra e Braulio Arenas.
Nel 1960 ha organizzato un incontro di poeti in Cile a cui hanno partecipato anche alcuni membri della Beat Generation nordamericana. Nel 1992 ha vinto il Premio Reina Sofía e il Premio Nazionale di Letteratura del Cile[1], mentre nel 2003 ha ottenuto il prestigioso Premio Cervantes[2].
La sua è una poesia della “ibridazione della forma”, costituita da un linguaggio che congiunge il quotidiano con il poetico, la materia e lo spirito, la vita e la morte in ricorrenti strutture dialettiche. Si percepisce nella sua opera una prima influenza delle avanguardie, dalle quali si è distanziato per approdare all'esistenzialismo di Unamuno, cogliendo anche l'aspetto dissacratorio dell'antipoesia di Parra.
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