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La Gonfolite lombarda (denominazione informale) è un gruppo, ovvero un insieme di formazioni rocciose di età corrispondente all'Oligocene e al Miocene Inferiore-Medio p.p., affiorante principalmente al bordo padano della catena alpina, tra le città di Como e Varese. Lembi più limitati di questo gruppo affiorano a ovest di quest'area (tra Varese e il Lago Maggiore) e a est (Media Brianza).
Gruppo della Gonfolite Lombarda | |
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Litofacies più tipica del Gruppo della Gonfolite (Conglomerato di Como, Oligocene Superiore - Miocene Inferiore): conglomerati grossolani in banchi di spessore metrico con matrice arenacea. | |
Sigla | GF |
Formalizzazione | Comitato italiano di stratigrafia |
Rango | gruppo |
Unità di rango inferiore | Formazione di Chiasso; Conglomerati di Como; Peliti di Prestino; Arenarie della Val Grande; Peliti del Rio dei Gioghi; Conglomerati di Lucino; Peliti di Lurate Caccivio |
Caratteristiche litologiche | |
Litologia | arenarie, conglomerati, peliti |
Spessore e variazioni | 2470 m |
Età | Chattiano-Serravalliano |
Fossili | Foraminiferi bentonici e planctonici, nannofossili calcarei e palinomorfi, localmente molluschi, echinoidi e resti di vertebrati. |
Ambiente di formazione | conoide sottomarina |
Rapporti stratigrafici | |
Unità strutturale di appartenenza | Sudalpino |
Localizzazione unità | |
Carta geologica dove compare | Foglio 31, 32 |
Si tratta di sedimenti di natura terrigena, clastica, che costituiscono corpi sedimentari assai articolati. Le litologie rappresentate vanno da peliti e marne ad arenarie (prevalentemente a composizione litica o litico-feldspatica), a conglomerati (con varia granulometria, da fine a molto grossolana e composizione prevalentemente cristallina derivante dall'erosione della catena alpina).
In passato (fino agli anni settanta), la Gonfolite era ritenuta dagli studiosi un deposito molassico derivato dallo smantellamento della catena alpina dopo la fase orogenica principale di età cretacica), ed interpretato come un insieme di sedimenti di origine deltizia, per analogia con la Molassa Svizzera (affiorante al margine settentrionale della catena alpina).
A partire dalla metà degli anni ottanta, una serie di nuovi studi, ad opera principalmente dell'Università di Milano[1] ha portato da un lato al riconoscimento del carattere marino profondo delle associazioni faunistiche fossili presenti nelle formazioni arenaceo-pelitiche, dall'altro a determinare la natura torbiditica (e non deltizia) dei depositi della Gonfolite. Questi ultimi costituirebbero un insieme di conoidi sottomarine profonde depositatesi al margine meridionale della catena alpina in fase di sollevamento ed emersione.
Variazioni nella composizione delle arenarie e dei conglomerati in senso stratigrafico (dal basso verso l'alto) permettono di evidenziare anche il carattere sin-orogenico (contemporaneo a fasi di sollevamento ed erosione di una catena montuosa) di questi depositi, consentendo tra l'altro di definire meglio l'evoluzione della catena alpina[2] nell'Oligocene e nel Miocene.
Nei termini pelitici e marnosi della Gonfolite si rinvengono soprattutto microfossili (Foraminiferi, Radiolari, Ostracodi). Tuttavia, in livelli emipelagici sono stati segnalati[1] anche macrofossili di ambiente marino profondo (ossa e squame di pesci, Bivalvi, Gasteropodi, Nautiloidi, Echinoidi), oltre a sporadici resti ossei di mammiferi marini e a frequenti resti di piante continentali (frustoli erbacei e frammenti di tronco, talora con fori di Teredine), indicativi della prossimità del margine continentale emerso.
In seguito agli studi citati, il quadro stratigrafico è stato revisionato e formalizzato. Il termine Gonfolite non è quindi più ammesso in letteratura per designare genericamente una litologia (conglomerati grossolani a clasti arrotondati tipo "puddinga") ma dovrebbe essere utilizzato solo in senso proprio, per definire l'unità stratigrafica omonima.
In sintesi, la Gonfolite è suddivisibile in due parti:
In Brianza centrale, tra i paesi di Besana Brianza, Briosco e Inverigo, sono presenti limitati e discontinui affioramenti di Gonfolite (arenarie e peliti) databili al Miocene medio e superiore (Langhiano e Serravalliano), che rappresenterebbero quindi i termini affioranti più recenti[3].
La Gonfolite (in senso lato) è presente anche nel sottosuolo della Pianura Padana, ove è stata attraversata da numerosi pozzi perforati dall'AGIP (gruppo Eni) per la ricerca di idrocarburi. In questo contesto, sono state documentate su base paleontologica per il complesso gonfolitico età che vanno dall'Oligocene Inferiore al Miocene Superiore [4].
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