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geografo italiano e senatore del Regno d'Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuseppe Dalla Vedova (Padova, 29 gennaio 1834 – Roma, 21 settembre 1919) è stato un geografo italiano, considerato tra i principali contributori della geografia moderna, e nel 1909 senatore del Regno d'Italia. Fu presidente della Società geografica italiana dal 1900 al 1906 di cui era già stato segretario dal 1877 al 1896.
Giuseppe Dalla Vedova | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXIII |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in storia e filologia Laurea in filosofia |
Università | Università di Vienna |
Professione | Docente universitario |
Firma |
«Il carattere precipuo che distingue la geografia dalle così dette "scienze affini" deriva da due ordini di indagini peculiari alla nostra scienza: quella della distribuzione dei vari fatti e fenomeni che hanno sede sulla superficie terrestre e quella delle reciproche connessioni fra questi diversi fatti e fenomeni.»
Dopo studi classici conseguiti presso il Seminario di Padova, seguì a Vienna gli insegnamenti di geografia (allora tenuti presso i corsi di filosofia) di Friedrich Simony all'Università di Vienna, grazie ai quali si avvicinò all'opera dei padri della nuova geografia ottocentesca Alexander von Humboldt e Karl Ritter. Ritornato in patria si dedicò all'insegnamento nei licei di Venezia e Padova e cominciò a scrivere pubblicazioni, sino al Delle origini e dei progressi della geografia fisica, 1868, che gli valse notorietà nell'ambito scientifico. Nel 1872 ebbe la cattedra di geografia all'Università di Padova, significativo fu il discorso di insediamento, noto come La geografia ai giorni nostri.
Nel 1875 fu nominato direttore del neo-istituito Museo d'istruzione e di educazione di Roma e docente di geografia presso l'Università La Sapienza, di cui sarebbe stato rettore nell'anno accademico 1895-1896.
Nel contesto geografico del tempo si adoperò a rinnovare la geografia italiana promuovendo la concezione di essa come disciplina della distribuzione di fatti e fenomeni sulla superficie terrestre e delle loro reciproche connessioni.[2]
Al Metternich, che aveva definito l'Italia "una mera espressione geografica", replicò: «L'espressione geografica è creata dalla comunanza e dall'armonico temperamento di condizioni fisiche, di prodotti, di bisogni, d'interessi, di tradizioni, d'origini; l'espressione geografica rappresenta una specie di organismo, e gli organismi hanno in sé la ragione e il diritto della propria esistenza».
Sostenne l'insegnamento della geografia nelle scuole.
Nel 1907 aderì alla Società italiana per il progresso delle scienze, del cui Comitato sezionale centrale per la geografia fu presidente. Fu membro della Società geologica italiana e dell'Accademia dei Lincei. Nel 1909 fu nominato senatore.
Fu autore di oltre 150 titoli scientifici, che posero le basi per la ricerca dei geografi italiani di fine ottocento.
Testi:
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