novantacinquesima edizione della corsa ciclistica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Giro d'Italia 2012, novantacinquesima edizione della corsa e quindicesima prova dell'UCI World Tour 2012, si svolse in ventuno tappe dal 5 al 27 maggio2012 per un totale di 3505,1 km, con partenza da Herning (Danimarca) e arrivo a Milano. La vittoria fu conquistata dal canadese Ryder Hesjedal, che completò il percorso in 91h39'02", alla media di 38,244km/h, precedendo lo spagnolo Joaquim Rodríguez e il belga Thomas De Gendt.
Sul traguardo di Milano 157 ciclisti, su 198 partiti da Herning, portarono a termine la competizione.
Il percorso fu presentato ufficialmente il 16 ottobre 2011 a Milano, ma così come quello del Tour de France fu inavvertitamente rivelato il 10 ottobre.[1][2][3][4][5][6] Per la prima volta nella sua storia, la corsa prese il via in Danimarca. Fu la decima volta che la tappa iniziale si disputò fuori dall'Italia (l'ultima era stata ad Amsterdam nel 2010. La partenza avvenne da Herning, dove si svolse una breve cronometro individuale. Il soggiorno danese continuò con altre due tappe, seguite dalla prima delle due giornate di riposo. La corsa ripartì poi da Verona con una cronometro a squadre. Come da tradizione l'arrivo finale fu fissato a Milano, con una crono individuale di 31,5km.
Gli arrivi in salita furono sei: Rocca di Cambio, Lago Laceno (arrivo di tappa più meridionale), Cervinia, Pian dei Resinelli, Alpe di Pampeago, Passo dello Stelvio; quest'ultimo, incluso nella stessa tappa con l'ascesa del Mortirolo, fu la cima Coppi. Inizialmente per tutti i sei arrivi in salita non erano stati previsti gli abbuoni (di 20", 12" e 8" rispettivamente al primo, al secondo e al terzo classificato).[7] Successivamente si decise di non assegnare gli abbuoni di tappa solo per gli ultimi quattro arrivi in salita e per la tappa d'alta montagna con traguardo a Cortina d'Ampezzo. Oltre agli arrivi in alta quota, anche il traguardo di Assisi fu un GPM di 4ª categoria.
Alla competizione presero parte 22 squadre: le diciotto iscritte all'UCI ProTeam e le 4 UCI Professional Continental Team, per un totale di 198 corridori al via.
La cronometro iniziale venne vinta dal giovane statunitense Taylor Phinney: sua fu anche la prima maglia rosa. Le altre due tappe danesi, caratterizzate dal forte vento, si risolsero con delle volate di gruppo, vinte l'una da Mark Cavendish[17], l'altra dall'australiano Matthew Goss. Dopo il trasferimento la prima tappa italiana fu la cronometro a squadre di Verona, dove vinse il Team Garmin-Barracuda. Phinney dovette cedere il primato dopo il deludente decimo posto della sua BMC Racing Team (incide comunque un errore in curva dello stesso Phinney): la rosa passò sulle spalle del giovane lituano della Garmin Ramūnas Navardauskas[18]. Dopo la volata vinta da Cavendish a Fano e la tappa di Porto Sant'Elpidio, con la vittoria di Miguel Ángel Rubiano, Navardauskas lasciò la leadership della generale all'italiano Adriano Malori, tra i fuggitivi della frazione di Porto Sant'Elpidio.
L'atleta della Lampre-ISD deve però abdicò dopo un solo giorno, a Rocca di Cambio, quando trionfò Paolo Tiralongo: la maglia rosa divenne il canadese Ryder Hesjedal, terzo in classifica 24 ore prima[19]. Dopo Rocca di Cambio seguirono i successi di Domenico Pozzovivo a Lago Laceno, e di Francisco Ventoso in volata a Frosinone. Ad Assisi la maglia rosa cambiò proprietario: Joaquim Rodríguez, che ottenne il successo di tappa. Alla tappa di Assisi seguirono due volate di gruppo (successi per Ferrari e ancora per Cavendish) e, nella tappa semipianeggiante di Sestri Levante, si impose Lars Bak, dopo una lunga fuga[20]. Il giorno dopo, sul Cervino (vittoria di Andrey Amador), Ryder Hesjedal si riprese la maglia rosa: nell'occasione, dopo aver resistito agli attacchi degli altri big, si rese a sua volta protagonista di un attacco, grazie al quale si riportò provvisoriamente in testa alla classifica[21].
Il giorno successivo Matteo Rabottini fu l'eroe di Pian dei Resinelli: dopo una lunghissima fuga solitaria l'atleta pescarese, riuscì a rispondere all'aggancio di Rodríguez, avvenuto all'ultimo chilometro, e a superarlo in una volata a due sulle ultime rampe. Quel giorno Hesjedal non in condizione, perse diversi secondi, nonché il simbolo del primato, che tornò sulle spalle dello spagnolo della Katusha[22]. La tappa di Falzes vide andare in porto la fuga, con la vittoria di Ion Izagirre. Nella frazione di Cortina d'Ampezzo, Roman Kreuziger perse ben 11 minuti, venendo estromesso definitivamente dalla parte alta della classifica. Quel giorno anche il campione in carica Scarponi fu in difficoltà (per una crisi di crampi), riuscendo però a ricongiungersi al gruppetto dei migliori, formato da Basso, Rodríguez, Hesjedal, Urán e Pozzovivo. Fu comunque Rodríguez a portarsi a casa la tappa, precedendo Ivan Basso.
Dopo la volata di Vedelago, vinta da Andrea Guardini, si arrivò alle due tappe decisive. Sull'Alpe di Pampeago trionfò Kreuziger, mentre per la generale fu Ryder Hesjedal a guadagnare terreneo, staccando tutti con uno allungo negli ultimi chilometri.[23]. Sullo Stelvio avvenne l'impresa dell'outsider Thomas De Gendt: il belga uscì dal gruppo sulla salita del Mortirolo, si riportò sui fuggitivi di giornata e vinse in solitaria a quota 2757 m s.l.m., sulla Cima Coppi del Giro 2012. Con questa azione riuscì inoltre a risalire dall'ottava alla quarta posizione in classifica generale. Dietro di lui solo Hesjedal tirò per riavvicinarsi, salvo poi essere staccato all'ultimo chilometro da Rodríguez e da Scarponi: ciò nonostante il canadese perse solo 13 secondi dalla maglia rosa, restando in lizza per il successo finale[24].
Nella cronometro conclusiva di Milano, vinta da Marco Pinotti, De Gendt scavalcò Scarponi salendo sul terzo gradino del podio, mentre Hesjedal riuscì a guadagnare 47 secondi sul diretto avversario Rodríguez, superandolo in classifica e aggiudicandosi così, per soli 16 secondi, la novantacinquesima edizione della Corsa Rosa[25].
Il tracciato del Tour è stato svelato per un errore del sito web ufficiale della Grande Boucle, mentre il percorso del Giro è stato svelato dal sito del giornalista Michele Bufalino, dopo che era rimasto in chiaro sulla versione inglese del sito della Gazzetta dello Sport, e oscurato nelle ore successive.