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condottiero italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giovanni Battista da Montesecco (Pergola, 1450 circa – Firenze, 4 maggio 1478) è stato un condottiero italiano.
Giovanni Battista da Montesecco | |
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Nascita | Pergola, 1450 circa |
Morte | Firenze, 4 maggio 1478 |
Cause della morte | Decapitazione |
Dati militari | |
Paese servito | Stato Pontificio |
Forza armata | Mercenari |
Anni di servizio | 9 (1469-1478) |
Grado | Condottiero |
Battaglie | Battaglia di Mulazzano (1469) ed altre |
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Nato a Montesecco intorno al 1450 da una famiglia di piccola nobiltà che aveva posseduto il castello omonimo, era il fratello maggiore del condottiero Leone da Montesecco.
Nel 1469 entrò al servizio dello Stato Pontificio e prese parte in agosto alla battaglia di Mulazzano contro Roberto Malatesta, venendo ferito ma premiato con l'assegnazione del comando del presidio di fanteria di Castel Sant'Angelo a Roma.
Nel giugno del 1474, al servizio di Papa Sisto IV, partecipò all'assedio di Città di Castello con Pino III Ordelaffi. Nel 1477 fu inviato a Faenza per difendere Carlo II Manfredi dalle truppe del fratello Galeotto. Qui combatté al fianco di Girolamo Riario, nipote del Papa.
Nel 1478 gli venne proposto di recarsi a Firenze per coadiuvare la Congiura dei Pazzi. La congiura, ordita forse dal Papa in persona, prevedeva la cacciata dei Medici (solo in un secondo momento si decise l'eliminazione fisica di Lorenzo de' Medici e di suo fratello Giuliano) con la collaborazione della famiglia Pazzi, banchieri del Papa e rivali dei Medici. Giovanni Battista, che nell'aprile dell'anno era stato nominato dal Papa capitano, per tre mesi, della guardia del palazzo apostolico[1], convinto anche dalla promessa di una lauta ricompensa[2], lasciò Imola con 30 balestrieri a cavallo e 50 fanti e si recò a Firenze col pretesto di essere diretto a Montone per assediare Carlo Fortebraccio.
Conobbe Lorenzo ed ebbe l'incarico di partecipare personalmente all'assassinio, inizialmente organizzato mediante la somministrazione di un veleno ad un banchetto (al quale però Giuliano de' Medici non si recò), poi tramite un assalto con i pugnali durante la messa del giorno seguente. Giovanni Battista tuttavia si rifiutò di compiere un atto tanto efferato, per di più in una chiesa durante una liturgia religiosa, e fu dunque sostituito da due preti non esperti in fatti d'arme, Stefano da Bagnone e il vicario apostolico Antonio Maffei. Essi fallirono nell'esecuzione del delitto e la mancata congiura segnò la condanna di tutti coloro che vi avevano preso parte. Inoltre, il ritardo delle truppe militari di appoggio provenienti da Città di Castello e Forlì contribuì ulteriormente al fallimento dell'azione. Giovanni Battista si rifugiò in un monastero benedettino, ma fu trovato e catturato dai soldati fiorentini e poi sottoposto a processo sommario e torturato, per carpirne la confessione di come erano andati gli avvenimenti secondo la sua versione.
Fu decapitato la sera del 4 maggio nel Palazzo del Bargello e la sua testa fu collocata a monito sul portone dell'edificio[3].
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