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stilista italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giovanna Caracciolo Ginetti (Roma, 1910 – Roma, 1983) è stata una stilista italiana.
Appartenente a un ramo della famiglia dei principi Caracciolo, fondò, a Roma nel 1947, insieme alla contessa Barbara Rota Angelini Desalles[1] la sua casa di moda, la maison Carosa[2].
Partecipò con delle sue creazioni alla “First Italian High Fashion Show”, la prima storica sfilata organizzata il 12 febbraio 1951 a Firenze a Villa Torrigiani da Giovanni Battista Giorgini, considerata la data di nascita dell'alta moda italiana. Fra coloro che presentarono i loro modelli ci furono: Alberto Fabiani, l'atelier Simonetta (della duchessa Simonetta Colonna Visconti), Emilio Schuberth, le Sorelle Fontana, Jole Veneziani, la sartoria Vanna (di Manette Valente), Vita Noberasco e Germana Marucelli. Si aggiunsero per il prêt-à-porter Emilio Pucci, Giorgio Avolio, La tessitrice dell'isola (della baronessa Clarette Gallotti) e Mirsa (della marchesa Olga Cisa Asinari di Grésy).
Nel 1952 partecipò insieme ad altre prestigiose firme dell'epoca, quali la Sartoria Antonelli, Vincenzo Ferdinandi, Roberto Capucci, Giovannelli-Sciarra, Germana Marucelli, Polinober, la Sartoria Vanna, Jole Veneziani e sedici ditte di sportswear e boutique, alla sfilata che utilizzò per la prima volta la celebre Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze.[3] Una giovanissima Oriana Fallaci inviata dal settimanale Epoca ne raccontò la cronaca[4][5].
La sua clientela era composta principalmente da membri dall'aristocrazia romana e internazionale. La principessa, nel corso degli anni, ingaggiò presso l'atelier alcuni dei più grandi nomi della moda italiana, tra i quali spiccavano Patrick de Barentzen, Pino Lancetti, Angelo Tarlazzi. Lo stile della maison rispecchiava fedelmente i gusti della Caracciolo Ginetti ed era caratterizzato da una sofisticata attenzione per linee e colori in grado di vestire con eleganza il corpo, anche attraverso elaborati accostamenti di colori[6].
La maison Carosa chiuse nel 1974, sotto l'incalzare del successo della moda prêt-à-porter[6].
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