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politico italiano (1972-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giovanbattista Fazzolari (Messina, 24 febbraio 1972) è un politico italiano.
Giovanbattista Fazzolari | |
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Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'attuazione del programma di governo | |
In carica | |
Inizio mandato | 2 novembre 2022 |
Capo del governo | Giorgia Meloni |
Predecessore | Roberto Garofoli |
Senatore della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 23 marzo 2018 |
Legislatura | XVIII, XIX |
Gruppo parlamentare | Fratelli d'Italia |
Coalizione | XVIII: Centro-destra 2018 XIX: Centro-destra 2022 |
Circoscrizione | XVIII: Piemonte XIX: Puglia |
Incarichi parlamentari | |
XVIII legislatura:
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Fratelli d'Italia (dal 2012) In precedenza: MSI-DN (1989-1995) AN (1995-2009) PdL (2009-2012) |
Titolo di studio | Laurea in Economia e Commercio |
Università | Università degli Studi di Roma "La Sapienza" |
Professione | Libero professionista; Consulente amministrativo |
Dal 23 marzo 2018 senatore della Repubblica per Fratelli d'Italia e dal 2 novembre 2022 sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'attuazione del programma di governo nel governo Meloni.
Nasce a Messina, ma ad oggi vive nella frazione di Fregene a Fiumicino (Roma), in una famiglia di origini siciliane e calabresi, sua madre Angelica Bellantone è una professoressa messinese originaria di Villafranca Tirrena, mentre suo padre, Michele Lucia Fazzolari, è un diplomatico reggino originario di Bovalino e suo nonno, del quale porta nome e cognome, aveva un importante biscottificio[1][2][3]; è cresciuto all’estero al seguito del padre tra Francia, Argentina e Turchia.[1][2]
Diplomatosi al liceo francese Chateaubriand di Roma nel 1989, si è poi laureato in economia e commercio alla Università degli Studi di Roma "La Sapienza", svolgendo poi il corso post laurea in Operatore della Comunità europea presso la Scuola italiana per l'organizzazione internazionale.[1]
Ha svolto per cinque anni l’incarico di dirigente dell'Aeroporti e Infrastrutture strategiche della Regione Lazio, in questo contesto è stato nominato Mobility Manager della Regione Lazio e referente anticorruzione della Direzione regionale Territorio Urbanistica e Mobilità. È stato partner della società Ares consulenze s.r.l. per la quale ha diretto diversi progetti come la rete di sportelli Fare Impresa e il progetto Imprenditori del Domani realizzato con l’Università La Sapienza.
Dal 2002 al 2004 è stato vice-commissario del Parco naturale regionale Monti Simbruini del Lazio. Attualmente è un libero professionista dal 2017.
Inizia la sua attività politica nel 1989, a 17 anni, come militante nella sezione romana del Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN), che con la sua confluenza in Azione Giovani (AG), la nuova organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale (AN), diventa il primo presidente provinciale di Roma di Azione Universitaria (ramo universitario di AG); nel congresso dove avvenne la svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini, che portò nel 1995 allo scioglimento del MSI-DN e la fondazione di AN, è stato un delegato dell'assemblea costituente del partito.
Durante gli anni in Azione Giovani si affianca politicamente a Giorgia Meloni, diventando un suo stretto collaboratore, occupandosi di elaborazione politica, studio e analisi, facendole da consigliere giuridico quando era vicepresidente della Camera dei deputati durante la XV legislatura, e successivamente da capo della sua segreteria tecnica quando era Ministro per la gioventù nel quarto governo presieduto da Silvio Berlusconi.[2][3]
A dicembre 2012 partecipa alla scissione del PdL guidata da Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che porta alla nascita di Fratelli d'Italia (FdI), diventando Responsabile del programma elettorale, vicinissimo alla presidente del partito Meloni e definito “il Gianni Letta di Fratelli d’Italia”[1][3], con cui alle elezioni politiche del 2018 viene candidato al Senato della Repubblica, tra le sue liste nel collegio plurinominale Piemonte - 02, risultando eletto senatore. Nella XVIII legislatura della Repubblica è stato componente della 14ª Commissione Politiche dell'Unione europea e della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro europea, segretario della Commissione speciale per l'esame degli atti urgenti presentati dal Governo e vicepresidente della Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, oltre a farsi autore di un emendamento che ha liberalizzato i proiettili calibro 9x19 mm parabellum.[1]
Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato, come capolista di FdI nel collegio plurinominale Puglia - 01[4], venendo rieletto senatore a Palazzo Madama[5]. Nella XIX legislatura è membro della 3ª Commissione Affari esteri e difesa, venendo sostituito per l'incarico di governo che occupa da Antonella Zedda.
Con la vittoria della coalizione di centro-destra alle politiche del 2022 e la seguente nascita del governo presieduto da Giorgia Meloni, il 31 ottobre 2022 viene indicato dal Consiglio dei Ministri come sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'attuazione del programma di governo nell'esecutivo Meloni, entrando in carica dal 2 novembre seguente.[6]
Ad agosto 2023 viene designato quale Responsabile sia della comunicazione di Fratelli d'Italia che del governo italiano e dell'ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, entrando in carica il 1° settembre.[7]
Nel corso degli anni Fazzolari ha attaccato più volte sui social il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definendolo «un aspirante demonio», «un rottame» e «Oltre i confini del ridicolo», di cui, durante la formazione del governo Meloni (in cui è stato nominato sottosegretario), ne ha cancellato ogni traccia.[8]
A dicembre 2022, in risposta alle critiche della Banca d'Italia sulla legge di bilancio 2023, ha fatto delle dichiarazioni in cui ha lasciato intendere che la Banca è controllata dalle banche private[9]. Dichiarazioni alla quale, non meglio precisate fonti di governo, hanno dovuto chiarire che nelle parole di Fazzolari non c’era nessuna «volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia».[10]
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