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I Giandonati furono un'antica famiglia di Firenze, facente parte della nobiltà cittadina.[1]
I Giandonati furono consorti con la famiglia Donati, il cui stemma era simile al loro, anche se con i colori posti in posizione inversa.[1] Infatti, vengono ricordati come una delle più importanti consorterie consolari della città fiorentina.[1]
Fecero parte della divisione guelfa[1] e parteciparono alla battaglia di Montaperti[1] (1260), ma a causa della vittoria dei ghibellini, furono costretti insieme ai loro consorti Donati a lasciare Firenze(sorte che toccò a tutte le famiglie di parte guelfa). Li ritroviamo sempre come guelfi tra i cavalieri facenti parte delle esercito fiorentino nelle battaglie di Montecatini (1315) e di Altopascio (1325), ma in entrambe persero la battaglia.
I Giandonati facevano parte dell'elenco delle famiglie magnatizie e per questo erano escluse dal partecipare alla carriera politica cittadina. Ciò fino a quando nel 1343 parteciparono agli scontri politici che portarono alla cacciata e alla fuga del duca di Atene Gualtieri VI di Brienne,[1] episodio che permise ai Giandonati di essere cancellati dall'elenco dei magnati ed essere ammessi alla vita politica cittadina. Molti furono infatti i priori facenti parte alla casata dei Giandonati.[1]
Ebbero forti legami e rapporti di amicizia con i monaci Olivetani,[1] i quali pagavano un insolito contributo ai Giandonati che consisteva in una coscia di maiale maschio assieme ai suoi genitali e alla sua coda, in due galline nere con qualche penna bianca, e in alcuni sacchi di spelta,[1] un'antica varietà di farro. Inoltre il monastero olivetano aveva il dovere di aiutare economicamente la famiglia nel caso in cui fosse caduta in disgrazia,[1] e di pagarle il mantenimento di un cavallo e di un servitore. Tali favori furono mantenuti fino al 1583, anno in cui morì l'ultimo discendente dei Giandonati.[1]
Uno dei palazzi dei Giandonati fu inglobato dal palazzo della famiglia Canacci, divenuto ora Palazzo Canacci-Giandonati in piazza di Parte Guelfa 3.
La famiglia si estinse nel 1583, alla morte senza eredi di Donato di Raffaello.[1] Dalla sorella di quest'ultimo discendono i celebri editori Giunti.
Troncato d'argento e di rosso (Giandonati di Toscana).
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