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fucile che spara ripetutamente, prima di dover caricare nuove munizioni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un fucile a ripetizione è un fucile a canna singola, in grado di sparare più colpi, prima di dover caricare nuove munizioni. Ciò si ottiene avendo nell'arma un serbatoio fisso o attaccato ad essa un magazzino di cartucce che vengono immesse nella camera di scoppio, tramite un meccanismo manuale oppure automatico. Nell'uso più comune, il termine "fucile a ripetizione" è più spesso riferito alle sole armi ad azione manuale, che è il significato contrapposto a quelle con azionamento automatico, cioè che sfruttano l'energia del rinculo o del recupero dei gas, per ripetere l'azione di caricare il colpo successivo; tuttavia, tutte le armi da fuoco autocaricanti sono tecnicamente una sottocategoria delle armi da fuoco a ripetizione.
I fucili a ripetizione rappresentavano un progresso significativo rispetto ai precedenti fucili a retrocarica a colpo singolo quando venivano usati per il combattimento militare, poiché consentivano una cadenza di tiro molto maggiore. I fucili a ripetizione "convenzionali" esordirono nella Guerra civile americana durante i primi anni 1860, ma già nel 1700 si usava un fucile ad aria compressa per ottenere la ripetizione: il fucile Windbüchse.
Può stupire la (storica) ritrosia delle autorità militari nell'adottare i fucili a ripetizione non appena disponibili. Trascurando gli obiettivi difetti che in principio queste armi (come qualunque prodotto innovativo) potessero eventualmente presentare, bisogna dire che in genere verso gli inizi del XX secolo gli alti comandi nutrivano una vera ossessione per lo "spreco di munizioni" da parte dei combattenti. Lo testimonia la frequente presenza, sulle prime armi a ripetizione, di dispositivi "cutoff", in pratica dei deviatori meccanici che escludevano dall'azione il caricatore (mantenuto di riserva per le fasi più concitate dello scontro), in modo da imporre l'inserimento in camera di un proiettile per volta.[1] Un meccanismo simile compare anche in moderni fucili a pompa; serve per sparare occasionalmente una cartuccia di tipo diverso (ad esempio: palla singola) rispetto a quelle contenute nel caricatore (ad esempio: munizione spezzata, tipo pallini).[2]
A metà Ottocento, uno dei meccanismi utilizzati per tentare di ottenere dei fucili in grado di sparare a ripetizione fu quello sperimentato favorevolmente sulle rivoltelle; perciò nacquero dei fucili a tamburo, come nel caso del Colt New Model Revolving rifle. Sebbene questa scelta costruttiva non avesse avuto all'epoca un completo successo (in parte anche per limiti intrinseci delle cartucce a polvere nera del tempo), non mancano armi contemporanee che hanno la stessa impostazione, quali il russo MTs255 e la carabina statunitense-brasiliana Taurus/Rossi Circuit Judge. In effetti, furono costruite alcune delle prime armi lunghe con il meccanismo a rivoltella apprezzato nelle pistole, ma non ebbero vita lunga. Sebbene il movimento a rotazione andasse bene per le pistole, creava un problema sulle armi lunghe: in assenza di particolari accorgimenti per sigillare il movimento, il tamburo produce una scarica di gas vicino al volto del tiratore che spara dalla spalla, come avviene sovente con i fucili (questo inconveniente non si verificava con i revolver, che non si avvicinano al viso finché si spara).[14]
Benché la maggior parte dei fucili a blocco cadente[15] fossero azioni a colpo singolo, alcune delle prime armi a ripetizione si avvalevano di questa soluzione, tra cui il norvegese Krag–Petersson[16] e lo statunitense Spencer. Il primo caricava da un serbatoio posto sotto la canna in stile Henry; il secondo era alimentato da un serbatoio tubolare nel calcio.
In una classica arma da fuoco del tipo Herny-Winchester, le cartucce sono caricate una ad una in un serbatoio tubolare parallelo e sottostante la canna. Un corto perno viene tenuto in posizione con un'azione a levetta sopra il centro. Una volta chiusa, l'azione sopra il centro impedisce l'apertura solamente con la forza del perno quando l'arma spara. Questa azione a levetta è mossa da un'impugnatura integrata nella guardia del grilletto. Quando si manovra la levetta (abbassandola e spingendola verso il vivo di volata), una molla nel serbatoio tubolare spinge in posizione una cartuccia nuova. Riportando la leva di manovra nella posizione iniziale (aderente al calcio) si "camera" la cartuccia chiudendo la culatta. Un interblocco impedisce di sparare se la levetta non è richiusa completamente. La famosa Model 1873 Winchester è paradigmatica di questa categoria. Successivi progetti a leva, come i fucili a leva Marlin e quelli ideati per la stessa Winchester da John Browning, usano uno o due meccanismi di blocco verticale, invece che un collegamento alla levetta. Esistono anche fucili lever-action alimentati da un classico caricatore "a scatola" (simile a quello usato dai fucili d'assalto) che permette l'uso di proiettili spitzer (cioè con l'ogiva appuntita, e non smussata).
In un'arma a pompa, l'azione è alimentata da un'impugnatura anteriore mobile che il tiratore tira indietro e avanti per espellere il bossolo esploso, ed estrarre e "camerare" una nuova cartuccia. Le azioni a pompa sono normalmente associata ai fucili ad anima liscia, ma la serie Remington Model 7600 è un esempio di fucile a pompa a canna rigata.[17] I fucili a pompa sono detti anche slide-action ("azione a scorrimento"). Fucili di questo tipo sono ancora piuttosto diffusi in alcuni corpi di polizia (per lo più statunitensi) poiché è facile addestrare agenti che hanno già dimestichezza con i fucili a pompa a canna liscia.
L'otturatore è un meccanismo che è azionato a mano per estrarre una cartuccia usata, spostare una cartuccia nuova in camera di scoppio e riarmare il percussore, preparando l'arma a sparare di nuovo. L'otturatore chiude il lato culatta della canna e contiene il percussore. L'otturatore è mantenuto al suo posto da una leva che entra giusta in una tacca. Quando si fa uscire questa leva dalla tacca l'otturatore non è più bloccato, e può essere tirato indietro. Un estrattore toglie la cartuccia usata, che poi è espulsa attraverso la fessura della leva. Una molla sul fondo del caricatore spinge in alto le cartucce di scorta, collocando quella superiore tra l'otturatore e la camera alla base della canna. Spingere avanti la leva dell'otturatore "camera" questa cartuccia e premere la leva nella tacca blocca l'otturatore e abilita il meccanismo del grilletto. Il ciclo completo dell'azione ripristina anche il percussore. Il fucile Mauser ideato a cavallo dei secoli XIX e XX è un modello bolt action tra i più noti: fu un apripista di tale tecnologia, da cui derivarono armi celebri quali lo Springfield M1903 e il Karabiner 98 Kurz (spesso abbreviato in Kar98k o semplicemente K98). Il russo Mosin-Nagant, il britannico Lee-Enfield, e il norvegese Krag-Jørgensen sono esempi di progetti bolt action alternativi.
Nel meccanismo a massa battente, l'otturatore non è realmente bloccato nel momento dello sparo. Per evitare un violento rinculo, in molte armi di questa categoria l'apertura dell'otturatore è ritardata in qualche modo. In molte armi portatili, la cartuccia è sparata mentre l'otturatore sta ancora avanzando, ed esso non si apre finché la spinta in avanti non è stata superata. Altri metodi fanno ritardare l'apertura finché due rulli non siano stati ribattuti nelle nicchie del castello che alloggia l'otturatore. L'azione a massa battente pura è semplice ed economica da fabbricare, ma è limitata nella potenza che può sopportare, perciò vi si ricorre in armi di piccolo calibro quali pistole mitragliatrici e mitra. Di converso, la massa battente ritardata, di cui è un noto esempio il fucile d'assalto francese FAMAS, può gestire cartucce più potenti ma è anche più complicata e costosa da fabbricare.
In un'arma a corto rinculo, la culatta è bloccata, e la canna rincula nel normale ciclo di sparo. Nelle azioni a lungo rinculo, ad esempio nella fucile a canna liscia Browning Auto-5, la canna e l'otturatore rimangono bloccati per tutto il percorso del rinculo, e si separano nel ritorno; nelle azioni a corto rinculo, tipiche della maggior parte delle pistole (come nella Colt M1911), la canna rincula solo per un breve tratto prima di distaccarsi dall'otturatore.
In un meccanismo a sottrazione di gas, una parte dei gas che espellono il proiettile dalla canna sono estratti e usati per azionare un pistone. Il movimento di questo pistone a sua volta sblocca e attiva l'otturatore , che esegue l'estrazione della cartuccia usata e grazie ad una molla l'azione appronta la cartuccia successiva. Quasi tutti i moderni fucili militari usano meccanismi di questo tipo.
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