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docente e critico cinematografico italiano (1943-2009) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Saverio La Polla detto Franco (Faenza, 7 ottobre 1943 – Pavia, 27 febbraio 2009) è stato uno storico del cinema e critico cinematografico italiano. Dal 2004 al 2007 è stato professore di storia del cinema e direttore del Dipartimento di Musica e Spettacolo (DAMS) dell'Università di Bologna.
Nato a Faenza nel 1943, per 30 anni professore universitario di storia e letteratura nordamericana in vari atenei.
Tra i suoi libri più importanti Introduzione al cinema di Hollywood, Sogno e realtà nel cinema di Hollywood (vincitore di un Efebo d'oro nel 1988), Stili americani, L'età dell'occhio, Intertextual identity (sugli ebrei americani). Tra le monografie: l'adorato Sydney Pollack a Stanley Donen/Gene Kelly (Ed. Il Castoro), Joseph Mankiewicz, Steven Spielberg (sempre per il Castoro), la trilogia su Star Trek (Il cielo è il limite per Lindau; Foto di gruppo con Astronave e Star Trek al cinema per Punto Zero); Minority Report (e Philip K. Dick), Vittorio De Sica e François Truffaut. E poi i libri-cataloghi dedicati a Joe Dante e Angelo Novi per la retrospettiva di Locarno e la mostra del 2007 a Bologna. La Polla è stato anche conferenziere, consulente di festival (Venezia, Verona, Roma, Bologna, Locarno, il Nightmare di Ravenna) e di commissioni ministeriali, interfaccia universitaria italo-californiana.
Teorico e specialista di fama internazionale[1], La Polla era stato, con Guido Fink, Giovanna Grignaffini e Piera Detassis tra gli animatori della rivista Cinema & Cinema, nata nel 1974 per declinare, con più passione marxista e modernità di sguardo, l'analisi del linguaggio cinematografico e del suo contesto mitico-storico, inaugurata da Cinema Nuovo e appesantita da metodologie sempre più dogmatiche. Ha collaborato a varie riviste culturali, Il Verri, Paragone, Il Ponte, Studi Americani, affiancando sempre il dinamismo teorico alla profondità pratica, come operatore culturale, radiofonico (deliziose e profetiche le sue parodie, a Hollywood Party, su Radiotre, dell'agguerrito e indomito critico cinematografico di Bollywood Biryani Rawalpindi). Ha collaborato con vari quotidiani, fra i quali Il Resto del Carlino, Nazione, L'Unità, Il Giorno.
A partire dal 2010 a La Polla è stato intitolato dal Future Film Festival di Bologna un premio per la migliore tesi di laurea sul cinema di fantascienza.
Paolo Virzì ha annunciato fra le novità riguardanti il Torino Film Festivall, dal dicembre del 2012 sotto la sua direzione, una retrospettiva sulla stagione cinematografica della New Hollywood intitolata idealmente a Franco La Polla: "Immaginiamo una trentina di titoli, e la vorremmo dedicare idealmente a quel grande critico e studioso di cinema americano che era Franco La Polla, che per primo e in modo intelligente, libero e autorevole dedicò a quella stagione delle pubblicazioni imprescindibili" ha commentato il regista.[2]
L'università lo ricorda così:
«Come Italo Calvino, Franco La Polla aveva provato ad unire in un unico senso la figura di San Girolamo e quella di San Giorgio, l’intellettuale chiuso nel suo studio e il cavaliere che esce dalla sua biblioteca (migliaia e migliaia di volumi) per affrontare il Drago e la vita stessa. Franco sapeva che la cultura non è cultura se non si apre al mondo e agli altri, e sapeva fin troppo bene che il cinema non è semplicemente cinefilia. Tenendo magari in mente l’opera dei suoi cineasti di riferimento: da una parte François Truffaut e Sydney Pollack, per la loro profonda e autentica matrice umanistica; dall’altra Billy Wilder e Groucho Marx (col quale condivideva la passione per i sigari), per la limpidezza e l’arguzia di una parola che sa anche giocare con la vita, prendendola terribilmente sul serio. Franco La Polla ha infatti amato intensamente la vita, e ha voluto viverla fino in fondo, in tutta la sua pienezza. Per questo avevamo finito per crederlo immortale, e per non contemplare mai l’idea che un giorno potesse lasciarci. Ora che se ne è andato il dolore è grande, ma non totale, perché sappiamo che tutto quello che ci ha insegnato, i suoi libri e l’esempio meraviglioso del suo vivere, non ci abbandoneranno mai.»
Bertolucci: la strategia dell'inconscio, a cura di F. Mariotti, Roma, ANCCI, 1996, pp. 35-42.
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