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filologo italiano (1925-2007) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Mazzoni (Firenze, 16 novembre 1925 – Bibbiena, 15 gennaio 2007) è stato un filologo italiano, tra i massimi esperti del Novecento dell'opera di Dante Alighieri.
Appartenente a una famiglia di studiosi quali Guido Mazzoni, Pio Rajna e allievo di Mario Casella, Mazzoni conseguì nel 1959 la libera docenza in filologia dantesca. Fu assistente di Gianfranco Contini.
Nel 1967 ottenne la prima cattedra di Filologia dantesca istituita in una Università statale italiana, presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Firenze, ove Mazzoni insegnò sino al 2001 (la prima cattedra di Filologia dantesca in assoluto in Italia venne istituita nel 1965, in occasione del centenario dantesco, presso l'Università Cattolica di Milano, ove per il biennio dal 1975 al 1977 l'insegnamento fu affidato a Mazzoni).
È stato presidente della Società Dantesca Italiana (1968-2005) e dell'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio (1981-2001) e ha diretto la rivista specialistica degli «Studi Danteschi», fondata da Michele Barbi. È stato il responsabile del progetto Bibliografia Dantesca Internazionale, strumento di ricerca fruibile gratuitamente in rete.[1]
È stato accademico emerito dell'Accademia della Crusca. Il 25 marzo 2021, in occasione del centenario Dantedì, è stata inaugurata in Crusca la sala dantesca intitolata a Francesco Mazzoni che custodisce la biblioteca e il grande archivio dello studioso (donazione della famiglia). https://www.youtube.com/watch?v=RSYiozFSEaM
Dal 1993 al 2001 è stato coordinatore nazionale del dottorato di ricerca in filologia dantesca. In tale ambito Mazzoni ha formulato la pertinente definizione della materia: «La Filologia dantesca è un insegnamento rigorosamente tecnico che importa critica testuale, esame della tradizione manoscritta, specifica analisi linguistica e stilistica, esegesi puntuale, ricerca concreta di fonti».[2] Mirava, Mazzoni, sono ancora sue parole, «a una storicizzazione integrale della poesia di Dante».[3]
Nel 1990 l'Accademia dei Lincei gli ha conferito il premio “Antonio Feltrinelli” per la filologia e la linguistica[4] ritenendolo, come scrive Vittore Branca, il «massimo animatore e rinnovatore degli studi danteschi d'oggi».[5] Francesco Mazzoni, ha scritto Bernhard König presidente onorario della Deutsche Dante-Gesellschaft, «si è reso benemerito della eredità spirituale del poeta e pensatore Dante Alighieri».[6] Una vita spesa «a capire il poeta» (così Carlo Ossola in «Il Sole 24 Ore», 15 febbraio 2015, p. 25).
Molteplici i suoi contributi di filologia ed esegesi dantesca e medievale: sui commenti trecenteschi alla Commedia, sul testo del Poema, sulla Quaestio de Aqua et Terra e sulle Epistole, sul pensiero politico dell'Alighieri e sulla fortuna secolare di Dante, nonché su Brunetto Latini, Francesco da Barberino, Giovanni Boccaccio, storicamente connessi alla biografia, alla cultura, e alla dantesca fortuna.
Muore a Bibbiena il 15 gennaio 2007. Si legga quanto ha scritto Stefano Jossa su «il manifesto» (17 gennaio 2007, p. 13): «Con la scomparsa di Mazzoni si chiude una storia di lunga durata della funzione della critica italiana nella gestione del discorso pubblico nazionale: una filologia capace di coniugare impegno critico e vocazione civile, nella convinzione che il rispetto del testo fosse anche, prima di tutto, rispetto della persona. Di qui nasceva l'idea di una critica che affidasse al rigore metodologico un pari rigore etico, ricostruendo i testi e la storia non con il culto del documento, ma con il senso di un servizio alla conoscenza. Senza furori estetici e senza religioni del fatto: nel tentativo, piuttosto, di far interagire i linguaggi, di modo che il laboratorio del filologo potesse fornire nuovi strumenti al tempio del critico e che le magie dell'alchimista potessero illuminare gli esperimenti del chimico. Negli studi di Mazzoni su Dante si incrociano, senza stridere, laboratorio e tempio, filologia e critica, la lezione di Casella (di cui era stato allievo all'Università di Firenze) e l'estetica di Croce. Non c'era contraddizione, perché i due linguaggi si muovevano, integrandosi, in ambiti diversi». Non si potrebbe dire meglio. È stato sepolto al cimitero delle Porte Sante a Firenze.
Il 14 novembre 2007, la giornata di studio intitolata "Con Francesco Mazzoni", tenutasi a Firenze in Palazzo Vecchio, ha illustrato il magistero scientifico e umano del filologo e del docente fiorentino. Si vedano gli atti di quella manifestazione. Nel 2008 ha avuto luogo, presso il Teatro della Pergola di Firenze, la prima edizione del Premio Francesco Mazzoni, istituito in ricordo di uno studioso e di un promotore di cultura che molto si è impegnato anche per la diffusione delle opere dell'Alighieri presso il grande pubblico. Il premio viene conferito a protagonisti eccellenti del teatro italiano nel segno, come si legge nella motivazione, «di quella curiosità appassionata con cui Francesco Mazzoni declinava l'idea di una cultura aperta e viva».
Il 21 novembre 2008, a Firenze, nell'ambito delle celebrazioni per il centoventesimo anniversario della Società Dantesca Italiana, svoltesi con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la società ha intitolato a Francesco Mazzoni il salone delle conferenze del Palagio dell'Arte della Lana.
Nell'anno rotariano 2015-2016 il Rotary Club Firenze ha istituito l'XI Premio di laurea dedicato a Francesco Mazzoni.[7] Alla valorizzazione del grande archivio dantesco di Francesco Mazzoni provvede l'Associazione culturale Guido e Francesco Mazzoni per gli studi medievali e danteschi, promuovendo la pubblicazione di testi e documenti ivi conservati.
È in corso di pubblicazione, presso le romane Edizioni di Storia e Letteratura, la sua ultima opera: Con Dante per Dante. Saggi di filologia ed ermeneutica dantesca , articolata in sei volumi e accolta da lusinghiere recensioni apparse e.g. su «Il Sole 24 Ore» (15 febbraio 2015, a firma di Carlo Ossola), «La Cultura» (2017, 3, a firma di Gennaro Sasso) e in «Lettere Italiane» (LXXI, 2019, 1, a firma di Giuseppe Antonio Camerino).[8][9][10][11]
Inoltre:
Fra le edizioni curate da Francesco Mazzoni:
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