Filottete (Eschilo)
tragedia di Eschilo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Filottete (in greco antico: Φιλοκτήτης?, Philoktétēs) è una tragedia greca scritta da Eschilo e rappresentata ad Atene in un anno non sicuro, ma successivo al 485 a.C. (forse nel periodo 484-473 a.C.[2] o intorno al 471 a.C.[3]). La tragedia, oggi perduta, fu la prima a mettere in scena l'incontro tra Filottete ed Odisseo; essa fu ripresa, con alcune variazioni, dal Filottete di Euripide e poi dal Filottete di Sofocle. La tragedia di Eschilo è andata perduta e di essa oggi restano pochi frammenti[4] ed un confronto di Dione Crisostomo con le tragedie omonime di Euripide e di Sofocle, grazie al quale è possibile individuare alcune caratteristiche del dramma e ricostruire in parte la trama.[5]
Filottete | |
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Tragedia perduta | |
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Autore | Eschilo |
Titolo originale | Φιλοκτήτης |
Lingua originale | Greco antico |
Ambientazione | Isola di Lemno |
Prima assoluta | 484-473 a.C. o 471 a.C. Teatro di Dioniso, Atene |
Personaggi | |
Trama
Riepilogo
Prospettiva
Il dramma si svolge sull'isola di Lemno, davanti all'abitazione di Filottete (forse una semplice capanna[6]), durante il decimo anno della guerra di Troia.[7]
La tragedia si apriva probabilmente con un monologo del protagonista che ricordava la propria terra natale ed in particolare lo Spercheo, un fiume che scorre nella Tessaglia meridionale,[8] oppure, secondo altre ricostruzioni, con un parodos durante il quale Odisseo, che ha il compito di portare Filottete a Troia con il suo arco,[9] riesce a convincere il coro di uomini di Lemno, forse con un inganno, a stare dalla sua parte.[10]
Successivamente Filottete entra in scena, ma non incontra Odisseo:[11] al coro, da cui in dieci anni non aveva ricevuto visite,[12] racconta la sua storia e probabilmente il coro lo informa che i Greci sono arrivati sull'isola;[13] quindi Odisseo entra scena, ma il protagonista, dopo dieci anni sull'isola, non lo riconosce.[14] Odisseo racconta allora alcune false notizie per ammansire Filottete: Agamennone è morto, gli Achei sono stati sconfitti, Odisseo è stato accusato di un crimine vergognoso[15] e la spedizione greca è fallita.[16]
In una scena successiva, Filottete invoca l'arrivo della morte per porre fine ai dolori lancinanti da cui è colpito[17] e minaccia di tagliarsi il piede;[18] Odisseo approfitta della situazione per impossessarsi dell'arco,[19] che forse il protagonista ha appeso ad un ramo per controllare la ferita,[20] e per allontanarsi in fretta.[21]
La parte finale del dramma è difficile da ricostruire: si sa che Filottete parte per Troia, ma non è chiaro se parta controvoglia o se qualcuno, forse il coro oppure Odisseo oppure una divinità, riesca a convincerlo.[22]
Personaggi
Le uniche informazioni sicure sui personaggi del dramma sono fornite da Dione Crisostomo, che elenca Filottete ed Odisseo.[7] Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opera appartenga al periodo in cui Eschilo utilizzava solo due personaggi e dunque l'elenco di Dione sarebbe completo.[23]
Altri hanno ipotizzato la presenza di Neottolemo sulla base di una ipotesi lacunosa contenuta in uno dei papiri di Ossirinco,[24] in cui è presente una lista di personaggi che si riteneva fossero quelli del Filottete eschileo, ma questa proposta ha perso consistenza poiché l'effettiva appartenenza della lista di personaggi al dramma di Eschilo è dubbia.[25]
Altri ancora propongono come terzo personaggio una dea, forse Atena, che avrebbe avuto il ruolo di svelare a Filottete la verità sui piani dei Greci a Troia.[26]
Note
Bibliografia
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