Filippo De Boni
giornalista, scrittore e politico italiano (1816-1870), deputato alla Costituente della Repubblica Romana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
giornalista, scrittore e politico italiano (1816-1870), deputato alla Costituente della Repubblica Romana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Filippo De Boni (Caupo, 7 agosto 1816 – Firenze, 7 novembre 1870) è stato un giornalista, scrittore e politico italiano.
Filippo De Boni | |
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Deputato dell'Assemblea costituente della Repubblica Romana | |
Durata mandato | 18 febbraio 1849 – 4 luglio 1849 |
Legislatura | unica |
Collegio | Roma |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | VIII, IX, X |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | Pubblicista / Giornalista |
Il padre Giacomo, capomastro muratore e stuccatore, proveniva da una famiglia di artisti locali (suoi zii erano Sebastiano e Giovanni Luigi De Boni). La madre, Antonia Saccari, era sorella del curato di Rasai, don Giovanni, che lo avviò al sacerdozio iscrivendolo al seminario di Feltre.
Uscì da questa istituzione nel 1834, insofferente nei confronti dell'insegnamento ecclesiastico ma con ottimi risultati scolastici e gli fu concesso, grazie a un sussidio statale, un posto nel seminario di Padova dove rimase poco, preferendo intraprendere l'attività di insegnante privato che gli consentiva una maggiore libertà di studi. Lavorò prima al collegio Benetelli, quindi per la famiglia Viviani; infine si trasferì a Venezia presso i Soranzo. Nel frattempo lo zio sacerdote era morto e De Boni ruppe l'impegno di abbracciare la vita religiosa.
Collaborò con Luigi Carrer nella redazione del giornale veneziano Il Gondoliere, di cui divenne direttore. Andò poi a Genova, dove era stato chiamato alla presidenza del Circolo Artistico. Espulso per motivi politici, riparò prima in Piemonte (1846), poi a Losanna e quindi a Parigi, dove riprese a stampare le sue Cronache che Vincenzo Gioberti giudicò eleganti e veridiche.
Nel 1848, quando iniziarono i moti patriottici, tornò in Italia e fu a Milano, Genova, Firenze e Roma, militando nelle file mazziniane. Rappresentò a Berna la Repubblica romana. Nel 1860 fece ritorno a Genova, dove fece parte della direzione del quotidiano di ispirazione mazziniana L'unità italiana.
Dopo l'Unità d'Italia fu eletto deputato dalla VIII alla X Legislatura, assumendo posizioni anticlericali e di sinistra.
Massone, fu membro del Grande Oriente d'Italia e collaborò al suo Bollettino[1].
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