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autovettura del 1984 prodotta dalla Ferrari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Ferrari Testarossa (con le sue evoluzioni 512 TR e F512 M) è un'autovettura a motore centrale prodotta dalla casa automobilistica italiana Ferrari dal 1984 al 1996.
Ferrari Testarossa/512 TR/F512 M | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | Ferrari |
Tipo principale | Berlinetta |
Produzione | dal 1984 al 1996 |
Sostituisce la | Ferrari 512 BBi |
Sostituita da | Ferrari 550 Maranello |
Esemplari prodotti | 9.957[1] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4485 mm |
Larghezza | 1986 mm |
Altezza | 1130 mm |
Passo | 2550 mm |
Massa | 1506 kg |
Altro | |
Assemblaggio | Maranello, Stabilimento Pininfarina di San Giorgio Canavese, Carrozzeria Scaglietti |
Stile | Leonardo Fioravanti per Pininfarina |
Altre antenate | Ferrari 512 Berlinetta Boxer |
Stessa famiglia | Ferrari Mythos, F.Z.93 |
Note | dati della prima serie |
Al Salone dell'automobile di Parigi del 1984 la Ferrari presentò l'erede della 512 BB, di cui conservava la meccanica.
La vettura, con la sua linea, opera di Pininfarina[2], caratterizzata dalla coda notevolmente allargata (dominata dalla grossa fanaleria di foggia rettangolare dissimulata dalla presenza di una fitta serie di barre orizzontali dipinte di nero) e dalle grandi griglie laterali, suscitò subito ampi consensi (e qualche critica: qualcuno la considerò persino eccessiva, più vicina all'ostentazione Lamborghini che all'eleganza Ferrari). Anche gli interni, lussuosamente rifiniti, erano opulenti.
In origine la Ferrari Testarossa disponeva di un solo specchietto retrovisore, molto sporgente, e curiosamente situato sulla mezzeria del montante sinistro del parabrezza, allo scopo di migliorare la scarsissima visibilità posteriore, che era ostacolata dalla presenza della larga e massiccia coda; tale collocazione non era, in effetti, particolarmente elegante, per cui, a partire dall'anno 1986 si passò ad una soluzione più tradizionale, consistente nell'adozione di due specchietti, situati alla base dei montanti, e non in prossimità della loro mezzeria.
La meccanica era mutuata dal modello precedente, ma venne affinata: il 12 cilindri a piatti di 4 942 cm³ beneficiò di una nuova testata a 4 valvole per cilindro ed erogava ora una potenza di 390 CV. Il retrotreno venne dotato di doppi ammortizzatori[3].
La Testarossa originaria rimase in produzione praticamente invariata (salvo modifiche di dettaglio a cerchi e dotazioni) fino al 1992. Nel 1989, però, per adeguarsi alla normativa antinquinamento, venne montata la marmitta catalitica, con conseguente calo di potenza a 380 CV.
Della Testarossa la Ferrari produsse un modello unico in versione spider per l'avvocato Gianni Agnelli[4].
Il motore 12 cilindri "piatto" poteva spingere la Testarossa alla velocità di oltre 290 km/h.
Della Testarossa sono state prodotte 7177 esemplari.[5]
Al Salone dell'automobile di Los Angeles del 1992 debuttò la 512 TR, evoluzione della prima Testarossa, prodotta a partire dal telaio numero 89100 nel 1992, anche se dal Maggio 1991, mentre era ancora in produzione la Testarossa, vennero prodotti 2 esemplari, telaio 86815 e telaio 87440, come esemplari di pre-serie o comunque prototipi definitivi della TR.
Le modifiche estetiche erano assai limitate anche se molto efficaci (nuovo frontale, con diversa mascherina, e nuovi paraurti), cerchi e baule posteriore ridisegnato, mentre quelle agli interni (totalmente nuovi) e alla meccanica erano sostanziose.
Il motore, modificato anche nei pistoni, nell'albero motore e nei condotti d'aspirazione e scarico, ottenne un nuovo impianto di iniezione Bosch. La potenza salì a 428 CV e la velocità massima a 314 km/h. L'accelerazione da 0 a 100 km/h avveniva in 4,8 secondi.
Anche il telaio venne sottoposto a numerose modifiche (come l'adozione di tubi d'acciaio di sezione più grande) volte a migliorarne la rigidità torsionale e la resistenza in caso d'urto[6].
Dal 1993 il sistema antibloccaggio ABS disinseribile veniva fornito come optional, in Italia al costo di 10.710.000 Lire.[7]
Nel 1994 debuttò l'ultima evoluzione della Testarossa, la F512 M.
Le novità estetiche riguardavano soprattutto il frontale (con mascherina ridisegnata e fari a vista carenati da una copertura in plexiglas, anziché a scomparsa come sulle serie precedenti), i paraurti (nuovi), i gruppi ottici posteriori (doppi, circolari e privi di grigliatura) e i cerchi (componibili con disegno a 5 razze ad elica). All'interno cambiavano alcuni dettagli, mentre sotto l'aspetto tecnico le novità erano maggiori.
La potenza del motore crebbe a 440 CV e le prestazioni, grazie anche al peso ridotto di 60 kg, parlavano di una velocità di 315 km/h e di un'accelerazione in 4,68 secondi. Lo scatto da 0 a 1000 m veniva coperto in 22'7 secondi. L'ABS divenne di serie[8].
Ad oggi rimane una delle Ferrari più ricercate, sia per via dell'esiguo numero di esemplari prodotti (limitati a 500), sia per il fatto di essere l'ultima Ferrari prodotta con il 12 cilindri "piatto" (la cui prima presentazione risaliva alla Ferrari 365 GT4 BB presentata nel 1973), e l'ultima a montare posteriormente tale frazionamento.
La F512 M uscì di listino nel 1996, per lasciar spazio alla 550 Maranello.
In totale vennero prodotte circa 10.000 autovetture fra Testarossa, 512 TR e F 512 M.[9]
Nella serie Miami Vice (1984-1989), i due detective protagonisti, interpretati da Don Johnson e Philip Michael Thomas, guidano una Ferrari Testarossa di colore bianco. La vettura venne adottata all'inizio della terza stagione della serie (episodio "La guerra di Stone"), in sostituzione della precedente replica, su base Corvette, della Ferrari 365 GTS/4 e fu fornita alla produzione in due esemplari. Le due Testarossa, donate dalla Ferrari per far cessare ogni questione circa l'utilizzo in una serie televisiva di grande successo di un falso esemplare di Daytona[10], erano originariamente di colore nero, come suggeriscono anche gli interni chiari, non disponibili con verniciatura esterna bianca. Fu il regista Michael Mann a farle ridipingere in bianco, per ottenere maggior contrasto nelle numerose scene in notturna.[11] Uno degli esemplari appare nella livrea originale nell'episodio "Gli irlandesi", primo della terza stagione.[12]
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