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geologo, paleontologo e micologo italiano (1864-1948) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Federico Sacco (Fossano, 5 febbraio 1864 – Trofarello, 2 ottobre 1948) è stato un geologo, paleontologo e micologo italiano.
Figlio di Giuseppe Antonio, medico, e di Faustina Maria Quaglia. Dopo gli studi secondari a Fossano, Federico Sacco si laureò nel 1884 in Scienze naturali all'Università degli Studi di Torino; fu discepolo di Martino Baretti, collaboratore e amico di Quintino Sella e di Luigi Bellardi, rinomato paleontologo piemontese.
Ha tenuto, per oltre un trentennio, dal 1897 al 1935, la cattedra di Geologia al Politecnico di Torino e, per oltre un quarantennio, quella di Paleontologia all'Università di Torino. È stato socio dell'Accademia dei Lincei, socio dell'Accademia delle Scienze di Torino e presidente della Società Geologica Italiana. Appassionato alpinista e speleologo, è stato per buona parte della propria vita un attivo socio del Club Alpino Italiano.[1]
Fu tra i fondatori nel 1911-12 della società Urania, nata da una scissione dalla Società Astronomica Italiana, per la quale diresse la pubblicazione dei Saggi di astronomia popolare, una serie di testi divulgativi.[1]
È stato autore di oltre seicento contributi a stampa, fra volumi, memorie e articoli, a carattere geomorfologico e stratigrafico. Ha offerto un contributo significativo alla Carta geologica d'Italia, studiando e compilando, tra gli altri, i fogli geologici del bacino terziario del Piemonte, dell'Abruzzo, di Cuneo, di Ceva e Genova, di Bologna, di Imola-Faenza-Forlì e Rimini, di Ancona-Jesi-Fermo e Macerata, di Pesaro, di Monte Falterona, di Pontremoli.
Due delle sue opere più importanti sono: “Il bacino terziario e quaternario del Piemonte”, completo di ogni indicazione geomorfologica, stratigrafica e paleontologica. E il saggio “I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria”, la sua opera più grande per dimensioni e concretezza: terminata nel 1904 è divisa in 30 volumi e rappresenta migliaia di specie fossili. La mole delle sue ricerche e delle sue pubblicazioni non ha eguali nel settori da lui studiati. Ha analizzato circa 40000 km quadrati di terreno e percorso a piedi una distanza pari alla lunghezza della linea dell’Equatore. Alcune delle sue carte geografiche, che rappresentano soprattutto Alpi e Appennini, sono presenti all’Archivio del Museo regionale delle scienze di Torino.
Per quanto riguarda il glacialismo ha ricercato materiali e realizzato studi relativi, in particolare, a diverse località dell'Appennino e delle Alpi, con particolare riferimento al Monte Bianco, al Monte Rosa, al Cervino, al Gran Paradiso, al Monviso e alle Alpi Marittime. Apposite pubblicazioni ha dedicato anche alle morene del Veneto, del Lago Maggiore, di Ivrea e di Rivoli[2]. Si è occupato, altresì, di idrografia, speleologia, sismologia e cosmologia. Ha anche dedicato delle biografie a illustri scienziati, fra i quali Carlo Fabrizio Parona e Giuseppe Mercalli.
Sopra il portone dell’abitazione fossanese di Federico Sacco, affissa alla parete muraria, vi è una lapide commemorativa del decennale dalla morte dello studioso che riporta un'errata data della morte e del luogo: Torino, il 14 ottobre 1948.
A Fossano vi è una scuola che dal 2019 è dedicata allo scienziato: l'"Istituto Comprensivo Federico Sacco".[4]
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