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Esostosi multipla

malattia genetica che interessa l'apparato osteo-articolare determinando la crescita di protuberanze ossee (esostosi) localizzate per lo più a carico delle ossa lunghe, con maggiore frequenza in prossimità delle articolazioni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Esostosi multipla
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Con il termine osteocondromi multipli ereditari (HMO), in precedenza esostosi multipla ereditaria (HME o EME), si definisce una malattia genetico caratterizzato dalla crescita di osteocondromi multipli, tumori ossei ricoperti di cartilagine che crescono verso l'esterno dalle metafisi delle ossa lunghe[1].

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Fatti in breve Cod. esenz. SSN, Specialità ...
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Nomenclatura

Il termine "esostosi multipla osteocartilaginosa" è stato usato per sottolineare che le crescite sono composte principalmente da cartilagine durante l'infanzia e si ossificano quando viene raggiunta la maturità scheletrica. Negli Stati Uniti, i termini "esostosi" ed "esostosi multipla ereditaria" sono stati usati per indicare le crescite e il disturbo, ma l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha selezionato la nomenclatura "osteocondromi" per le esostosi e "osteocondromi multipli" per il disturbo. Questi ultimi termini sono preferibili in quanto descrivono più precisamente l'origine cartilaginosa delle lesioni. Tuttavia, la terminologia "esostosi multipla ereditaria" è ancora frequentemente utilizzata come abbreviazione per questo disturbo[2].

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Eziologia

L'HMO è una malattia genetica causata da un'anomalia nel genoma della persona che ne è affetta. I geni in cui sono localizzate le alterazioni, chiamati EXT1 ed EXT2, sono localizzati rispettivamente sui cromosomi 8 e 11. Le due proteine codificate dai geni sono chiamate esostosina 1(EST1) ed esostosina 2(EST2). Si tratta di proteine ad attività glicosiltransferasica coinvolte nella biosintesi dell’eparan-solfato. Le mutazioni sono più frequentemente riscontrabili in EXT1 che è localizzato sul cromosoma 8[3].

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Modalità di ereditarietà

Il disturbo da osteosarcomi multipli ereditari è una malattia a trasmissione autosomica dominante, perciò il figlio di un individuo affetto ha il 50% di probabilità di sviluppare a sua volta la malattia.[4].

Presentazione clinica

Riepilogo
Prospettiva

Il numero di osteocondromi, il numero e la posizione delle ossa coinvolte e il grado di deformità possono variare. Gli osteocondromi crescono di dimensioni e gradualmente si ossificano durante lo sviluppo scheletrico e smettono di crescere con la maturità scheletrica, dopo di che non si sviluppano nuovi osteocondromi. La proporzione di individui con osteocondromi multipli ereditari con riscontri clinici aumenta da circa il 5% alla nascita al 96% all'età di 12 anni. L'età media al momento della diagnosi è di tre anni. Nell'età adulta, il 75% degli individui affetti presenta una deformità ossea clinicamente evidente. I maschi tendono ad essere più gravemente colpiti rispetto alle femmine[5].

Il numero di osteocondromi che si sviluppano in una persona colpita varia ampiamente anche all'interno delle famiglie stesse. Il coinvolgimento è solitamente simmetrico; le ossa più comunemente coinvolte sono il femore (30%), il radio e l'ulna (13%), la tibia (20%) e il perone (13%). In uno studio su 46 famiglie nello stato di Washington, il 39% degli individui aveva una deformità dell'avambraccio, il 10% aveva una disuguaglianza nella lunghezza degli arti, l'8% aveva una deformità angolare del ginocchio e il 2% presentava una deformità della caviglia. Le deformità angolari (curvature) dell'avambraccio e/o della caviglia sono le problematiche ortopediche più significative dal punto di vista clinico.[5]

Gli osteocondromi si presentano tipicamente sulle ossa lunghe e sulla superficie delle ossa piatte (bacino, scapola). Un osteocondroma può essere sessile o peduncolato. Gli osteocondromi sessili hanno un attaccamento ampio alla corteccia dell'osso. Le varianti peduncolate hanno un peduncolo derivante dalla corteccia che di solito è diretto lontano dalla piastra di crescita adiacente. La forma peduncolata ha maggiori probabilità di irritare i tessuti molli sovrastanti, come i tendini, e comprimere i nervi o vasi periferici.[5]

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Complicanze

Nel caso in cui gli osteocondromi si sviluppino eccessivamente, l'osso coinvolto può crescere in modo anomalo ed incurvarsi, diventare asimmetrico o rimanere di dimensione inferiore alla norma. Questa crescita asimmetrica può determinare limitazioni o difficoltà nel compiere i movimenti. I muscoli e i tendini sovrastanti possono essere irritati, generando dolore e determinando deficit sensoriali o motori.[6] Nervi e vasi sanguigni possono essere spostati dal loro normale percorso anatomico, complicando i tentativi di rimozione chirurgica degli osteocondromi. Raramente, ampi osteocondromi pelvici possono portare ad una ostruzione urinaria o intestinale. La displasia dell'anca può derivare da osteocondromi del femore prossimale e da coxa valga.[5]

La complicazione più grave è la degenerazione di un osteocondroma benigno in un tumore maligno, chiamato condrosarcoma periferico. Questo avviene di solito durante l’età adulta quando la crescita scheletrica è cessata: i pazienti che sviluppano un condrosarcoma hanno in media tra i 30 ed i 50 anni d’età.[6] Siti come la pelvi, la scapola, le costole e la colonna vertebrale sono le sedi più comuni della degenerazione degli osteocondromi. L'incidenza riportata di degenerazione maligna a condrosarcoma, o meno comunemente ad altri sarcomi, è variata, in base a diversi studi, dallo 0,5% al 20%, con molti rapporti che favoriscono fortemente le stime più basse.[7]

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Trattamento

Gli osteocondromi non richiedono terapia in assenza di problemi clinici.[8] Tutti i trattamenti sono principalmente mirati ad evitare i danni che la malattia può provocare al corretto sviluppo dell'apparato osteo-articolare.

Gli osteocondromi possono essere rimossi con interventi chirurgici. In alcuni casi, quando crescono in prossimità di nervi o tendini e questi ultimi sono compressi, per evitare il danneggiamento degli stessi, devono essere rimossi al più presto (anche durante il periodo di crescita del bambino).[9] Lesioni dolorose senza deformità ossea possono essere trattate con una semplice escissione chirurgica. La resezione chirurgica è anche il trattamento eseguito in caso di degenerazione sarcomatica.[10]

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Note

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Bibliografia

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