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calciatore, allenatore di calcio e giornalista argentino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ernesto Lazzatti, talvolta scritto Lazzati[2] (Ingeniero White, 25 settembre 1915 – 30 dicembre 1988), è stato un calciatore, allenatore di calcio e giornalista argentino, di ruolo centrocampista.
Ernesto Lazzatti | |||||||||||||
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Lazzatti al Boca Juniors nel 1945 | |||||||||||||
Nazionalità | Argentina | ||||||||||||
Peso | 63[1] kg | ||||||||||||
Calcio | |||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex centrocampista) | ||||||||||||
Termine carriera | 1949 - giocatore 1954 - allenatore | ||||||||||||
Carriera | |||||||||||||
Giovanili | |||||||||||||
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Squadre di club1 | |||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||
Nato a Ingeniero White, nel Partido di Bahía Blanca, veniva da una famiglia di operai originaria di Bollate: il padre, ferroviere, morì giovane;[2] così Lazzati, per aiutare i suoi quattro fratelli e sua madre, dovette lavorare fin da ragazzino.[3] Ben presto si avvicinò al calcio, praticandolo dopo il turno di lavoro come fattorino.[3] Non uscì dal Partido di Bahía Blanca fino ai 16 anni, allorché si recò a Pergamino per un incontro della selezione della Liga del Sur.[4] Trasferitosi a Buenos Aires per giocare nel Boca Juniors, visse per un periodo in un albergo per poi stabilirsi a Temperley con la famiglia.[5] Si sposò nel 1941 con una ragazza di Maipú; ebbe da lei due figli, una femmina (che in seguito divenne insegnante d'inglese) e un maschio (ingegnere).[6] Dopo essersi ritirato dall'attività agonistica in Uruguay divenne giornalista sportivo, scrivendo per El Gráfico e collaborando con Dante Panzeri,[7] e gestì un concessionario a Temperley.[8] Morì per via della malattia di Alzheimer.[9]
Giocava come centromediano. Agli inizi della sua carriera, nella Quinta División del Puerto Comercial, giocava come interno destro; fu Santos Ursino, centromediano della prima squadra, a consigliargli di mutare posizione, assumendo compiti maggiormente difensivi.[3][4][8] Lazzatti s'ispirò a Luis Monti e Adolfo Zumelzú, giocatori che ammirava per le loro caratteristiche, molto diverse tra loro; un altro dei suoi modelli fu lo stesso Santos Ursino.[3] Dotato di una chiara visione di gioco e di senso del tempismo nei passaggi,[9] fin da giovane dimostrò le sue abilità, tanto da venire soprannominato El Pibe de Oro (il ragazzo d'oro).[2][8][9] Alle sue qualità tecniche s'aggiungevano quelle tecniche, che lo rendevano abile nell'effettuare passaggi, sia corti che lunghi, e nel gioco aereo;[8][9] un suo punto debole era la precisione nel tiro, di cui difettava.[1] Fu anche un giocatore corretto: durante la sua carriera non fu mai espulso.[6][9] Osvaldo Soriano lo ha definito «il miglior centromediano che il Boca Juniors abbia mai avuto».[2]
Lazzatti fu l'unico della sua famiglia a interessarsi al calcio:[3] a 11 anni giocava nelle giovanili del Puerto Comercial, nella categoria Quinta División.[3] Il Puerto Comercial era una società piuttosto piccola a livello nazionale, ma in àmbito regionale era una delle migliori;[3] prendeva parte alla Liga del Sur, il torneo di Bahía Blanca.[3] A 16 anni Lazzatti entrò nella prima squadra, con cui già aveva avuto modo d'allenarsi quando era ancora nelle giovanili.[3] Una volta che Santos Ursino, centromediano titolare, ebbe lasciato il suo posto, questo fu preso da Lazzatti, che giocò sia nel Puerto Comercial che nella selezione della Liga del Sur.[4] Negli anni al club di Ingeniero White giocò 26 incontri;[10] agli inizi dell'anno 1933 Lazzatti fece un provino per il Gimnasia La Plata, club della Primera División, massima serie nazionale: tuttavia, l'emissario del Gimnasia non riuscì a trovare l'accordo con il Puerto Comercial e il trasferimento saltò.[11]
Lo zio di Lazzatti decise quindi di spedire una lettera al Boca Juniors, per proporre il nipote per un provino: la società gialloblù accettò e Ernesto Lazzatti partì per Buenos Aires.[5] Giunto alla sede del club, giocò un'amichevole contro il Barracas, sotto la supervisione di Mario Fortunato; la dirigenza decise di includere il centrocampista nella rosa.[5] La regola del pase libre (trasferimento libero) era da poco stata introdotta, e fu utilizzata dal Boca Juniors per prendere Lazzatti, che firmò un contratto da 300 pesos al mese.[5] Entrato in squadra, disputò alcune amichevoli e due incontri nella squadra riserve prima di debuttare ufficialmente in massima serie contro il Chacarita Juniors il 18 aprile 1934, alla terza giornata del campionato 1934.[12] In seguito a quell'incontro, durante il quale Lazzatti fornì una buona prestazione,[5] divenne centromediano titolare, affiancando Martínez e Suárez nella linea mediana del club.[8] Il 26 agosto 1934, contro il Platense, segnò la sua prima rete con il Boca Juniors.[12]
Nel 1935 fece parte della formazione del Boca Juniors, che in quell'anno esibì una delle migliori squadre della sua storia: insieme a Lazzatti, a comporre il centrocampo gialloblù vi erano Vernieres e Suárez.[8][13] Vinto anche quel campionato, Lazzatti proseguì a giocare per il Boca anche nelle annate seguenti: fino al 1940 era considerato un giovane promettente, ma di secondaria importanza rispetto ai già affermati ed esperti compagni di squadra; da quell'anno in poi, Lazzatti acquisì sempre maggiore peso nella formazione, fino a diventarne uno dei principali elementi.[8][13] Nel 1940 nel ruolo di mediano destro vi era Carlos Sosa: il suo apporto fu decisivo per rinforzare il centrocampo del Boca, che fu quindi composto da Sosa, Lazzatti e Suárez.[8][13] Nel 1940 e nel 1943 i campionati furono appannaggio del Boca, mentre nel 1941 e nel 1942 fu il River Plate della cosiddetta Máquina a ottenere il titolo.[14] Nel 1943 Lazzatti giocò, contro il Gimnasia, quella che lui stesso definisce una delle sue migliori partite con il Boca.[6] Nel 1944 prese parte alla doppia vittoria in campionato e in Copa Ibarguren. Il 24 agosto 1947 giocò il suo ultimo incontro con il Boca Juniors, contro il River Plate: all'inizio della gara si ruppe il menisco, ma rimase ugualmente in campo fino al termine:[14] dopo il fischio finale si rese necessario un intervento chirurgico, eseguito dal dottor Covaro.[15]
Nonostante si fosse ripreso dall'infortunio, Lazzatti non fu reintegrato nella rosa del Boca, né in prima squadra, né in squadra riserve; la dirigenza gli offrì, in cambio, il posto di allenatore, che Lazzatti rifiutò.[15] A quel punto, il Boca Juniors lo lasciò svincolato,[8] ponendo però la condizione che andasse a giocare in una squadra straniera.[15] La dirigenza del Danubio, club uruguaiano, lo contattò con un telegramma, recante la firma dell'ex compagno di squadra Severino Varela.[15] Desideroso di giocare all'estero, anche per evitare di giocare contro il Boca, cui era rimasto legato,[8][15] Lazzatti accettò l'offerta; rimase alla società di Montevideo fino al 1949,[15] assommando 50 presenze nel campionato uruguaiano.[10] Nel 1949 si ritirò.[15]
Lazzatti esordì in Nazionale il 9 agosto 1936, in occasione dell'incontro di Copa Juan Mignaburu con l'Uruguay.[10] Nel 1937 fu convocato al Campionato Sudamericano de Selecciones;[16] durante la competizione il centromediano titolare fu José Minella, e Lazzatti esordì il 23 gennaio, alla penultima giornata del torneo, contro l'Uruguay; dopo 59 minuti lasciò il posto a Minella.[16] Nell'ultimo incontro della fase a gironi rilevò lo stesso Minella all'inizio del secondo tempo.[16] Giocò quindi la sua ultima gara in assoluto con la maglia della Nazionale il 1º febbraio 1937, nello spareggio per il titolo continentale contro il Brasile.[16]
Nel 1950 a Lazzatti fu proposto il posto di allenatore del Boca Juniors:[8][12][17] l'ex centromediano accettò, rifiutando però d'identificarsi come "allenatore", ma cercando di interpretare il suo ruolo come se fosse quello di collaboratore, o organizzatore della squadra.[17] La sua prima cura fu quella di portare ordine nella rosa,[17] che era reduce da un campionato negativo.[8] La stabilità creata da Lazzatti aiutò la squadra, tanto che giunse al secondo posto in Primera División.[8][17] Lasciò l'incarico allorché un dirigente sostituì, in occasione dell'incontro decisivo, un giocatore voluto da Lazzatti con uno deciso dalla dirigenza.[8][17] Giacché l'allenatore aveva posto, quale condizione irrinunciabile, la gestione completa della squadra senza intromissione dei dirigenti, decise di lasciare la panchina del Boca Juniors.[17]
Nel 1954 fu richiamato alla guida tecnica della squadra; a richiederglielo fu il presidente Alberto Armando.[17] Lazzatti decise d'affidare parte della responsabilità a Eliseo Mouriño, uno dei principali elementi della rosa, e di accettare di collaborare da esterno: non un director técnico (allenatore in spagnolo), bensì un administrador de fútbol,[8] un "amministratore" che gestisse la formazione senza esserne direttamente coinvolto presenziando in campo.[17] La sua esperienza in questo ruolo fu proficua, poiché il Boca ottenne un altro titolo nazionale.[8] Quando si presentarono i medesimi problemi già verificatisi nel suo primo periodo alla guida del Boca, nel 1950, Lazzatti decise di lasciare il posto e di non dedicarsi più all'allenamento,[17] concentrandosi sul giornalismo sportivo.[8]
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Argentina | |||||||
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Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
09/08/1936 | Buenos Aires | Argentina | 1 – 0 | Uruguay | Copa Juan Mignaburu | 0 | |
23/01/1937 | Buenos Aires | Argentina | 2 – 3 | Uruguay | Campeonato Sudamericano de Football | 0 | |
30/01/1937 | Buenos Aires | Argentina | 1 – 0 | Brasile | Campeonato Sudamericano de Football | 0 | |
01/02/1937 | Buenos Aires | Argentina | 2 – 0 | Brasile | Campeonato Sudamericano de Football | 0 | |
Totale | Presenze | 4 | Reti | 0 |
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